
Chiamami col tuo nome
Regista
Luca Guadagnino
Genere
Drammatico , LGBTQ+ , Sentimentale
Cast
Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg
Sceneggiatore
James Ivory
Produttore
Sony Pictures Classics
Durata
124 min.
Offerte
Data di uscita
25 Gennaio 2018
Chiamami col tuo nome. Ultimo atto della “trilogia del desiderio”
A due anni dall’uscita di “A bigger splash”, thriller psicologico ambientato a Pantelleria con un cast in gran parte anglofono, Luca Guadagnino torna al cinema. E lo fa con una pellicola per certi aspetti molto simile alla precedente, con cui costituisce un’ideale “trilogia del desiderio”, iniziata con “Io sono l’amore” (2009). Siamo sempre in Italia (“Somewhere in northern Italy” come indica la didascalia che accompagna la prima scena); ad interpretare i due protagonisti del film troviamo ancora una volta attori americani: Armie Hammer (già apprezzato in “The Social Network”, “The Lone Ranger”, “Mine”) si affianca a Timothée Chalamet, attore rivelazione di questo inizio 2018, che il prossimo 4 marzo si contenderà l’oscar con teste di serie quali Gary Oldman e Daniel Day-Lewis.
Una Screwball Comedy moderna
Nell’estate del 1983 il 17enne Elio, talentuoso musicista dai molteplici interessi, incontra Oliver, 24enne americano. Egli, per i suoi studi accademici, si accinge a trascorrere un’estate di ricerca in Italia, soggiornando presso la casa di villeggiatura dei genitori di Elio. Tra i due la diffidenza iniziale è palpabile e straniante; l’uno immerso nelle sue trascrizioni musicali e nelle svariate letture estive, l’altro sempre sfuggente e apparentemente distratto dalle compagnie femminili che la sua estate italiana ha da offrirgli.
La trasformazione della loro relazione, in un climax ascendente di tensione emotiva, passa, in maniera totalmente naturale, attraverso i gesti più semplici e quotidiani; le gite fuori porta e i momenti di convivialità collettiva, all’inizio sentiti quasi come un’imposizione per i due e occasione di schermaglie costanti, cedono gradualmente il passo ad una curiosità reciproca che diventa affetto, necessità dell’altro, finché i due si arrendono alla passione.
La forza prorompente della natura
Nello sviluppo del loro rapporto la natura gioca un ruolo fondamentale; i loro scambi più significativi avvengono all’esterno, immersi in vasti prati dal verde sgargiante, all’ombra di rigogliose chiome o tra una nuotata e l’altra nel fiume poco distante da casa. Si ha la sensazione che il magnetismo che li attrae l’uno all’altro sia guidato da una forza più grande di loro. E magari alimentato dall’ambiente che li circonda, che partecipa attivamente al loro gioco d’amore e seduzione.
L’impaccio iniziale di Elio nell’avvicinarsi ad Oliver e a manifestargli quello che sente è ulteriore prova della genuinità e della purezza del suo interesse; in quest’ottica, ogni minimo gesto, come un semplice abbraccio o uno sguardo prolungato, si carica di un’intensità disarmante e pregna di significato.
Dalle pagine allo schermo
“Chiamami col tuo nome” è la (libera) trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di André Aciman, che possiamo riconoscere nel film in un breve cameo. Guadagnino, coadiuvato dal suo storico braccio destro Walter Fasano e dal talento di James Ivory, a cui si deve la sceneggiatura, ha apportato alcune personali modifiche. Mentre la vicenda originale è ambientata nel 1987, l’estate raccontata nel film è quella del 1983; anno cruciale per la politica italiana, segnata dall’avvento di Bettino Craxi e del pentapartito; il regista ha inoltre voluto eliminare l’espediente della narrazione come ricordo dal punto di vista di Elio, a favore di un maggiore coinvolgimento da parte dello spettatore, maggiormente facilitato all’immedesimazione.
Parola alla musica
Oltre ad una regia curata e poetica, impreziosita da inquadrature suggestive e mai scontate, a governare il ritmo del racconto è una colonna sonora variegata. E, ovviamente, a totale servizio della storia tra i due protagonisti. Assecondando la logica inclusiva alla base del film, “Hallelujah Junction” di John Adams, “Love my way” degli Psychedelic Furs e “Radio Varsavia” di Battiato (per citarne solo alcuni) trovano tutte il proprio posto, caricando la singola scena di ulteriori significati.
Una menzione speciale meritano i due brani originali composti e interpretati da Sufjan Stevens:”Visions of Gideon” e “Mistery of Love”, quest’ultimo candidato all’Oscar come miglior canzone.
Commento finale:
Ad uno spettatore distratto e un po’ prevenuto potrà sembrare l’ennesimo amore omosessuale approdato sul grande schermo. Ma quello raccontato in “Chiamami col tuo nome”, come confermato in più interviste dal regista, è la rappresentazione di un sentimento puro e libero tra due persone che si riconoscono anime simili; e che lo vivono in tutta la sua pienezza, senza la necessità di ricorrere a sovrastrutture o di ingabbiarlo nelle solite etichette di genere.
Recensione di: Elvira Di Nallo.
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Trivia
- Discorso “illuminato e illuminante” di Mr. Perlman al figlio Elio, da considerarsi già scena cult della storia del cinema.
- L'interpretazione magistrale di Timothée Chalamet.
- Colonna sonora variegata, sia per stile che per intensità emotiva.
- Sinergia tra dionisiaco (natura onnipresente) e apollineo (costanti richiami al mondo classico).
Goofs
- Crea dipendenza.