
L’altra metà
Regista
Alice Wu
Genere
Commedia , LGBTQ+ , Women Directors
Cast
Leah Lewis, Enrique Murciano, Becky Ann Baker
Sceneggiatore
Alice Wu
Produttore
Likely Story
Durata
104 min.
Offerte
Data di uscita
1 maggio 2020
Alla ricerca dell’amore
Viene citato un mito greco trattato da Platone nel Simposio, mentre a schermo si dipana un’animazione. Da sempre, gli esseri umani sarebbero costantemente alla ricerca di qualcosa, ovvero l’altra metà, da cui sono stati separati a causa delle divinità in tempi antichi. I pensieri scorrono nella mente della studentessa che ha scritto questa frase, e diventano parte di un’ennesima esercitazione scolastica svolta per qualcun altro. Così inizia il film di Alice Wu, la cui proiezione era inizialmente prevista al Tribeca Film Festival, che lo ha premiato, ora disponibile su Netflix.
La vita di Ellie Chu, giovane di origine cinese che vive nella cittadina di Squahamish, è monotona: suona nella banda della scuola, mantiene un basso profilo, e arrotonda scrivendo compiti di filosofia per i suoi compagni di classe. Il padre, un ferroviere cinefilo, è una brava persona, ma non riesce a comprendere la solitaria figlia. E’ lei a tenere le redini del piccolo nucleo familiare, occupandosi delle bollette, vista le difficoltà del genitore nel parlare l’inglese, e perfino di visitare la vicina cabina per controllare lo scambio dei binari, a determinate ore del giorno, sostituendo il padre.
E così, Ellie vive un’esistenza sospesa, come in una bolla, o una scomoda ma sicura cabina… finché nella sua quotidianità irrompe improvvisamente Paul Munsky. Questi, tight end di riserva del club di football della scuola, desidera che Ellie scriva per lui una lettera d’amore da recapitare ad Aster Flores, la ragazza di cui è innamorato. Inizialmente la giovane rifiuta, ma il compenso sarebbe buono, e la corrente non si pagherà certo da sola. Per questo, accetta.

Game on, Aster Flores
Dopo le prime lettere inizia una “sfida” tra il dinamico duo formato da Ellie e Paul, e l’irraggiungibile Aster Flores. La strategia di Ellie per educare l’innamorato ma rozzo ragazzo passa attraverso diverse fasi; come avvicinarlo ad argomenti di attualità, insegnargli le basi di un dialogo attraverso un’analogia con il ping pong, consigliargli dei libri. La tecnologia è largamente presente nel film, e fondamentale perché Ellie possa fingere di essere Paul via chat.
Tuttavia, le efficaci parole che la protagonista utilizza non sono un semplice inganno, bensì provengono direttamente dal suo cuore: Ellie, infatti, si innamora sempre di più di Aster. Ognuno ama a modo proprio, e questo particolare triangolo non fa eccezione; Paul, nella sua semplicità, non trova modo di spiegare la sua infatuazione per Aster, mentre Ellie si lancia in un’appassionata descrizione della ragazza. Ancora, trovo riuscita una divertente scena durante un appuntamento, in cui sullo schermo avviene un intenso scambio di messaggi a tre, in cui Ellie tenta di salvare come può l’imbranato Paul.
L’altra metà è diviso in spezzoni inframmezzati da frasi di filosofi, e si diverte a far riferimento a film classici, complice la televisione sempre accesa ed occupata dal padre di Ellie. E’ grazie ad una frase da Quel che resta del giorno che Ellie trova la chiave di volta per far breccia negli interessi di Aster per conto di Paul. Nasce un duello di citazioni via app in cui le due ragazze entrano in confidenza, e si conoscono, senza che Aster sospetti nulla sull’identità del Paul “virtuale”. Il ragionato ed intrigante corteggiamento non si ferma al web, e arriva ad una bella scena con protagonista una facciata abbandonata, su cui le due lasciano messaggi indelebili e si scambiano pensieri sul coraggio di osare nell’arte… e non solo.

La parte migliore (di sé)
Come prevedibile, il focus del film è su Ellie. La sua apatia verso la vita a Squamish, le sue paure, la sofferenza mentre osserva con occhi innamorati Aster: ogni flusso di emozioni è espresso in modo convincente da Leah Lewis. Il confronto con Paul, all’inizio un semplice “cliente”, ma progressivamente più vicino e comprensivo, la porterà a riflettere su alcune proprie convinzioni, e ad osare. Allo stesso modo, il burbero tight end dal cuore d’oro interpretato da Daniel Diemer avrà l’occasione di imparare un’importante lezione sulla diversità e sul coraggio.
La miscela dei caratteri dei due personaggi è la formula per raggiungere l’agognata meta… che potrebbe rivelarsi differente da quella iniziale. In questo quadro Aster Flores non è un semplice “premio”: partecipa sì inconsapevolmente a questo gioco, ma con un ruolo attivo, portando in campo il proprio carico di pressioni e speranze. Il cast di personaggi di L’altra metà non è molto vasto, ognuno funziona abbastanza bene, ma forse alcuni comprimari potevano essere approfonditi di più.
Una piccola nota finale in cui irrompe la realtà: a causa della corrente emergenza, al momento della pubblicazione non è disponibile un doppiaggio in italiano per questo titolo. Spero che questo non rappresenti una barriera per la visione: ricordando le parole del regista Bong John-hoo, superato l’ostacolo dei sottotitoli, si ha a disposizione un vasto mondo di film da scoprire.

Commento finale:
Dopo l’esordio con Salvare la faccia nel 2004, Alice Wu scrive e dirige una commedia dallo sguardo onesto e non stereotipato. Il target è principalmente teen, ma l’opera è potenzialmente interessante per un vasto pubblico.
Con leggerezza e ironia, L’altra metà sembra suggerirci che non esiste una risposta definitiva sull’amore valida per tutti. Tuttavia, ognuno può tentare di raggiungere la sua, mentre è impegnato nella ricerca della propria altra metà non solo all’esterno, ma anche… dentro di sé.
Recensione a cura di Marcello Cascio.
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Trivia
- Rovescia i canoni della classica commedia romantica per narrare una storia di scoperta.
- Una pellicola che tratta l'amore LGBTQ+ senza stereotipi.
Goofs
- Alcuni personaggi secondari poco incisivi.