mai raramente a volte sempre
7,3/10

Mai raramente a volte sempre

Regista

Eliza Hittman

Cast

Sidney Flanigan, Talia Ryder, Théodore Pellerin

Sceneggiatore

Eliza Hittman

Produttore

Focus Features

Durata

1h 41min

Offerte
Data di uscita

13 agosto 2020

Due adolescenti viaggiano dalla Pennsylvania rurale a New York per cercare un aiuto medico dopo una gravidanza indesiderata.

Mai raramente a volte sempre: una semplicità deflagrante

mai raramente a volte sempre
 Da sinistra: Talia Ryder, Eliza Hittman e Sydney Flanigan

Tutto è molto semplice. C’è una ragazza incinta che decide di abortire. C’è l’America, quella rurale, degli spazi aperti e dei mall di provincia. E c’è un viaggio per New York, dove sarà possibile interrompere la gravidanza. Ma soprattutto c’è l’amicizia e il potere della solidarietà femminile. Tutto questo è Mai raramente a volte sempre di Eliza Hittman. Presentato al Festival di Berlino 2020, Mai raramente a volte sempre (Never Rarely Sometimes Always) è semplice solo in apparenza. Nella struttura lineare come le highways che la diciassettenne Autumn (la bravissima esordiente Sydney Flanigan), accompagnata dalla cugina e migliore amica Skylar (Tayla Ryder, che vedremo presto nel remake di West Side Story by Spielberg), percorre fino alla Grande Mela. Una trama senza perifrasi che apre un dibattito delicato e complesso. Un approccio che è valso alla regista e sceneggiatrice americana il Premio Speciale Neorealismo al Sundace 2020 e il Gran Premio della Giuria a Berlino.

Odissea al femminile

Il suo viaggio. La sua scelta.

Vedere Mai raramente a volte sempre è  come guardare attraverso uno vetro opaco. Le forme che si intravedono compongono l’enorme complessità di un film necessario, emotivamente sospeso e visivamente potente, dove la regia incolla lo spettatore alle protagoniste a colpi di movimenti di macchina. Il pubblico è reso partecipe di questa Odissea fatta di poche parole, ma di molti gesti e sguardi con cui Autumn e Skylar riescono a comunicare, quasi telepaticamente. Durante il viaggio e la notte a New York, in attesa che il consultorio riapra l’indomani, le due ragazze incontrano numerosi personaggi, più o meno positivi, e per superare gli ostacoli dovranno imparare a contare su sè stesse, ma soprattutto le une sulle altre.

Mai raramente a volte sempre: il thriller di ogni donna

mai raramente a volte sempreDurante la conferenza stampa alla Berlinale, la Hittman ha spiegato la sua volontà di raccontare – testuali parole – «il thriller quotidiano di ogni donna». Il tema scottante dell’aborto, ancora oggetto di tabù nel “civilizzato” Occidente, è quasi un McGuffin: un pretesto, per dare il via alla storia e raccontare lo spaccato di una vita anonima tra mille altre. La definizione, ha continuato la regista, comprende tutte le molestie, le angherie, più o meno esplicite e viscide, che ogni donna si ritrova ad affrontare ogni giorno. La stessa consapevolezza di essere guardate in un certo modo, in quel modo, viene trasmessa dagli sguardi bassi di Autumn e Skylar, dai loro passi accelerati, dalle occhiate furtive oltre le spalle. Tutto ciò dimostra l’eccellente lavoro della regista e la sua eccezionale sensibilità, capace di portare a una empatia spiazzante con le protagoniste. Fatto ancor più apprezzabile se si presta attenzione al punto di vista della storia: sempre distaccato, il più oggettivo possibile. Questo per non lasciare spazio a sovra interpretazioni e (pre)giudizi di sorta.

Una scrittura sospesa

mai raramente a volte sempreNessun perché, nessuna spiegazione. In Mai raramente a volte sempre colpisce l’assenza di qualsiasi prima e dopo. Non si sa cosa sia successo ad Autumn, come sia rimasta incinta, la storia della sua famiglia, la sua infanzia. Il film si mantiene su un tono basso, senza concedere neanche il lusso di un flashback. La scrittura crea un’atmosfera sospesa, in cui lo spettatore ha il compito di ricostruire l’accaduto, partendo da stralci di dialoghi, ipotesi, sguardi e mezze frasi. Cuore centrale è la scena del consultorio, dove la ginecologa chiede a Autumn di rispondere a delle domande con una scala di valutazione: mai raramente a volte sempre. Un momento straziante, a dire che non può esserci alcuna narrazione senza una ricostruzione. L’originalità del film è tutta qui. C’è solo il fatto, nudo e crudo, della scelta di questa ragazza e i tentativi di poter accedere ad un proprio diritto. Ciò che succederà poi, si può solo immaginare.

Mai raramente a volte sempre: commento finalemai raramente a volte sempre

Mai raramente a volte sempre è un film scioccante nel senso più alto. Un fulmine a ciel sereno. Fa pensare a quelle giornate perfette che basta una frase storta, detta con un tono di troppo, a far implodere tutto. Elisa Hittman ci porta in un quotidiano solo in apparenza semplice e banale, ma percorso da correnti profonde appena percettibili in superficie, dove i segreti e bugie si mescolano senza mai trapelare del tutto. Lo spettatore può solo assistere e intuire cosa si muove nelle profondità delle due protagoniste. Un mostrare senza raccontare che colpisce con durezza. Non servono flashback, racconti, dialoghi o spiegoni. Bastano uno sguardo di sottecchi o una mezza parola per capire tutto. Insomma: da (ri)vedere? Sempre.

 

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8

Ottimo

Trivia

  • Il thriller quotidiano di ogni donna
  • Atmosfera emotiva sospesa
  • Regia empatica senza essere invasiva
  • Punto di vista oggettivo
  • Nessun (pre)giudizio
  • Fotografia sublime

Goofs

  • Vorresti vederne altri mille di film così!