Spiderman Homecoming
8.2/10

Spider-Man Homecoming

Regista

Jon Watts

Cast

Tom Holland, Robert Downey Jr, Michael Keaton, Marisa Tomei

Sceneggiatore

Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford, Chris McKenna, Erik Sommers

Produttore

Columbia Pictures, Marvel Studios, Pascal Pictures

Durata

133 minuti

Offerte
€23,69
Data di uscita

6 Luglio 2017

Spider-Man Homecoming. Dopo il breve ma intenso cameo in Civil War torna il vero e unico Spider-Man che ha fatto impazzire tutte le generazioni!

Spiderman Homecoming

Ancora Spider-Man?
Pensando al sesto film sul supereroe di casa Marvel molti fan avrebbero storto il naso. Invece pare proprio che le abili mosse di Kevin Feige come produttore abbiano rilanciato a dovere il franchise ritornato a casa dopo anni di “erasmus”.
Ebbene si, Sony stringendo un’importantissimo accordo con i Marvel Studios ha permesso questo. Prima Spider-Man in “Captain America: Civil War” e poi uno spin-off dedicato.
Bombardati di pubblicità, dopo aver visto Spider-Man in tutte le salse, dalla finale di Champions League allo spot della TIM con tanto di balletto incluso, sembra però che la campagna abbia funzionato per un film che esprime al meglio le proprie potenzialità. Quali? ora le vedremo insieme!

Lo Spider-Man del 2017

“Ehi tu? Sei lo Spider-Man? Quello di Youtube?
Questa è la frase che si sente dire spesso il nostro celebre Peter Parker. Una frase che nessuno avrebbe pronunciato nel 1963, anno del suo esordio sulle pagine di “The Amazing Spider-Man #1“.
Un riadattamento ai ritmi e ai passatempi della quotidianità per l’Uomo Ragno. Spiderman è visto più come un personaggio simpatico che attira followers sui social piuttosto che come un vero e proprio Avenger. Un ragazzino che vuole attirare l’attenzione degli adulti.

Spiderman Homecoming

E il video è il modo a lui più congeniale per farlo. In alcune scene vediamo il film girato da Peter stesso in un formato simile all’1:1 di Instagram. Spider-Man è un ragazzino invadente e invasato nel documentare tutto ciò che gli succede. Uno spunto interessante che avvicina un personaggio nato 54 anni fa agli adolescenti di oggi. Il “social character” e il costume ipertecnologico sono le due peculiarità che lanciano il nuovo “Bimbo Ragno” in un mondo dove forze del bene e del male hanno già fazioni definite da tempo.

La crescita di un eroe

Il “Protocollo Triciclo” dimostra come Tony Stark (Robert Downey Jr.) veda Peter Parker.
E come dargli torto? Peter è un ragazzino di 15 anni, troppo intelligente per essere un vip come Flash a scuola e troppo immaturo per combattere con gli Avengers.
Quest’immaturità e poca credibilità sono evidenti. Non ha uno stile di combattimento da Vendicatore, spesso ricorre al costume ipertecnologico che indossa e ai suoi spara-ragnatele per sopraffarre i nemici.
Insomma non è lo Spider-Man che abbiamo visto nella trilogia di Raimi. Non hanno niente in comune.
Peter è un ragazzino che ancora non comprende a pieno il mondo dove vive. Affronta gli eventi con leggerezza e superficialità e spesso rimane scottato dalla sua imprudenza. Vedasi gli scontri con Avvoltoio (interpretato da uno splendido Michael Keaton) che lo mettono sempre nel sacco.

Spiderman Homecoming

Peter è un ragazzino che nasconde (ed anche male) Spider-Man al mondo, che non riesce a reggere il peso della doppia personalità e che non è capace di dialogare con gli adulti e con i suoi coetanei.
Siamo di fronte alla crescita formativa di un personaggio che vedremo (mi auguro) per i prossimi 10 anni sul grande schermo. Una crescita che non tarda ad arrivare e che viene assaporata in mezzo alle centinaia di gag di questi 130 minuti di proiezione.
Il nuovo Spider-Man si ama per questo. Gli adolescenti lo considerano uno di loro, e gli adulti rivedono in lui i propri figli. O loro stesi da giovani.
Gli sbagli di un ragazzo in crescita, che raggiunge con tenacia la consapevolezza di avere un suo posto nel mondo.

Un eroe in mezzo a tanti…ma unico

Iron Man è colui che ha creduto in Peter, che lo ha portato a 14 anni al suo primo scontro.
Perché? Perché Tony Stark è l’unico che nota Spider-Man in un mondo saturo di eroi. Un eroe che vorrebbe far entrare negli Avengers ma allo stesso tempo vorrebbe proteggere come farebbe un padre.
Padre? Madre? Non vengono quasi nominati nei capitoli precedenti sul personaggio. Abbiamo solo la Zia May (Marisa Tomei), qui rilegata ad un sexy ruolo marginale. Solo in un dialogo tra Peter e l’amico Ned si lascia intendere qualcosa riguardo alla famiglia di Peter.
Spider-Man nella sua incompletezza ha qualcosa che non hanno gli altri eroi, il cuore. E’ la passione e la devozione che ha verso il mondo che gli danno il coraggio di affrontare qualunque minaccia.
Spider-Man è folle, ma un folle con le palle.

Spiderman Homecoming

Non pensa spesso alle conseguenze, ma cerca di fare sempre di più.
Questo lo pone in una posizione differente rispetto ad un Iron Man che delega il suo lavoro alla tecnologia. E anche ad un Capitan America che non riesce a mettere da parte il proprio passato.
Spiderman conosce poco il mondo dove vive ma ha la tenacia che lo spinge a non mollare mai. Forse è questo il messaggio più semplice e più bello del film.
Non dobbiamo abbandonare le nostre aspirazioni semplicemente perché sembriamo immaturi per il mondo. Dobbiamo combattere per conquistarci un posto che non sia necessariamente quello che gli altri hanno voluto per noi. Dobbiamo essere unici come lo è Spider-Man a New York e in un mondo che non ama i supereroi quanto lui è amato dal suo quartiere.

Spiderman Homecoming

Commento finale:

Spider-Man Homecoming” è sicuramente un film molto riuscito. La pubblicità ingannevole questa volta non ha screditato questo supereroe. Ancora una volta i Marvel Studios dimostrano di possedere molto di più di un supereroe ed un’icona internazionale.
Spunti di regia interessanti, gag esilaranti (si ride un sacco al pari di “Guardiani della Galassia vol.2“, qui recensito), cuore e anima di chi ha scritto la storia.
Nell’ennesimo film su Spider-Man era difficile rilanciare quello che ormai è un personaggio visto in tutte le salse, ma Feige ha fatto un ottimo lavoro così come Jon Watts, regalandoci una regia sorprendente.
Niente slow ma un “natural live action” che fa apprezzare la semplicità di un Perter Parker acerbo ma che stuzzica l’attenzione del pubblico.
Spider-Man aveva fatto impazzire tutti col cameo in “Civil War” e con questo film ha spazzato via tutte le dicerie, così come il fantasma della trilogia di Raimi. Big up for Spidey!

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