
Madre
Regista
Bong Joon-Ho
Genere
Drammatico
Cast
Kim Hye-Ja, Won Bin
Sceneggiatore
Park Eun-kyo, Bong Joon-ho
Produttore
Park Eun-kyo, Bong Joon-ho
Durata
128 min.
Offerte
Data di uscita
1 luglio 2021 (Italia) - 2009 (originale)
“Volevo fare un film che scavasse in profondità, in ciò che è caldo e potente, come il cuore di una palla di fuoco”
Bong Joon-Ho, parlando di Madre
Potremmo dire che Madre è lo step successivo in un’ipotetica carrellata di Bong Joon-Ho nell’esplorare la società. La pellicola mancante del regista arriva finalmente in Italia per merito di PFA Films, che ringrazio per l’anteprima in sala.
Dai condomini di Barking Dogs Never Bite, passando per le indagini-farsa di Memorie di un Assassino e la famiglia disfunzionale di The Host , ci troviamo stavolta con un focus rivolto principalmente su un volto, quello della bravissima Kim Hye-Ja. Un percorso che parte dall’esterno, e successivamente si avvita attorno alla sua protagonista. La storia di Madre ha un inizio semplice, da cui origina un’indagine individuale che procede con un ritmo in superficie pacato, ma che al suo interno vede agitarsi diversi tumulti.
Un labirinto firmato Bong Joon-Ho

La titolare Madre, priva di un nome proprio, è il fulcro di tutto il film. Il mondo non ruota attorno a lei, anzi, cercherà di ostacolarla, di dimenticare in fretta il caso in cui è stato coinvolto suo figlio, ma la protagonista lotterà con tutte le proprie forze per trovar giustizia.
Nel film, la camera la segue da lontano, dispersa in una distesa di grano, la inquadra di spalle mentre ricostruisce nella propria mente istanti decisivi, ne inquadra gli occhi stanchi, ma in nessun momento fermi. Quella a cui si assiste è una maratona di determinazione, un gioco dell’oca distorto in cui il dado sembra truccato, e ogni casella riporta all’inizio.
Le regole del gioco

E se le chance di vittoria sono puntate contro di lei, allora la Madre non può far altro che cambiare, adattarsi. Abbandonare lentamente piccoli pezzetti della propria anima lungo il percorso, donati per trovare un’energia che probabilmente non sapeva neanche di possedere. Gli altri pezzi sul tabellone sono personaggi che vanno e vengono, comprimari in grado di mostrare lati dell’umanità che non vorremmo vedere, quasi un esercito avverso, persino… pedine.
La Madre scava un lungo tunnel alla ricerca della verità, e anche quando il punto d’inizio è lontano e le stelle del cielo solo un ricordo, non può guardarsi indietro, o fermarsi. E noi siamo con lei in questa lunga galleria, incapaci di vedere cosa attende poco più avanti, sospinti con maestria da Bong Joon-Ho.
Commento Finale
Madre è, senza utilizzare mezzi termini, una delle stelle più luminose nella filmografia di Bong Joon-Ho. Come è consueto aspettarsi dallo stile eclettico del regista, alterna momenti di tenerezza, altri quasi farseschi, situazioni cupe e svolte senza ritorno, che lasciano attoniti. L’occhio concentrato sulla protagonista restituisce uno dei personaggi più profondi e drammatici del regista, che quasi ricalcando l’arte dell’agopuntura praticata dalla Madre, sa quali punti toccare con gentilezza o in cui affondare, per dar vita ad emozioni che restano anche dopo l’uscita dalla sala.
Recensione a cura di Marcello Cascio.
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Trivia
- Una regia attenta e ricca di dettagli.
- Bong Joon-Ho trascina in un labirinto di emozioni oscure.
Goofs
- Lo scarso approfondimento dei personaggi secondari potrebbe risultare indigesto.