
The Batman: recensione in anteprima
Regista
Matt Reeves
Cast
Robert Pattinson, Zoe Kravitz
Sceneggiatore
Matt Reeves, Peter Craig
Produttore
Warner Bros.
Durata
2h 55 min
Offerte
Data di uscita
3 Marzo, 2022
The Batman: una cupa, nuova incarnazione
Gotham City è una città corrotta ad ogni livello, dominata da famiglie mafiose come un organismo pieno di metastasi. La politica è una facciata, le grandi operazioni di polizia anche. Le persone in strada e nei club sono poco più che ombre fuori fuoco stordite dalle droghe e bagnate da una pioggia perenne. I grandi piani della famiglia Wayne per la rinascita della città non paiono dare alcun frutto, le strade sono pericolosi ricettacoli di violenza. Non c’è vera speranza in un futuro migliore, e i manifesti elettorali “per un futuro luminoso” paiono una sinistra beffa. Gotham è una città che forse non merita la salvezza.
Il Cavaliere sempre più oscuro
In questo contesto si muove la nuova incarnazione del Cavaliere Oscuro, affidata al regista Matt Reeves dopo la travagliata e non del tutto convincente parentesi di Snyder e Affleck. Non era un compito facile: sul personaggio Batman ricadono tantissime aspettative, soprattutto quelle di una certa serietà, inevitabile dopo lo spartiacque nolaniano.
Il Batman di Reeves e Peter Craig, perfettamente interpretato da un Robert Pattinson gelido e laconico, è forse il più cupo mai apparso sullo schermo. Giovanissimo, inesperto e furioso figlio di una città malvagia, ha come strategia quella di terrorizzare: sapendo di non poter essere ovunque usa il terrore nato dalle sue gesta per far sì che a guardare le ombre con timore siano i criminali e non i cittadini onesti. Criminali che picchia con una furia animalesca, mosso da rabbia, traumi mai risolti e forse una genetica che lo condanna alla pazzia. Non è un supereroe e forse nemmeno un eroe, ma un giustiziere già disilluso e mosso solo dalla sete di vendetta e dalla crociata che si è autoimposto.
Un riflesso di sangue
Un giustiziere quindi. Ma anche, e soprattutto, un investigatore geniale (non è un caso nel film vengano spesso inquadrati occhi, il private eye è proprio l’investigatore privato in inglese) che si troverà al centro di un intrigo sanguinoso e contorto, che ha per vittime le elites di Gotham, ma che forse nasconde molto altro. A muoverne gli eventi, un Enigmista (Paul Dano) lontano anni luce dalle clownerie della vecchia incarnazione cinematografica ad opera di Jim Carrey. Il suo Ed Nashton -intelligentemente privato del troppo fumettoso nome di E. Nygma- è un killer sociopatico dalla faccia bonaria e dalle inquietanti esplosioni di follia, alimentate, in modo fin troppo realistico, da una rete che ogni giorno di più diventa ricettacolo di estremismi violenti. Due personaggi fin troppo simili, in realtà. Nashton, in fondo, non è altro che il riflesso di ciò che Batman è sempre pericolosamente vicino a diventare, ciò che sarebbe se privato di quel blando limite etico frutto del buon esempio dato da Alfred.
Le ambizioni di un blockbuster contemporaneo
Con “The Batman”, Matt Reeves dimostra ancora una volta l’ottima capacità di gestire il blockbuster contemporaneo.
Curatissimo sul piano visivo, grazie alla fotografia di Greig Fraser che ci dona una Gotham sporca, piovosa e con pochissima profondità di campo (elemento stilistico notevole, soprattutto nelle scene ambientate al club di Oz/Pinguino) il film è ricco di scene d’azione al cardiopalma, perfettamente coreografate e sempre valorizzate dall’uso intelligente dell’imponente tema musicale di Michael Giacchino. Vediamo e sentiamo sulla pelle ogni pugno o calcio, ogni colpo di fucile o esplosione, in un coinvolgimento continuo che permette di non sentire affatto la mostruosa, ma assolutamente necessaria durata del film.
Ma ovviamente, non è e non può essere solo questo. Accanto all’azione, accanto all’introspezione di uno dei migliori Bruce Wayne mai visti sullo schermo (fantastica la riflessione sulla maschera) c’è infatti un ambiente che ha ben poco a che fare col cinefumetto.
Dimostrando di aver assimilato perfettamente la lezione lasciata da Nolan, Reeves usa personaggi di fantasia per raccontare il nostro presente. La crescente sfiducia verso le istituzioni, il crimine e la corruzione dilaganti, gli estremismi che crescono negli angoli più oscuri di Internet. E’ Gotham, città fittizia, ma potrebbe essere New York o Roma.
Non vediamo tiranni spaziali o mostri giganti, qui. Vediamo un sociopatico pieno d’odio con un piano contorto, un gangster di secondo piano che attende di diventare il padrone assoluto della città (è Colin Farrell, irriconoscibile, ma sembra De Niro in un film di Scorsese) e una giovane donna di colore, povera, che strappa con le unghie il privilegio dalla pelle di uomini bianchi ricchi e potenti che l’hanno sempre tenuta ai margini. E su tutti, un giovane ferito e disperato che forse dovrà imparare ad essere una speranza per i buoni anziché uno spauracchio per i malvagi.
COMMENTO FINALE
“The Batman” è un thriller ambizioso, cupissimo e violento, capace di coinvolgere grazie ad una regia e una scrittura solide e consapevoli. Matt Reeves si dimostra ancora una volta una delle migliori mani del blockbuster contemporaneo, capace di raccontare l’attualità attraverso il genere e di gestire perfettamente personaggi e attori. Una scommessa vinta, e un film che entra di diritto fra i migliori cinefumetti contemporanei
RECENSIONE DI VINCENZO RUSCIO.
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Trivia
- Cupo, serio e violento
- Attori perfetti
- Capace di raccontare la contemporaneità attraverso il genere
Goofs
- La durata può mettere in difficoltà parte del pubblico
- Avrebbe giovato più attenzione per la geografia di Gotham City