
L’incredibile storia dell’isola delle rose
Regista
Sydney Sibilia
Genere
Commedia , Drammatico , Sentimentale , Storico
Cast
Elio Germano, Matilda De Angelis, Luca Zingaretti
Sceneggiatore
Sydney Sibilia, Francesca Manieri
Produttore
Groenlandia
Durata
1h 57min
Offerte
Data di uscita
9 dicembre 2020 (Italia)
Disponibile su Netflix dal 9 dicembre, L‘incredibile storia dell’isola delle rose è l’adattamento cinematografico firmato Sydney Sibilia di un ambizioso progetto ingegneristico italiano del 1968. Se venire a conoscenza dell’isola vi lascerà a bocca aperta, i colori pastello e i toni leggeri del film vi immergeranno in una favola anni Sessanta.
Perché costruire l’Isola delle Rose?
L’ingegnere Giorgio Rosa ha costruito una piattaforma di 400mq, chiamata “L’isola delle rose”, al largo delle coste di Rimini ma fuori dalle acque internazionali. Quindi, in un non-luogo che può far suo, con le sue regole e il suo stile di vita. Ma perché? Qui si apre un bivio: film vs realtà. Analizzeremo questa differenza alla fine delle recensione, ma intanto possiamo anticipare qualcosa. Il Giorgio del film è un brillante ingegnere neolaureato che ama costruire cose “fuori dagli schemi”, secondo la sua visione. La sua automobile, ad esempio, è una sua creazione. È un personaggio borderline, non è compreso da chi vive secondo i canoni della società e vuole dimostrare al mondo di poter vivere come vuole lui, grazie alla sua genialità. Lo fa perché lo può fare. Lo fa perché gli altri dicevano fosse impossibile. E anche un po’ per amore. Genio o follia?

Iniziamo con un pizzico di Wes Anderson…
Il film si apre su schermo nero con Mes Amis, un brano del 2018 dai toni allegri anni ’60, che diventa diegetico appena appare l’immagine. Siamo in macchina, la musica proviene dalla radio e un uomo sta guidando in un paesaggio innevato. La fotografia è griogio-azzurra; appare una didascalia con luogo e data. L’uomo è il presidente del consiglio d’Europa e si sta recando al lavoro. Nell’enorme atrio del palazzo, avviene il primo incontro con il protagonista, il giovane Giorgio Rosa (Elio Germano). Attraverso il discorso tra il presidente e il custode del palazzo, che avviene mentre in secondo piano Giorgio tossisce ripetutamente, percepiamo il tono comico (ma non per questo superficiale) del film. Quando il presidente accetta di parlare con Giorgio, si apre un lungo flashback che spiega cos’abbia portato lì il ragazzo. Serve, infatti, l’Europa per salvare il destino dell’isola, che altrimenti verrà abbattuta.

Da qui la fotografia si scalda e per tutta la sequenza successiva è accompagnata da una luce rosata (come in foto), che sottolinea il tono disincantato delle vicende. Proprio qui si trova uno dei discorsi più comici del film: Giorgio e Gabriella (Matilda De Angelis) vengono fermati dalla polizia per via della strana auto di lui e dovranno in qualche modo giustificarne l’esistenza.
Sibilia alterna inquadrature decentrate ad altre perfettamente centrate e, insieme ai colori pastello e a una certa ingenuità dei personaggi, immersi in situazioni più grandi di loro, richiama molto lo stile di Wes Anderson. Un’inquadratura in particolare che ricorda l’andersoniano Grand Budapest Hotel (formato e contesto a parte) è quella al motociclista mentre corre in pista.

…e aggiungiamo un po’ di The Wolf of Wall Street
Un giovane squattrinato ma molto caparbio decide di uscire dal sistema e seguire un nuovo stile di vita, raggiungendo soldi e fama. Stiamo parlando di Jordan Belfort o di Giorgio Rosa? L’Isola delle Rose è una sorta di paradiso fiscale in cui Giorgio e i suoi amici (o meglio, colleghi ministri) scrivono le regole. Un vero e proprio stato indipendente con lingua e moneta proprie, che dà del filo da torcere al governo italiano. E Giorgio Rosa ne è il capo di Stato. Sembra un film (e lo è), ma nel 1968 è successo davvero.
Il taglio narrativo che Sibilia dà a L‘incredibile storia dell’isola delle rose è ben diverso dalla realtà dei fatti e ha un po’ il sapore di The Wolf of Wall Street (ma senza droghe). Il vero Giorgio Rosa non era un giovane sognatore come quello fittizio, ma di questo parleremo tra poco. Nel complesso, la storia funziona e regge bene dall’inizio alla fine.
Il cast e i personaggi
Elio Germano, attore versatile e brillante, aggiunge un altro “strano” personaggio italiano realmente esistito (dopo Leopardi e Ligabue) alla lista dei suoi ruoli ben riusciti. La sua bravura spicca subito, attraverso l’accento bolognese del suo personaggio e alcune espressioni facciali che adotta e che danno al suo ingegner Rosa un’aria ingenua a sognatrice. L’isola, infatti, nasce (anche) per riscattarsi da quel “Tu non sei un genio” detto dalla sua ex Gabriella, di cui è ancora innamorato. Lei, interpretata da Matilda De Angelis, rimane un personaggio secondario ma comunque fondamentale per Giorgio. Matilda De Angelis ha già dato prova di essere un nome di punta tra le nuove generazioni di attrici italiane e in questo film lo conferma.
Il gestore delle feste sull’isola, Rudy Neumann, è interpretato da Tom Wlaschiha. Vi state chiedendo dove avete già visto quella faccia nascosta dai baffi biondi? Beh, in Game of Thrones, dove ha interpretato Jaqen H’ghar! È tra il suo personaggio e quello interpretato da Leonardo Lidi, il ricco Maurizio Orlandini, che avviene uno degli scambi più comici del film, ma non faremo spoiler in questa recensione. Orlandini è definitivamente uno dei personaggi più divertenti del film: migliore amico di Giorgio, co-costruttore dell’isola e ministro degli interni.

