7,7/10

Lady Bird

Regista

Greta Gerwig

Cast

Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges

Sceneggiatore

Greta Gerwig

Produttore

Eli Bush, Evelyn O'Neill, Scott Rudin

Durata

94 min.

Offerte
Data di uscita

1 marzo 2018

Christine McPherson è di Sacramento ed è un'ambiziosa liceale all'ultimo anno. Sogna un'esistenza diversa in una città della costa orientale tra i grattacieli, i college e la cultura cosmopolita. Per essere accettata in un college, però, deve accumulare anche alcuni crediti extracurriculari, così decide di entrare a far parte di un club di teatro. Questa esperienza porta nuova energia alla sua vita sociale e a quella privata, segnata da una madre ipercritica e da un padre rimasto da poco senza lavoro.

Lady Bird. Le donne da Oscar del cinema americano indipendente.

Dopo un esperimento a quattro mani dietro la macchina da presa con Joe Swanberg (“Nights and Weekends”, 2008), la trentacinquenne californiana Greta Gerwig “spicca il volo” – è proprio il caso di dirlo! – ed esordisce da sola alla regia con quello che gli americani chiamerebbero un coming of age movie che ha tutti i numeri per aggiudicarsi l’oscar 2018 come miglior film: “Lady Bird”. E provoca una triade di candidature al femminile:

  • migliore attrice per Saoirse Ronan, che nel 2008, solo quattordicenne, aveva sfiorato la vittoria per la sua interpretazione in “Espiazione”;
  • miglior attrice non protagonista per Laurie Metcalf, che in molti ricorderanno come la Roseanne di “Pappa e Ciccia;
  • miglior regista per la Gerwig.

Greta-Christine

Molti artisti, registi in questo caso, affidano alla loro opera prima una vera e propria dichiarazione d’intenti. Le loro convinzioni trasposte in immagini, come traccia visiva, in qualche modo, della loro biografia fino a quel momento. E Greta Gerwig non si sottrae a questo intrigante gioco di autosmascheramento, restituendoci un resoconto dolceamaro della sua adolescenza; vissuta, probabilmente come in molti altri contesti americani, tra amori liceali votati al fallimento, it-girls frivole e altezzose e tensioni familiari costanti.

Prigioniera nella gabbia dorata di Sacramento e col cuore nella east coast, ChristineLady Bird è una ragazza sensibile, insoddisfatta. Alla costante ricerca di qualcosa che la distragga e allontani dalla consumata routine. Routine che ingabbia la giovane Christine, ma che certo non può contenere l’ingestibile Lady Bird, il cui degno terreno di gioco non può che essere un palco scenico, altro elemento in comune con la regista.

Lizzy-Christine

Nella sua insofferenza a condurre una vita “comune” e imposta dal microcosmo in cui si trova, Christine ricorda l’indole ribelle e indipendente di una delle più celebri eroine della narrativa neoclassica inglese, nata, non a caso, dalla penna di una lady. Sto parlando naturalmente di Elizabeth Bennet (“Pride and Prejudice”), spirito audace e sovversivo, che rivediamo nella protagonista della pellicola; e non solo per le sue caratteristiche personali. Un altro filo conduttore, infatti, è rappresentato dal rapporto profondo e pieno d’amore che lega Christine al padre Larry, interpretato da un delicato ma incisivo Tracy Letts, e che nelle pagine di Jane Austen vedeva protagonisti Lizzy e Mr Bennet, appunto.

Less is more, motto tanto usato in ambito architettonico, è un principio che trova anche in questo contesto diritto di residenza; questo legame padre-figlia, infatti, colpisce nel segno col minor numero di battute e scambi tra i due personaggi. La complicità e l’affetto reciproco sono percepibili in maniera immediata. Il silenzio si fa principale veicolo di significati, e l’appoggio del padre alle scelte di Christine si mostra incondizionato fin dalla sua prima apparizione sullo schermo.

Terra-Madre


Il percorso di formazione dell’adolescente Christine si configura come travagliata e graduale accettazione da parte sua delle proprie origini, raggiunta a seguito di una fase di forte opposizione sia alla madre sia alla sua città natale, Sacramento. La scelta dell’identità fittizia e alternativa di Lady Bird rappresenta un taglio netto con la sua “vita precedente”. Vita scandita da doveri e costrizioni che non si addicono a una personalità tanto forte. In quest’ottica, sua madre Marion e la sua città natale subiscono, nel corso del film, un mutamento; un processo di identificazione che porta la ragazza a desiderare con tutte le sue forze di allontanarsi da entrambe, almeno in una prima fase.

Attraverso gli occhi di una professoressa, la sorella Sarah Joan, che parla del tema scritto da Christine su Sacramento come di un’accorata dichiarazione d’amore, cominciamo a capire che il suo disprezzo è solo il vestito di un sentimento diametralmente opposto. Potremmo definire il movimento del film un rewind. Una rilettura/rivalutazione di Sacramento da parte della ragazza, che cammina sempre, negli spazi aperti della città, da destra a sinistra, direzione per antonomasia del ricordo, soprattutto in ambito cinematografico.

Commento finale:


“Lady Bird” è il racconto di un brillante, intenso e poetico processo di formazione personale, che, sulla scia delle vicende occorse alla protagonista, spinge lo spettatore a diventare la versione migliore di sé, suggerimento consegnato da Marion a Lady Bird in uno dei loro ultimi dialoghi prima della partenza della ragazza per il college.

Recensione di: Elvira Di Nallo.

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8.5

Ottimo

Trivia

  • Doppia valenza di Sacramento come sfondo e contemporaneamente protagonista della vicenda
  • Interpretazione di Saoirse Ronan
  • Struttura circolare interessante
  • Autenticità e Intensità dei legami descritti nel film

Goofs

  • Scarso approfondimento delle figure secondarie nel film.