The Killer
7,4/10

The Killer

Regista

David Fincher

Genere

Thriller

Cast

Michael Fassbender, Tilda Swinton, Charles Parnell

Sceneggiatore

Andrew Kevin Walker

Produttore

Ceán Chaffin

Durata

118 min

Offerte
Data di uscita

10 novembre 2023

Dopo un quasi fatale fallimento, un assassino seriale metodico, senza scrupoli o rimpianti combatte in una caccia all'uomo internazionale.

Sei capitoli e un epilogo, per un viaggio che porta noi spettatori dalle vie di Parigi a una villa nella Repubblica Dominicana. Questo è il riassunto di The Killer, l’ultimo lavoro di David Fincher dal 10 novembre disponibile su Netflix, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il regista di capolavori come Fight Club Seven adatta qui la serie a fumetti Il killer di Matz e Luc Jacamonsi, affidandosi a Michael Fassbender nei panni di un freddo sicario senza nome. Il film prende il via a Parigi, in una stanza abbandonata di una sede WeWork, dove il protagonista risiede nell’attesa di portare a termine il suo lavoro. La visione della preparazione metodica e dello studio è accompagnata da un lungo voice-over, monologo interiore che, non a caso, inizia con una discussione sulla noia: chi non è capace di gestirla non potrà mai fare questo lavoro. Ecco però che, quando tutto sembra ormai pronto a concludersi, si verifica un evento inatteso: il nostro assassino freddo ed esperto manca il bersaglio. Al ritorno nella propria casa a Santo Domingo, si accorge del prezzo da pagare. Altri due killer sono stati mandati a vendicarsi e hanno preso di mira la sua compagna. Ha così inizio una lunga ricerca di vendetta in un mondo dove non esiste nulla, se non la volontà personale.

 

The Killer

Il ruolo del fato

Chi meglio di un autore che si è sempre occupato della malvagità umana per descrivere la società attuale? Sono ben noti i (numerosi) commenti di Fincher a riguardo, tra cui il più famoso “I think people are perverts“. E il regista di Denver non ci pensa due volte a commentare la vita nel ventunesimo secolo, dall’impossibilità di rimanere inosservati, per via delle telecamere presenti in ogni dove (ancora di più nelle case affittate su AirBnb), fino alla possibilità di richiedere qualunque cosa via Amazon, richieste tanto più assurde se provengono da miliardari egocentrici.

Il commentario sociale non si ferma qui. Fincher va più nel profondo, e la figura di un sicario professionista calza a pennello per le sue visioni sul fato, sulla volontà umana e sul karma. Non esiste nulla di tutto questo, afferma. L’unica legge universale è la propria volontà: nessuna giustizia verrà messa in atto a chi fa del male. Da questo punto di vista è forte il richiamo all’antagonista di Seven. Ma se in quel film si agiva per vie “morali”, legate ai sette peccati capitali, in The Killer il protagonista è un uomo senza legge. O, sarebbe meglio dire, un uomo con una propria legge personale, che ripete incessantemente quando arriva il momento di agire, dove l’empatia è proibita e l’improvvisazione è un male. Bisogna agire solo secondo i propri piani, e chiedersi sempre che cosa ci si può guadagnare.

 

 

Elementi di stile

Da questo tipo di protagonista, l’ultima cosa che ci si aspetterebbe è che sia un fan sfegatato dei The Smiths. Eppure, sono loro la colonna sonora portante del film, causando una sorta di dark humour tanto caro all’autore: non ci si sorprende quindi se Morrissey canta “I am a human and I need to be loved” mentre Michael Fassbender ricarica la sua arma, pronto a colpire il bersaglio.

The Killer

Ma non sono le tematiche o l’humour le sole armi di Fincher. La fotografia, curata da Erik Messerschmi, già collaboratore in Mank, dalle tonalità prevalentemente blu e giallo, rende perfettamente il tono freddo e sterile del film, richiamando quasi gli ambienti asettici degli ospedali. Anche la contrapposizione tra le poche e ripetute parole del protagonista rispetto ai racconti di altri sicari (come Tilda Swinton, qui chiamata “l’Esperta”) o del suo capo, l’Avvocato (Charles Parnell) contribuiscono a esemplificare al meglio la distanza tra lui e il resto del mondo. La scelta di Michael Fassbender nei panni del protagonista si rivela più che azzeccata; d’altronde, già con Shame (2011) ci aveva abituato a personaggi lontani dai canoni della società.

Commento finale

The Killer è descrivibile come la summa dell’opera di David Fincher. Una sola è la differenza più grande con gli altri lavori precedenti: il ritmo. Se si cerca infatti l’adrenalina di Fight Club Seven si rimarrà inevitabilmente delusi. Anche Zodiac, che dal punto di vista del genere gli si avvicina di più, risulta maggiormente avvincente a confronto. L’autore vuole mettere in scena la vera natura umana, fredda ed egoista, dove l’empatia deve essere bandita e si pensa solo al proprio tornaconto. Un mondo dove il protagonista è bravo in quello che fa per un semplice motivo: come dice lui stesso, “non me ne frega un cazzo”.

Recensione a cura di Giacinto Francesco Alba

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