
Quanto basta
Regista
Francesco Falaschi
Genere
Commedia
Cast
Vinicio Marchioni, Luigi Fedele, Valeria Solarino, Alessandro Haber, Nicola Siri, Gianfranco Gallo
Sceneggiatore
Filippo Bologna, Ugo Chiti, Francesco Falaschi, Federico Sperindei
Produttore
Notorius Pictures, Verdeoro, TC Filmes, Gullane
Durata
92 minuti
Offerte
Data di uscita
5 Aprile 2018
Quanto basta. Redenzione e riscatto a colpi di cucina e non solo
Il giovane pieno di speranze e l’uomo disincantato. E poi il viaggio, la cucina, il concorso, il riscatto… “Quanto basta” esce in un periodo di tremenda competizione al box office, si sarà giocato bene le sue carte? Scopriamo insieme l’esito della quarta regia di Francesco Falaschi.
La cucina come attrazione audiovisiva
Anche i film piccoli hanno il loro interesse, il loro peso. Ogni film ci parla del presente, esprime e rappresenta la cultura che lo ha partorito e che, forse, lo giustifica. “Quanto basta” ha almeno un gigantesco elemento che, tra 20/30 anni, testimonierà la sua appartenenza al corrente periodo storico, ovvero la cucina. Lo sappiamo tutti quanto e in che maniera il cibo italiano ci rappresenti agli occhi del mondo e di noi stessi. Tanto nella pratica quotidiana quanto nel consumo audiovisivo degli ultimi 10 anni. Non faremo certo qui l’infinita lista di programmi di cucina di successo e non che occupano ancora oggi i nostri schermi, ma alcuni tratti hanno evidentemente influenzato la pellicola a partire dalla fase di scrittura.
Abbiamo il cuoco che smatta (Vinicio Marchioni/Gordon Ramsay), il rivale sosia/parodia di Cracco (il buon Nicola Siri), il vecchio maestro, il giovane talento da educare e, soprattutto, il concorso. Che si tratti di sensibilità del palato o di preparare piatti dovendo usare tutti gli ingredienti indicati, le prove che Guido deve superare sono ben radicate nel nostro immaginario. Le conosciamo, abbiamo determinate attese. E soprattutto siamo abituati a vederle in un altro medium, quello televisivo. Dunque con un altro linguaggio e ritmo.
Uno dei punti deboli di “Quanto basta” è infatti il non aver enfatizzato in chiave cinematografica le prove, i piatti, le abilità dei cuochi. Ok, le prerogative erano altre (ne parleremo nel paragrafo successivo). Ma rinunciare ad un enfatizzazione degli odori, delle superfici, dei sapori è un errore che potrebbe disorientare lo spettatore? Temiamo di sì, dal momento che buona parte delle immagini che vediamo mostrano persone che cucinano senza però restituire un punto di vista caratteristico su ciò che stanno facendo. Così come non si fa un film sportivo senza cavalcare la specificità cinematografica (che sia di natura visiva o sonora) di quella disciplina, non si fa un film di cucina senza farci venire voglia di mangiare. Ed in alcuni casi i piatti neanche si vedono bene…
Falliti e diversi
Se il concorso di cucina è incapace di generare appetito, è tuttavia in grado di farci tifare per i personaggi. “Quanto basta” è un fiume in piena ed, in appena 90 minuti, propone un caleidoscopio di situazioni molto interessanti. Fantastica è la caratterizzazione quasi da film noir della vita solitaria di Arturo. Alcol, prostitute, passeggiate notturne ed il definitivo contatto con un ambiente marcio che però rappresenta la sua unica possibilità di sopravvivenza economica. Un personaggio disperato per la virile solidità di un attore come Vinicio Marchioni. Dannazione da una parte, redenzione dall’altra. Valeria Solarino (sempre più fragile volto cinematografico della dolcezza) e Luigi Fedele rappresentano appunto il riscatto umano di Arturo.
Laddove è un po’ superficiale il lavoro sull’erotizzazione del cibo, il team di “Quanto basta” c’entra invece il bersaglio sull’altro grande tema che è quello dell‘incontro tra diversi. Parliamo della sindrome di Asperger, quindi di un personaggio affetto da un particolare disturbo del comportamento. “Rain Man” non può che essere l’eterno punto di riferimento per questo genere di storie, seppur con le diversità del caso ed anche parodizzato in una battuta iniziale. Il film avvicina i due maschi tramite l’emergere di esperienze paterne simili, instaurando un rapporto padre-figlio o allievo-maestro molto credibile. Molto belli sono i discorsi sul mondo femminile, le scene di guida ed altri momenti di efficace intimità.
Commento finale:
Il film ha cuore, attori che trasmettono affetto e passione per ciò che raccontano. Le umanità in gioco si divorano, cinematograficamente parlando, i piccoli piaceri dello spettatore relativi a paesaggi o specialità culinarie, ma poco male. La concorrenza è davvero tosta ma ci auguriamo che “Quanto basta” riesca a ritagliarsi il suo spazio al botteghino.
Recensione di: Lorenzo Re

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Premi Oscar 2022: ci ricorderemo di CODA in futuro?
Trivia
- Cast più che azzeccato
- Sceneggiatura colma di spunti e situazioni interessanti
- Buon approccio ad un argomento delicato come la diversità
Goofs
- Non viene mai voglia di mangiare i piatti che vediamo nel film