
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli
Regista
Destin Daniel Cretton
Cast
Simu Liu, Awkwafina, Tony Chiu-Wai Leung
Sceneggiatore
Dave Callaham, Destin Daniel Cretton, Andrew Lanham
Produttore
Walt Disney Pictures, Marvel Studios, Fox Studios Australia
Durata
192 min
Offerte
Data di uscita
1 settembre 2021
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, fantasy e (poche) arti marziali nel nuovo film Marvel
Il venticinquesimo film del Marvel Cinematic Universe, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli arriva nelle sale italiane, atteso, si ha l’impressione, da pochi. Ennesimo film esordio, ennesimo nuovo personaggio semi-sconosciuto alla massa da presentare sul grande schermo. Ma io, che non leggo i fumetti e che non sono né una detrattrice, né un’estimatrice del franchise, ero sinceramente curiosa di vedere l’opera di Destin Daniel Cretton. Un film basato sulle arti marziali e sul folklore cinese pareva ai miei occhi qualcosa di diverso da quello che abbiamo visto fin ora e per questo degno di nota e interesse. E invece.
Un film, due anime sconnesse
La premessa necessaria per gli esperti dell’universo Marvel è quella di dimenticare completamente lo Shang-Chi dei fumetti, che nulla c’entra con quanto vedrete in sala. Solo la storia d’origine del personaggio è rimasta, nella sostanza, invariata: il giovane Shang-Chi (Simu Liu) viene cresciuto e addestrato da un uomo potente e malvagio per diventare una spietata macchina assassina. Nel fumetto, il nostro eroe scappa e si unisce ai servizi segreti britannici, portando avanti avventure di stampo spionistico. Nel film, invece, Shang-Chi si ritrova in America, inseguito dalla compagnia dei Dieci Anelli. E la sua avventura è ben lontana dal mondo di James Bond.
Alcune decisioni prese durante la stesura della sceneggiatura hanno, per me, dell’incomprensibile. Il film è evidentemente diviso in due atti quasi agli antipodi l’uno con l’altro. Tanto da chiedersi se non siano stati scritti da due persone diverse che non si siano incrociate neanche per sbaglio nei corridoi della Disney. La prima parte è banale, sì, ma efficace. La struttura è sempre la stessa, tipica dei prodotti nati per introdurre un nuovo eroe: flashback, spiegoni, presentazione sommaria e riassuntiva dei personaggi. Tutto lineare, però, tutto giusto e d’intrattenimento, tutto quello che ci si aspetta da un film di origine e, soprattutto, da un’opera della Marvel. Il cui scopo, si sa, è il divertimento dello spettatore. E diverte Shang-Chi quando combatte corpo a corpo, quando mostra un po’ di arti marziali e di coreografie pirotecniche. Ripensando alla prima sequenza nel bus, ben orchestrata e con scelte registiche non scontate, ci si domanda perché non si abbia deciso di costruire tutta la pellicola in questo modo.
Pseudo Wakanda, Pokémon e mostri giganti
Dopo circa un’ora, il film vira bruscamente verso una direzione non solo molto più scontata, ma del tutto incoerente con tutto quello che si era visto in precedenza. I protagonisti, attraverso una serie di convenevoli coincidenze, vengono catapultati in un luogo a metà tra il Wakanda e una regione a caso del mondo dei Pokémon. Inizia, così, un’avventura fantasy che sfocia in quello che sembra un film dell’Asylum tra mostroni che combattono tra di loro, comportamenti umani insensati e colpi di fortuna poco realistici. L’elemento magico presente fin dalle prime battute del film si espande a macchia d’olio, i protagonisti rimangono isolati in un’unica area. Alla fine, il primo atto del film, appare solo come un vago ricordo.
Tutti più interessanti di Shang-Chi
Di Shang-Chi come personaggio non c’è neanche nulla da dire, piacevole, ma insipido ed insignificante. Awkwafina, che interpreta la sua amica Katy, gli ruba del tutto la scena, comic relief perfetta nella prima parte, improbabile spalla avventurosa nella seconda. Il villain, portato su grande schermo dal bravo Tony Leung Chiu-Wai, deve tutto il suo fascino all’attore che lo interpreta. Anche con lui, coerenza nella scrittura non pervenuta. Dipinto come il più cattivo dei cattivi, nulla fa nella pellicola per essere definito tale, anzi, quasi riesce a farsi volere bene dallo spettatore. Ben vengano i personaggi con sfumature, non del tutto polarizzati e polarizzanti, ma è abbastanza intuibile quando questa sia una scelta ponderata e quando invece ci troviamo davanti a una caratterizzazione fatta malamente.
Tanta (troppa?) Disney
Pregio della pellicola è il clima umoristico ed ironico, massicciamente più presente rispetto alle ultime fatiche della Marvel. Si ride e ci si prende in giro, forse anche troppo. Il tono è dichiaratamente più leggero, come se la pellicola fosse rivolta più ai preadolescenti che ai giovani adulti su cui, di solito, si concentra lo studio cinematografico. C’è poco da dire, lo stile è quello Disneyano, che infarcisce tutto di colori brillanti e creature fantastiche adorabili (l’animaletto Morris privo di connotati vince a mani basse il mio cuore). L’effetto è impressionante a livello visivo, ma lascia come la sensazione di assistere a qualcosa di finto, di poco sincero. Tutta l’anima spirituale e mistica che ci si aspetterebbe da una simile ambientazione e dal suggestivo folklore cinese è del tutto assente. Risultavano più convincenti le metropoli, americane e cinesi, presenti (superfluo sottolinearlo) solo nella prima parte.
Commento finale
Vale la pena, quindi, di guardare questa pellicola? Di certo, per gli appassionati dell’universo supereroistico, non è un film trascurabile, come poteva esserlo Black Widow (clicca qui per leggere la nostra recensione). Shang-Chi non solo sarà un personaggio sicuramente ricorrente nei prossimi film, ma la pellicola sembra suggerirci che avrà anche un ruolo importante nella quarta fase del MCU. Per tutti gli altri spettatori, invece, è più difficile a dirsi. Chi si diverte con le arti marziali, si annoierà per tutta la seconda parte. Chi vuol vedere un po’ di mostri in CGI, si farà un bel riposino durante la prima. Awkwafina, invece, potrebbe far ridere tutti. Ma ci sono film decisamente migliori in cui vederla all’opera.
Seguici su Facebook e Instagram per non perderti neanche un nostro articolo e clicca qui per raggiungere la nostra home.
Recensione di: Matilde Tramacere.

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Premi Oscar 2022: ci ricorderemo di CODA in futuro?
Trivia
- I primi combattimenti sono degni di nota.
- Buon senso dell'umorismo.
- Probabilmente sarà importante per lo sviluppo della quarta fase.
Goofs
- Due atti troppo distinti e incoerenti tra loro.
- Protagonista scialbo.
- Una storia che va avanti grazie a colpi di fortuna e convenevoli coincidenze.