
Lockdown all’italiana
Regista
Enrico Vanzina
Genere
Commedia
Cast
Ezio Greggio, Paola Minaccioni, Martina Stella, Ricky Memphis
Sceneggiatore
Enrico Vanzina, Paola Minaccioni
Produttore
Adriano De Micheli, Enrico Vanzina
Durata
94 minuti
Offerte
Data di uscita
15 ottobre 2020
“Fa ridere, fa riflettere, e unisce tutte le generazioni. La butto lì: e se Ezio Greggio fosse il Tom Hanks italiano?”
Commento a caldo di S.G. post Lockdown all’italiana, 16/10/2020
Un’esperienza irripetibile
Depauperamento culturale, retorica contundente, magmatico. L’esperienza di Lockdown all’Italiana, ultimo film diretto da Enrico Vanzina, è in termini McLuhaniani una costante alterazione della dimensione sensoriale (e dell’intelligenza) dello spettatore. Parte con le premesse stilistiche ed estetiche di un cinepanettone standard, per poi tentare di veicolare vacui messaggi di stampo socio-politici, come se a tratti il film fosse affetto da stati catatonici.
Dall’oggettificazione del corpo femminile, fino agli stereotipi razzisti, Vanzina non si fa scrupoli nel demolire con una certa estasi tutte le battaglie femministe e antirazziste protagoniste del 21esimo secolo. Il nome “Happy” associato al maggiordomo di etnia indiana, come se fosse un animale domestico, è la triste ciliegina razzista sulla torta.
Il risultato finale, senza troppi plot twist, è un film che punta a parlare alla pancia dello spettatore abituandolo alle più obsolete rappresentazioni mediali.
Cos’è esattamente Lockdown all’italiana?
Un’osmosi confusionale che vorrebbe veicolare un messaggio di spensieratezza e speranza, ma che sollecita nello spettatore solo sdegno e autolesionismo intellettuale. Da citazioni raffinate cinematografiche di Profumo di donna di Martin Brest fino ad arrivare a Anna Karenina di Tolstoj, oltre che da un’ampia selezione di barzellette per boomers (clip), Vanzina tenta vanamente di denuclearizzare la dimensione ansiogena generata dalla pandemia ancora in corso.
Il debole impianto simbolico del film (non è detto che ci sia) viene presentato da una regia anonima che accompagna svogliatamente lo spettatore attraverso inquadrature statiche e perlopiù fisse. C’è comunque qualche pigro tentativo di “dinamicizzare” i conflitti narrati nel film (tutti riconducibili ovviamente alla sfera sessuale, l’eden dello spettatore medio italiano).
I movimenti di macchina traballanti uniti alla sceneggiatura apparentemente scritta durante un abbiocco fanno, inevitabilmente, sprofondare il film in un abisso apparentemente senza fondo. L’operatore di ripresa stava forse inorridendo per le battute o tremava per la svolta drammatica intrapresa dalla sua carriera con questo film?

Era davvero necessario?
Tra le critiche che hanno fin da subito accompagnato il film rientra sicuramente il contesto temporale in cui è stato annunciato e rilasciato il film. Un contesto in cui non solo la pandemia non è ancora cessata, ma che ha dilaniato probabilmente per sempre numerosi nuclei familiari e categorie sociali deboli e ancora scarsamente rappresentate nel nostro paese (giovani, donne, stranieri), senza contare i numerosi morti.
Inappropriato mostrare quindi il personaggio di Ezio Greggio impegnato a cornificare ripetutamente la moglie, o anche figure femminili come quella di Paola Minaccioni impegnata a preoccuparsi solo del proprio fisico e della progettualità della sua dieta (non si menziona nemmeno un suo ipotetico lavoro).

Commento Finale
Tra tutte le questioni che l’ultima “fatica” di Vanzina lascia (come sarà il mondo post pandemia? Ezio Greggio ha davvero letto tutti quei libri di Màrquez? Ricky Memphis è davvero un attore o è la proiezione dei nostri più profondi e reconditi traumi infantili?), il film ci trasmette però una certezza.
Lockdown all’Italiana è una palestra, una continua ricerca lessicale per meglio descrivere e inquadrare l’esperienza trascendentale e mistica che la sua visione si presta a regalarci.
Ma è il film ad essere retrogrado, razzista, stereotipato, mal sceneggiato, mal diretto, o siamo noi spettatori ad essere rimasti indietro?
Recensione a cura di: Alessandro Vitale Lollo.

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Trivia
- C’è un emozionante tentativo di carrellata circolare verso metà film. Incredibile ma vero
- La pronuncia del termine "Smart Working" di Greggio è sublime
Goofs
- Ricky Memphis
- Si intravede una clip con Barbara D'Urso
- Ricky Memphis
- Non c’è un cameo del Gabibbo
- Tutto il resto. Compreso Ricky Memphis