
Guida romantica a posti perduti
Regista
Giorgia Farina
Genere
Commedia , Drammatico , Women Directors
Cast
Clive Owen, Jasmine Trinca, Irène Jacob, Andrea Carpenzano
Sceneggiatore
Giorgia Farina, Carlo Salsa, Heidrun Schleef
Produttore
Oplon Film s.r.l., Rai Cinema
Durata
106 min
Offerte
Data di uscita
24 settembre 2020
Guida romantica a posti perduti con Clive Owen e Jasmine Trinca: una coppia inedita per un road movie insolito
Uno dei topos più frequenti e utilizzati nel cinema è quello della “coppia improbabile”. Due personalità diverse, due obiettivi di vita diversi che si incontrano per caso e altrettanto per caso condividono un tratto della loro vita. Benno (Clive Owen) è un giornalista inglese alcolizzato che vive in Italia che sta per entrare in una clinica di riabilitazione. Allegra (Jasmine Trinca) è una blogger di viaggi che in realtà non esce mai di casa per colpa dei suoi attacchi di panico. I due si incontrano e insieme partono alla scoperta di luoghi dimenticati nel cuore dell’Europa.
Un viaggio spirituale in una Europa poco esaltata
Guida romantica a posti perduti (regia di Giorgia Farina) è un viaggio tra mete sperdute intrapreso da due anime perse che vivono una vita bugiarda. Due persone il cui obiettivo è scappare. Le tappe dell’itinerario sono luoghi deserti in cui i due possono continuare a stare da soli, possono continuare ad ignorare la propria vita e la propria condizione. Il passato, però, ti trova sempre. La pellicola si sofferma poco sulle tappe del viaggio. I luoghi non sono ben esaltati, né mostrati con dovizia di particolari, lontani dal poter lasciare stupito lo spettatore o invogliarlo a visitarli. Il film si discosta totalmente e coraggiosamente dall’intento di essere una cartolina, forse fin troppo. Fa fede al suo primo intento, quello di raccontare la storia dei due protagonisti e dei loro demoni. Facendo, anche qui, qualche errore.
Allegra e la paura di avere paura
Gli attacchi di panico di Allegra sono quasi inesistenti, trattati abbastanza superficialmente e facilmente superabili. Cosa che, spiace dirlo, non accade nella vita reale. L’ansia non può essere superata semplicemente agendo e sforzandosi di fare quello di cui si ha paura. I soggetti ansiosi hanno bisogno di aiuti concreti, terapie, medicine. Quello di Allegra sembra più un blocco mentale, come se la donna si auto-convincesse di soffrire d’ansia, quando in realtà non è così. “È paura di avere paura”, dice a un certo punto della pellicola, andando, però, a contraddirsi nel momento in cui gli attacchi di ansia sopraggiungono per davvero. Non è ben chiaro cosa si volesse dire con il suo personaggio e il risultato non è soltanto un’occasione persa, ma anche un rischioso fraintendimento verso uno stato che non può e non deve essere preso sottogamba.
Benno, un animo rassegnato in balia di sé stesso
Decisamente trattato meglio è il tema del’alcolismo. Il personaggio di Clive Owen è rassegnato, bugiardo, passivo. Racconta di come ha imparato a “fregare” gli altri, ma non parla di come fa lo stesso con sé stesso. Dice di essere pronto ad entrare nella clinica di riabilitazione, ma alla prima occasione scappa. Non dà alcun segno di rimorso per le sue azioni, né sembra fare alcuno sforzo per cambiare. Nella completa fase di rassegnazione e con una totale assenza di voglia di combattere, accetta qualsiasi proposta di Allegra passivamente. Questo viaggio non è per lui redenzione, ma vera e propria fuga, se non addirittura una regressione. Non è un caso che la tappa finale sia proprio la sua città natale, dove non mette piede da vent’anni. Nessun patetismo e nessuno sconto per Benno, artefice del proprio destino, anima tormentata senza salvezza.
Per quanto si possa essere consapevoli di non poter aiutare una persona che non vuole cambiare, risulta forzata la mancanza di grandi reazioni da parte delle due donne per il comportamento di Benno. Sua moglie (Irène Jacob) oscilla tra negazione del problema e rassegnazione totale ed è più giustificabile nella sua accettazione (anche se scoprire che tuo marito è scappato con una sconosciuta farebbe infuriare anche la più clemente delle sante). Quella decisamente fuori contesto è Allegra. Quando scopre che il suo compagno di viaggio, che ribadiamo, conosce da qualche giorno, è un alcolizzato, non mostra alcun timore. Pur avendo, in teoria, paura di tutto. Una reazione fuori dal personaggio e fuori da ogni logica. Sembra scontato da dire, ma vale sempre la pena ripetere questo tipo di concetti: non fidatevi di uno sconosciuto sotto perenne effetto di alcol. Neanche se ha gli occhi dolci di Clive Owen.
Il lodevole cast di Guida romantica a posti perduti
Grande punto a favore della pellicola sono le interpretazioni di tutto il cast, sicuramente aiutati dalla regia di Giorgia Farina, che già ha dimostrato di saper dirigere molto bene i suoi attori. Jasmine Trinca non ha più nulla da dimostrare, ormai, anche se si avvicina sempre di più ad essere una novella Margherita Buy, ricadendo spesso nella scelta di ruoli di donne nevrotiche e tristi. Stesso problema si trova in Andrea Carpenzano, intrappolato nel personaggio del ragazzo burino romano con un cuore d’oro. C’è anche da dire che risulta talmente naturale e a suo agio nel ruolo che è impossibile non apprezzarlo. Piccola sorpresa, Clive Owen, che da un po’ di tempo non regala un’interpretazione così intima e moderata, il tutto esaltato dal suo tono di voce profondo e da un elegantissimo accento britannico. Un piacere per le orecchie.
Commento finale
Guida romantica a posti perduti è un’opera che tratta temi importanti con un’idea di fondo originale e una lodevole delicatezza. Il film ha qualche sbavatura, manca del romanticismo che decanta il titolo, scivola in qualche stereotipo, ma non giudica mai i suoi personaggi. Un film diverso, per molti versi coraggioso, che sa un po’ di occasione persa, ma che si salva sopratutto grazie alla regia e a un cast decisamente in forma.
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Recensione di: Matilde Tramacere.

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Trivia
- Tutto il cast perfettamente in parte e diretto con maestria
- Personaggi umani e credibili
- Cast internazionale che parla la propria lingua e non è soggetto a orribile ridoppiaggio
- Per una volta i titolisti italiani hanno fatto un ottimo lavoro
Goofs
- Mancanza di meraviglia per i luoghi che vengono visitati
- Si rischia di lanciare qualche messaggio sbagliato
- Prima parte più debole e lenta della seconda