
La Torre Nera
Regista
Nikolaj Arcel
Cast
Idris Elba, Matthew McCounaughey, Tom Taylor, Claudia Kim, Katheryn Winnick
Sceneggiatore
Stephen King, Nikolaj Arcel, Anders Thomas Jensen, Akiva Goldsman, Jeff Pinkner
Produttore
Weed Road Pictures, Imagine Entertainment, Media Rights Capital
Durata
95 minuti
La Torre Nera. Finalmente nelle sale l’action-movie dedicato ad uno dei romanzi più famosi di Stephen King.
Chi è rimasto strabiliato dal magnum opus del dio vivente della scrittura fantastica Stephen King, correrà immediatamente al cinema. Ecco il primo adattamento de “La torre nera“, uno dei cicli di romanzi più famosi dello scrittore statunitense.
Certo Stephen King non è nuovo al vedere le proprie opere trasposte in capolavori cinematografici. Ricordiamo: “Shining“, regia di Staney Kubrik, “La zona morta“, regia di David Cronenberg, “Le ali della libertà“, regia di Frank Darabont e molti altri “kolossal”.
Ma vediamo perché questo primo (e forse ultimo???) film su “La Torre Nera” è differente dagli altri…
Solo 95 minuti?!
“La Torre Nera” è un film che, anche chi non è esperto conoscitore del romanzo di Stephen King, quando si entra in sala dopo aver visto trailer pomposi e immagini mozzafiato ci si aspetterebbe avvincente ed intrigante.
Tuttavia, nonostante una buona partenza con immagini oniriche molto interessanti di una storia narrata attraverso i sogni di Jake Chambers (Tom Taylor), il film finisce per esaurirsi in fretta.
Per un ciclo di romanzi lungo e profondo come quello di King, i 95 minuti de “La Torre Nera” sono riduttivi. Tutto quanto è spiegato con molta fretta, le scene d’azione occupano quasi la totalità della narrazione cinematografica.
Cos’è la torre nera? Chi sono e da dove arrivano i pistoleri? Chi è l’uomo in nero e perché vuole distruggere la torre? Sono tutte domande nate da una sceneggiatura sviluppata con molta fretta e poca profondità.
Una profondità rintracciabile solo nel legame tra Roland di Gilead (Idris Elba), suo padre e il mantra dei Pistoleri che viene ripetuto quasi fosse una filastrocca.
Le premesse ci sono, la storia è già molto cool, ma lo sviluppo dell’intera trama fa perdere diversi punti ad un film che pareva dover spaccare il mondo.
Scene action da “pollici in su”
Ormai è quasi diventata un’abitudine fare film puntando sulle più moderne tecniche di CGI.
Le ambientazioni ricreate a computer sono di pregevole fattura, la torre nera è quasi un capolavoro di design. A volte la tecnica utilizzata per creare le location strizza l’occhio ad ambientazioni molto favolistiche e poco reali.
Il villaggio dove si svolge la scena iniziale, in cui Walter Padick (Matthew McCounaghey) “rinchiude” i bambini, rimanda molto alle landscape videoludiche.
Tutto sommato, l’effetto è piacevole.
Le scene action sono il vero motivo per cui vale la pena pagare il prezzo del biglietto. Gli slow motion di Roland che carica ad una velocità impressionante le sue imbattibili pistole, i combattimenti irreali contro i mostri dai visi cuciti e contro l’acerrimo rivale Walter sono girati con una tecnica sopraffina ed un montaggio incalzante ed entusiasmante.
Scheletro forte dentro pelle debole
“La Torre Nera” ha il cattivo privilegio di essere un kolossal su carta.
Perché cattivo? Perché è uno scritto che è stato utilizzato da Arcel e dal suo gruppo di sceneggiatori in modo superficiale.
La sua superficialità risiede prevalentemente nella durata che condiziona tutti gli elementi del film. E’ vero, ci sono film che pur durando poco rimangono nella memoria delle persone. Ma “La Torre Nera” non doveva essere così.
I personaggi sono presentati con superficialità, a parte forse il protagonista Jake Chambers. Erroneo a mio avviso non creare digressioni utili a spiegare meglio la storia a chi è seduto in sala. Il film è scarno e riduttivo, si potrebbe benissimo riassumere in tre semplici frasi senza che qualcuno lo debba necessariamente vedere.
Il mondo è in pericolo. Jake e Roland possono salvarlo da Walter. E chissà che cosa accadrà mai alla fine…
Commento finale:
“La Torre Nera” è un libro annoverato tra le migliori opere di Stephen King, trasposto in un film facilmente dimenticabile. A chi pensa di andare al cinema per godersi la nascita di una nuova entusiasmante saga come “Il Signore degli Anelli”, o “Star Wars” consiglio di stare a casa per non avere convulsioni sulla poltrona.
E’ vero, le scene d’azione meritano, la CGI è buona, ma la potenza delle opere del signor King sta soprattutto nella storia, che qui è breve e a tratti incomprensibile.
Roberto Fazza

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