La giovane barista e ministro dell’economia dell’isola, Franca, è interpretata da Violetta Zironi. Franca rappresenta quei giovani degli anni ’60 che non venivano capiti dalla generazione dei genitori e per questo cercavano una vita lontana da casa. Come lei, che va sull’isola. Il primo abitante fisso dell’isola è il naufrago Pietro Bernardini, interpretato da Alberto Astorri. Altri personaggi secondari ma fondamentali (e irriconoscibili) sono il presidente del consiglio d’Europa Jean Baptiste Toma (François Cluzet), che vuole salvare l’isola, il presidente della Repubblica Giovanni Leone (Luca Zingaretti) e il suo ministro dell’Interno Franco Restivo (Fabrizio Bentivoglio), i due principali nemici dell’isola.
L’isola delle rose: differenze tra film e realtà
Il film di Sibilia ha una grossa componente fittizia, ma non significa che la produzione abbia svolto un lavoro di ricostruzione dei fatti superficiale. In una intervista per Esquire, il regista ha dichiarato di essere venuto a conoscenza di questa storia attraverso Wikipedia, quando era al lavoro di Smetto quando voglio 2, e successivamente ha incontrato di persona Giorgio Rosa. Ha scritto la sceneggiatura a quattro mani insieme a Francesca Manieri (già sceneggiatrice di Veloce come il vento e Il primo re), con la collaborazione, per la ricostruzione della parte storica, di Walter Veltroni.
Innanzitutto, Giorgio Rosa (1925-2017) non era un neolaureato ma un professionista di circa 40 anni. Ci mette moltissimo tempo per costruire l’isola, e non senza problemi burocratici. Lo fa per sfida, per indipendenza e anarchia, perché tecnicamente si può fare. La lingua ufficiale è l’esperanto, per rimarcare la differenza con l’italiano, e la moneta è il Mills, ma non viene mai stampata. La vicenda è molto più politicizzata di quello che si vede nel film: l’Msi parla di violazione del territorio italiano, il servizio segreto militare pensa che l’isola sia una base camuffata per l’attracco dei sommergibili sovietici, il partito comunista sostiene che sia una una manovra destabilizzante del leader albanese e in generale tutti parlano di “grave pericolo”. Il sogno utopico dell’ingegnere bolognese viene abbattuto dall’esercito italiano nell’unica guerra che l’Italia sia stata capace di vincere, come dice lo sesso Rosa in un’intervista del 2009.
Rimandiamo a questo articolo per un approfondimento sulla vera Isola delle Rose.

Sydney Sibilia: director approved
Classe 1981, Sibilia è sceneggiatore, produttore e regista di diversi cortometraggi ed è conosciuto per la trilogia di Smetto quando voglio, i suoi primi lungometraggi. L’incredibile storia dell’isola delle rose è quindi la sua “opera seconda” e conferma lo stile dinamico, tragicomico e internazionale del regista. Talmente internazionale da interessare Netflix America, che ne acquista i diritti e aumenta il budget (oltre che occuparsi della distribuzione, viste le sale chiuse per via del Covid-19): non è difficile immaginare come una storia locale dai risvolti tragicomici che vede un uomo sfidare uno Stato possa fare colpo anche all’estero. Una storia di anarchia, in cui il 1968 è solo una coincidenza in secondo piano. Molto apprezzata, almeno personalmente, la scelta di far seguire al finale alcune clip originali dell’Isola delle Rose e del suo costruttore, che accompagnano i titoli di coda insieme al brano del 1967 Sole spento di Caterina Caselli.
Interessante notare che per le riprese ambientate sulla piattaforma dell’isola sia stata ricreata una vera piattaforma in mezzo al mare: a Malta, infatti, si trova la piscina per riprese più grande d’Europa. I set sono stati quindi il mare di Malta, Roma, Bologna e la Valle D’Aosta (per le scene ambientate a Strasburgo); poi CGI “q.b.”. La costruzione del set di Malta è un’impresa costosa e coraggiosa, un parallelismo con il progetto dell’ingegner Rosa.
Penso che Sydney Sibilia sia un regista promettente e che possa dare una boccata d’aria fresca a quel genere trito e ritrito che è la commedia italiana; nell’intervista a Esquire citata prima, Sibilia dice di essere già al lavoro ad un’altra storia vera, ma è ancora top secret: non ci resta che aspettare.

Commento finale
L’incredibile storia dell’isola delle rose va assolutamente visto. È un film audace come il protagonista delle vicende narrate e porta alla luce una sorprendente storia vera italiana che pochi conoscono. Scorrevole e mai noioso, con una fotografia interessante e un ottimo cast. Non ha scene memorabili, ma se lo vedrete non ve ne dimenticherete facilmente.
Recensione di: Lucia GS
Cerchi qualche altra recensione? Prova a dare un’occhiata qui! 🙂

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Premi Oscar 2022: ci ricorderemo di CODA in futuro?
Trivia
- La fotografia con colori pastello
- Recitazione
- Personaggi interessanti
- Tratto da un'interessante storia vera
Goofs
- Tono a tratti fiabesco
- Molto diverso dalla realtà dei fatti (forse questo è più un pro che un contro...)