
The Tribe
Regista
Myroslav Slaboshpytskiy
Genere
Drammatico , Thriller
Cast
Hryhoriy Fesenko, Yana Novikova, Rosa Babiy
Sceneggiatore
Myroslav Slaboshpytskiy
Produttore
Iya Myslytska, Valentyn Vasyanovych
Durata
2h 06min
Offerte
Data di uscita
11 Settembre 2014
The Tribe, un film di gran validità
Il sedicenne Serhij si trasferisce in un istituto per ragazzi sordomuti, dove fatica ad adattarsi a causa dell’ambiente violento dominato dalla criminalità. Grazie ad una serie di furti riesce a conquistarsi il rispetto dei compagni, ma presto scoprirà che far parte della tribù ha un prezzo più alto di quello che potesse immaginare.
Primo lungometraggio del regista ucraino Myroslav Slaboshpytskiy, The Tribe si conferma un prodotto unico del suo genere. Originale e potente, nel 2014 si aggiudica un premio ai European Film Awards e il gran premio della Semaine al Festival di Cannes.
Tra violenza e silenzi
È un racconto di formazione dove l’ascolto assume una nuova importanza. Il veicolo espressivo è affidato interamente al linguaggio dei segni, nulla viene spiegato attraverso sottotitoli o voice over; non ci resta che osservare come voyeur pronti a captare e comprendere ogni singolo gesto e gemito.
Si tratta di una vera prova visiva che ci unisce in un “ascolto”, decifrabile solo grazie al linguaggio universale del cinema.
Non importa da dove veniamo, nessun bias linguistico può intervenire a modificare la percezione di ciò che stiamo guardando. Ed è proprio grazie a questa sua diversità che diventa, nell’anno della sua uscita, uno dei primi prodotti ucraini ad essere distribuito largamente in diversi Stati in tutto il mondo. Il suono, così come la sua assenza, divengono protagonisti eterei in cui la violenza si annida e trova l’habitat ideale per esplodere. Non siamo abituati a conoscere una sofferenza tale, silenziosa, senza un climax sonoro. Questo sconvolge proprio perché si nutre delle nostre paure più viscerali e non possiamo fare altro che assistere inermi al dolore.
L’importanza del corpo in The Tribe
Il regista decide di lavorare per sottrazione ed eliminare ogni fonte di distrazione, le voci e gli sguardi sono così sacrificabili e il corpo diventa il fulcro della narrazione. Fin dalle prime immagini, quello del protagonista viene spogliato, pronto per essere modellato a piacimento dai propri aguzzini. I corpi in The Tribe diventano merce sulla quale i personaggi si scagliano e si vendono per ottenere potere, rispetto e perfino l’amore.
Da contraltare all’iniziazione brutale di Serhij, assistiamo ad un amore impossibile e primordiale di due corpi plastici che si intrecciano in un freddo seminterrato. L’occhio della camera segue la deambulazione ciondolante del protagonista all’interno di stretti corridoi poco illuminati, trascinandosi di stanza in stanza dentro un collegio colmo di solitudine e miseria. Prevalgono lunghe sequenze con camera a mano alternate da suggestivi quadri formali che incorniciano le azioni frenetiche dei personaggi.
La tribù si muove all’interno del microcosmo del collegio ed esce solo di notte per saccheggiare la città. Una civiltà dove prevale il caos e in cui non esiste nessun tipo di conseguenza delle azioni compiute. Così affiora la crudeltà dell’animo umano e gli studenti assumono contorni selvaggi. Sono perduti in un’isola senza civiltà, e, come ne Il signore delle mosche (1954) di William Golding , non possono far altro che affidarsi al loro istinto più basso e crudele per sopravvivere.
Commento finale
The Tribe è un’opera che ritorna ad un cinema più puro lavorando di sottrazione e che non si affida per niente ad una facile mediazione; sta allo spettatore colmare i vuoti lasciati da Myroslav Slaboshpytskiy. Una visione sicuramente non semplice anche per via delle immagini cruente alle quali si è sottoposti, in particolare nel finale dove non c’è spazio per nessun tipo di redenzione.
Recensione a cura di Sara Chifari.
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Trivia
- Scritto e diretto magistralmente
- Ottima gestione del sonoro
- Ottimo esordio del giovane cast
Goofs
- Non di facile comprensione per tutti