Gli sdraiati
6.4/10

Gli sdraiati

Regista

Francesca Archibugi

Cast

Claudio Bisio, Antonia Truppo, Cochi Ponzoni, Gaddo Bacchini

Sceneggiatore

Francesca Archibugi, Francesco Piccolo

Produttore

Lucky Red

Durata

103 min.

Offerte
Data di uscita

23 Novembre 2017

Giorgio (Claudio Bisio) è un giornalista di successo, amato dal pubblico e stimato dai colleghi. Insieme alla ex moglie Livia (Sandra Ceccarelli) si occupa per metà del tempo del figlio Tito, un adolescente pigro che ama trascorrere le giornate con gli amici, il più possibile lontano dalle attenzioni del padre.

Gli sdraiati. Al cinema la nuova commedia di Francesca Archibugi: obiettivo centrato?

Conflitti familiari made in Italy

Gli Sdraiati

Giorgio (Claudio Bisio) è un giornalista RAI con un programma televisivo tutto suo, seguitissimo e apprezzato in tutta Italia. Suo figlio Tito (l’esordiente e realmente liceale Gaddo Bacchini) però, semplicemente non lo sopporta. Entrambi immaturi e testardi, padre e figlio sembrano vivere esistenze parallele che si incontrano solo occasionalmente e nel conflitto puro, persino crudele. A complicare le cose si somma l’intromissione di elementi terzi, che siano la banda di amici di Tito, il ricordo onnipresente dell’altrimenti irraggiungibile ex-moglie di Giorgio, Livia, ed il suocero tassista Pinin (un Cochi Ponzoni in grande forma), o nuove partner sentimentali dell’uno o dell’altro. Sbandata finale, ecco riemergere dal passato del già abbastanza complessato padre la vecchia fiamma Rosalba (Antonia Truppo) e sua figlia Alice (Ilaria Brusadelli), nuova ragazza di Tito.

Raccontare i genitori tipici del contemporaneo, quelli né infami né supereroi, è rischioso e difficile. E raccontare i giovani del contemporaneo, né geniali né reietti, forse lo è anche di più. La Archibugi ci prova portando sullo schermo un romanzo atipico di Michele Serra, omonimo, privo di una vera e propria linea narrativa orizzontale e di eventi definiti da un contorno spazio-temporale unico. Eppure l’adattamento non si limita solo a funzionare, ma risulta totalmente riuscito.

La sceneggiatura può essere facilmente avvertita come una lettera da una generazione all’altra, da una barricata all’altra, che arriva senza mezzi termini a chiunque dovesse decidere di intraprendere la visione del film restando fedele al testo di origini non nella narrazione, quanto più nella forma stessa. Come dichiara la regista stessa (e come si evince dall’intricata sinossi), la scelta è quella di fare un cinema di personaggi piuttosto che degli eventi, ponendo in evidenza le psicologie ed i rapporti più che le altrimenti già viste e riviste vicende spesso affrontate dal genere.

Opportunità ben sfruttate

Gli Sdraiati

Non dimentichiamoci, naturalmente, che siamo davanti ad una commedia. E come le migliori commedie, “Gli sdraiati” non si limita a far ridere. Anzi, coglie al balzo l’opportunità offerta da un target di spettatori tanto ampio e decide saggiamente di mantenere una ironia costante e a tratti (ma solo a tratti!) brillante, evitando i linguaggi della volgarità e del grottesco per imbastire un discorso interessante in una maniera molto diretta. Ma l’opportunità in assoluto meglio sfruttata è un’altra. Il film della Archibugi riesce infatti ad aggirare intelligentemente la più grande insidia che da decenni minaccia il cinema comedy nostrano: il buonismo.

I personaggi sono dunque, come lo stesso Bisio ammette candidamente in conferenza stampa davanti alla pletora di giornalisti intervenuti, pedanti, imperfetti, persino fastidiosi. E dunque vivi, realistici, tridimensionali. Scordiamoci dunque redenzioni finali, baci e abbracci da novantesimo minuto, ipocrisie rinnegate all’ultimo; a fare da sfondo alla storia c’è solo la realtà di un periodo come quello di oggi… Con pregi e difetti enormi e tutti con un dato peso specifico. Un film decisamente da non perdere.

Commento finale:

“Gli sdraiati” è un film semplice e una commedia tutt’altro che innovativa. Eppure si fa notare, apprezzare e ricordare grazie non solo ad un cast affiatato e ben assemblato, ma anche per merito di una scrittura vivace e brillante. Sarebbe stato facile trattare il tema dell’incomprensione e dell’astio genitori-figlio con pochezza e banalità; fortunatamente, non è questo il caso. Dotato di un comparto tecnico che si fa notare, “Gli sdraiati” è uno di quei film nostrani che sarebbe un vero peccato perdere l’occasione di vedere sul grande schermo.

Recensione di: Fabio Mauro Angeli

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8.2

Ottimo

Trivia

  • Finalmente una commedia italiana (e di stampo classico) che abbia qualcosa da dire
  • Discorso interessante e trattato con toni non conciliatori
  • I ragazzi recitano benissimo!
  • Buona messa in scena e fotografia interessante

Goofs

  • Alcuni dei personaggi sono giusto abbozzati, e molto meno interessanti dei loro comprimari