
La Terra dei Figli: La memoria di due generazioni
Regista
Claudio Cupellini
Genere
Drammatico , Fantascienza
Cast
Leon de la Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Valerio Mastandrea
Sceneggiatore
Gian Alfonso Pacinotti, Claudio Cupellini, Guido Iuculano
Produttore
Indigo Film, Rai Cinema, Wy Productions
Durata
2 ore
Offerte
Data di uscita
1 luglio 2021
La Terra dei Figli è un film tratto liberamente dall’omonima Graphic Novel di Gipi. Claudio Cupellini, regista di Gomorra la serie, porta al cinema un prodotto post-apocalittico curato nei minimi dettagli. Una ventata di aria fresca nel repertorio dei film di genere italiani. Girato alla fine del 2019 sul delta del Po e nella laguna di Chioggia, La Terra dei Figli è la testimonianza che il cinema in Italia non è morto durante la pandemia. Ha solo subìto una brusca frenata.
Location, scenografia e costumi
Sono andato a vedere il film il 5 luglio all’Anteo Palazzo del Cinema a Milano con il cast in sala, personalmente non ho letto la Graphic Novel di Gipi, quindi non sapevo cosa aspettarmi da questo lungometraggio, ma sicuramente posso affermare di essere uscito dalla sala soddisfatto.
Rivisitando l’originale, Claudio Cupellini dipinge una storia fatta di ruggine, fango e brutalità. L’ambientazione lagunosa del film è incorniciata da strutture decadenti, catapecchie costruite con i resti di una società che ormai è collassata da decenni. Queste piccole e improvvisate dimore sono abitate da pochi sopravvissuti, per lo più adulti, vestiti di stracci e ricoperti di fango. Nulla nella Terra dei Figli sembra pulito, è tutto ricoperto da uno strato di sporco, come l’anima dei suoi abitanti, questa, macchiata dall’omicidio di tutti i loro figli al “tempo dei veleni”.
Questo film parla di uno dei pochi figli rimasti in un mondo in cui i padri hanno ucciso i loro eredi, incapaci di dare a loro un futuro.
Grandi prove attoriali in La Terra dei Figli
La Terra dei Figli è fatta anche da grandi interpretazioni cinematografiche, a partire da Paolo Pierobon (il padre), attore capace di grande espressività, che ha intrapreso anche una dieta per incarnare un sopravvissuto con evidenti problemi di malnutrizione.
Nel cast ci sono grandi nomi del cinema italiano come Valerio Mastandrea e Valeria Golino, ma tra i grandi nomi spicca un esordiente, ovvero Leon de La Vallée (in arte Leon Faun). Leon riesce a fare suo il personaggio del Figlio e regalare un’interpretazione d’esordio degna di nota dimostrando una capacità di adattarsi alla location e di reggere il confronto con grandi attori. Il giovane rapper ha affermato che questa esperienza non ha influenzato la sua musica, ma certamente questa interpretazione ha alzato di molto le aspettative su i suoi prossimi lavori nel cinema.
I personaggi femminili
La storia ha solo due personaggi femminili, La strega (Valeria Golino) e Maria (Maria Roveran). In una narrazione post-apocalittica è normale che la società regredisca, e infatti i lati brutali del patriarcato ci sono tutti, di fatto le donne in questa pellicola sono schiave e oggetti sessuali. Nonostante il ruolo secondario dei personaggi femminili, le attrici riescono a farne risaltare le peculiarità.
Il fulcro della storia
Il grande tema del film di Cupellini è la memoria, lui stesso ha sottolineato l’importanza del diario del Padre “che è come un personaggio”, infatti Leon lo tiene sempre davanti a sé durante tutto il film.
Ci sono tre tipi di memoria in questo film. La prima è la memoria collettiva, ovvero di quello che c’era prima della catastrofe. Gli adulti fanno fatica a ricordare quale fosse la loro vita precedente e allo stesso tempo si sforzano di dimenticare perché la sofferenza che scaturisce da ciò che hanno perso è troppo grande. La seconda memoria è quella del delitto dei padri verso i figli. Il Figlio e Maria sono gli unici personaggi giovani in questa storia. Gli altri sono stati uccisi nelle culle. Questo è un elemento fondamentale nella lettura dell storia; e la rende estremamente attuale nel dibattito nazionale: una generazione che ne calpesta un’altra. La terza memoria è quella intima, tra il Padre e il Figlio, che rappresenta la catarsi della narrazione. È lo scioglimento di tutti i nodi e di tutte le domande che lo spettatore si pone durante la visione del film.
In conclusione
La Terra Dei Figli rappresenta con estrema crudezza la sopravvivenza. Cupellini mette in scena la brutalità e la violenza di un mondo in rovina con una regia cristallina, capace di combinare tutti gli elementi curati nei minimi dettagli. La solitudine, la rabbia, il dolore animano i personaggi della storia fino a far commuovere lo spettatore. Chi dice che il cinema di genere in Italia non può esistere si sbaglia di grosso.
Una recensione di Filippo Fante.

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Trivia
- Eccellente apparato visivo e scenografico
- Eccellente direzione del cast e recitazione degli attori
- Trama ben costruita e tutt'altro che banale
- Un film post-apocalittico italiano che può benissimo competere con quelli americani