
Robin Hood – L’origine della leggenda
Regista
Otto Bathurst
Cast
Taron Egerton, Jamie Foxx
Sceneggiatore
Ben Chandler
Produttore
Leonardo Di Caprio
Durata
1H 56 MIN
Offerte
Data di uscita
22 Novembre 2018
ROBIN HOOD – L’ORIGINE DEL DISAGIO DELLA LEGGENDA
La parabola cinematografica dell’infallibile arciere di Sherwood e della sua allegra brigata di fuorilegge ebbe inizio addirittura nel 1908. Da allora Robin Hood ha avuto innumerevoli volti, da quelli giovani e scanzonati di Douglas Fairbanks e Errol Flynn (suo interprete più famoso) a quelli più maturi di Sean Connery, Kevin Kostner e Russel Crowe. Senza ovviamente dimenticare il suo essere diventato una volpe in mano alla Disney (in film che pur fatto con gli scarti è riuscito a diventare un cult assoluto)
Robin ha perfino incontrato Doctor Who. E Fantozzi.
QUANDO UN FILM E’ SUPERFLUO
Giunti dunque nel 2018, dopo decine di trasposizioni in tutte le salse, dopo film che ne hanno narrato le origini, film che ne hanno narrato la fine, discutibili serie tv fantasy anni ’90, cartoni Disney, anime, parodie made in Mel Brooks e tante altre cose, logica direbbe di smetterla, soprattutto se non si hanno idee decenti.
Ma la logica e l’industria del blockbuster (o presunto tale, in questo caso specifico) non vanno sempre d’accordo. Ecco allora che ci tocca rivedere il buon Robin, questa volta con il volto (perdonate il gioco di parole) mascelluto e la scarsa altezza di Taron Egerton, amato (sopratutto da me) protagonista dei due Kingsman e futuro interprete di Elton John in un biopic in uscita.
Se le speranze riposte erano assai scarse e il trailer prometteva male, la visione del film si è rivelata peggiore di qualsiasi aspettativa. Siamo dalle parti de “I tre moschettieri” con Orlando Bloom, e quel film è uno delle peggiori esperienze in sala che chi scrive abbia mai vissuto.
Ma andiamo con ordine…oppure no, vi sparo subito una bella immagine che esemplifica in che condizioni siamo.
Robin Hood alle Crociate, vestito come un moderno soldato in Iraq. Crociate combattute con tattiche di guerriglia, arabi senza volto e cattivissimi che neanche se il film l’avesse scritto lo staff di Donald Trump capitanato da un redidivo Tom Clancy. Arabi ovviamente interpretati da neri americani e non da mediorientali, perché tanto tutti i non-bianchi sono uguali, vero? E questa è solo la punta dell’iceberg di un film fallimentare sotto ogni possibile punto di vista.
E’ TUTTO SBAGLIATO, E’ TUTTO DA RIFARE…
…avrebbe detto Gino Bartali.
Il mito di Robin Hood viene letteralmente fatto a pezzi da un pretenziosa voglia di fare un film impegnato, ma che risulta avere lo spessore politico del profilo Facebook di un sessantenne scarsamente alfabetizzato. Comico poi che il cattivissimo e tirannico Sceriffo di Nottigham (un Ben Mendelsohn imbarazzante) conceda al popolo il voto per alzata di mano manco fosse un’assemblea del PCI del 1975. E comici sono gli esponenti del clero, tutti troppo caricaturali per suscitare nello spettatore anche solo una leggera indignazione. Sulla presenza di F. Murray Abraham in questo schifo non mi esprimerò, avendo già pianto abbastanza
Ma almeno c’è un bel po’ di trash, no? No.
Il film sembra un pallido tentativo di imitare lo stile di Baz Luhrmann senza avere neanche un decimo della sua consapevolezza camp. Ad ogni cosa che potrebbe esserlo non viene riservata la giusta attenzione e finisce nel dimenticatoio dopo mezzo minuto.
Se il trash c’è, è del tutto involontario e riconducibile a scelte di regia, sceneggiatura e montaggio (mio dio, il montaggio qui è una delle cose più insensate che si possano concepire) che ne fanno praticamente un film di serie Z anni ’80 sotto steroidi. Qualche esempio? Jamie Foxx, arabo anti-cristiano, arrivato clandestinamente in Inghilterra nascosto in una nave inglese (risate) che parla inglese fluentemente (doppie risate) e conosce la politica inglese meglio di Robin, lord inglese purosangue (risate coi fiocchi). A proposito, Jamie Foxx è Little John.
I comizi sovversivi organizzati IN PIENO GIORNO E ALL’APERTO senza che si veda traccia di guardie. Ci sarebbe altro, ma tacerò.
Per il resto, tutto ha la trasparenza della carta velina. Trasparente il protagonista, che praticamente non compie alcun arco di trasformazione degno di nota. Trasparente Fra Tuck (che vedete nel frame qui sopra) che vorrebbe essere la linea comica fallendo miseramente. Trasparente Marian, che non si capisce bene cosa sia.
Trasparenti le scene action di cui il film è imbottito, e no non sono scene d’azione SPETTACOLARI, almeno non in un mondo in cui esistono film come The Raid, Mad Max Fury Road o La Notte su di Noi. Ma pure Atomica Bionda dai.
E chiudiamo parlando di una figura importantissima nella leggenda dell’arciere di Sherwood, un personaggio assolutamente fondamentale almeno quanto il protagonista: l’usurpatore per eccellenza, il malvagio Principe Giovanni! Cosa dire del Principe Giovanni di questo film?
NULLA, perchè il Principe in questo film non compare e non viene nominato. Penso che questo sia sufficiente
Commento finale:
Robin Hood è l’ennessima, loffia trasposizione di un mito ormai stantìo. Un film di serie Z spacciato per blockbuster, in cui non una cosa funziona come si deve. Non sarebbe ora di smetterla?

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Premi Oscar 2022: ci ricorderemo di CODA in futuro?
Trivia
- Taron Egerton è nano ma sempre bello da vedere
Goofs
- Praticamente tutto a livello di sceneggiatura, regia, montaggio e recitazione