
Venom: La Furia di Carnage
Regista
Andy Serkis
Cast
Tom Hardy, Woody Harrelson, Michelle Williams, Naomie Harris
Sceneggiatore
Kelly Marcel
Produttore
Sony Pictures
Durata
97 min.
Offerte
Data di uscita
14/10/2021
È da oggi nelle sale italiane “Venom: La Furia di Carnage“, con il ritorno di Tom Hardy e la new entry Woody Harrelson. Top o Flop?
Quando il buddy movie diventa definitivamente commedia romantica. 856,085,151 sono stati i milioni di dollari che si era portato a casa il primo “Venom“. Un film Rated-R sconvolto, ribaltato e tagliato per diventare un film PG-13. La volontà di presentare un film dark ma smussando le componenti deprecabili o i momenti di violenza gratuita che caratterizzavano il personaggio per poter contare su un pubblico giovanile, affine a Spider-Man ed al Marvel Cinematic Universe.
Il film del 2018 aveva però una particolarità del personaggio da poter sfruttare: la dualità. Il rapporto tra Eddie Brock ed il simbionte atterrato sulla Terra, i loro battibecchi, l’umorismo di dubbio gusto, la strana coppia che rischia di scoppiare in ogni momento. In un mare di cose che non tornavano nel disastroso primo capitolo, perlomeno il rapporto tra i due era riuscito. Riusciva ad innescare una dinamica da buddy movie, dove l’affiatamento non era più dato da una coppia di persone ben distinte bensì da una figura che coabitava nel corpo dell’altra, condividendo assieme la stessa sorte ovvero quella di essere dei perdenti.
Eddie-Simbionte-Venom: Rapporto amore-odio
In “Venom: La Furia di Carnage“, questo elemento viene ripreso ed amplificato, più comicità, più leggerezza, decisamente troppa in tanti momenti, ma Tom Hardy dimostra ancora una volta quanto sia bravo nel trarre qualcosa di buono da un simile materiale narrativo, nell’alternarsi ad interpretare un uomo che ospita un simbionte alieno ed a doppiare, per l’appunto, il simbionte alieno, ad alternare l’interpretazione di una figura che il primo film voleva farlo passare per antieroe quando, invece, è un personaggio più che positivo, con cui lo spettatore deve empatizzare, ed un’interpretazione, più selvaggia ed eccessiva, nel caso del simbionte. Le dinamiche dei due, tra un siparietto comico ed un altro, sono basate su un rapporto d’amore ed odio che li fanno somigliare a protagonisti di una commediola romantica. Un rapporto ingenuo e sciocco ma paradossalmente più centrato rispetto al film precedente. Il problema semmai è tutto il resto.
Minimum Carnage
Che sia ben chiaro: nella sua mediocrità, “Venom: La Furia di Carnage” è comunque un film migliore del disastroso primo capitolo, e, nonostante alcune pretese, è maggiormente consapevole dell’intrattenimento dozzinale e cialtrone che rappresenta, il film però scorre troppo velocemente nei 90 minuti di durata, frettoloso, la narrazione è incapace di far respirare, se non in pochi momenti, eventi e personaggi, la convivenza della strana coppia, il rapporto tra Eddie e la sua amata Anne interpretata ancora una volta da Michelle Williams e poi la new entry, il serial killer Cletus Kasady. Il film non ha mai una direzione ben specifica. Laddove c’è ironia come nel caso della strana coppia Brock-simbionte, dall’altra parte c’è un vero e proprio cortocircuito. C’è sia la pretesa di prendersi sul serio ma al tempo stesso far interpretare il personaggio in una determinata maniera.
Ed è proprio Cletus Kasady il difetto principale del film. Andy Serkis, che sostituisce Ruben Fleischer, si ritrova con l’ingrato ruolo di adattare uno dei nemici più iconici dell’universo Marvel. E nonostante un Woody Harrelson palesemente divertito ad intepretarlo, nonostante i toni da macchietta piuttosto che da pazzo psicopatico, Kasady/Carnage è un personaggio ignobilmente sottoutilizzato, contraddistinto da un tentativo di umanizzazione completamente sbagliato, dal prologo al rapporto con altri personaggi, con un espediente narrativo raffazzonato con il quale Cletus si tramuta nel mostro rosso e l’unico momento horror riservato nella scena della fuga dalla prigione di Ravencroft.
Un grande futuro per Venom
È solo nel terzo atto che “Venom: La Furia di Carnage” trova la sua ragion d’essere. Nel dinamico e titanico scontro finale tra Venom e Carnage, il film riesce ad avere l’unico momento liberatorio nel quale si libera dalle stringhe serrate di una vicenda poco appassionante. Il film diventa la baracconata che doveva essere sin dall’inizio. Ed Andy Serkis, che comunque conferma il fatto di essere un non-regista, nella risoluzione finale, fa valere il suo passato da performer di motion capture e collaboratore alla computer grafica proprio nell’interazione e nello scontro tra i due mostroni. Il tutto impreziosito dai riferimenti visivi a “Spider-Man 3” e “The Amazing Spider-Man 2” e con l’aggiunta della divertente scena post-crediti che lancia il franchise di Venom in un futuro accattivante, florido e molto interessante.
Commento Finale
Se cercate un intrattenimento molto leggero, “Venom: La Furia di Carnage” è il film che fa per voi. Talmente sciocco, grossolano, ingenuo e stupido che potrebbe strapparvi una risata anche se non vorreste. Tutto orchestrato per arrivare allo scontro tra Venom e Carnage che si materializza in uno scontro finale soddisfacente quanto basta. Occhio alla scena post-crediti.
Recensione di Ettore Dalla Zanna

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Premi Oscar 2022: ci ricorderemo di CODA in futuro?
Trivia
- Il rapporto tra Eddie ed il simbionte nero.
- Lo scontro finale tra Venom e Carnage e la scena post-crediti.
Goofs
- Più incline all'ironia, ma il film non prende una direzione specifica, specialmente con il personaggio di Woody Harrelson.
- Carnage è un personaggio completamente sprecato. Completamente sbagliata la sua umanizzazione, raffazzonato l'espediente della trasformazione e banale sia il suo contrasto con Eddie Brock che il suo rapporto con altri personaggi.