
Chi è senza peccato
Regista
Robert Connolly
Genere
Crime , Drammatico , Thriller
Cast
Eric Bana, Genevieve O'Reilly, Keir O'Donnell
Sceneggiatore
Harry Cripps, Robert Connolly
Produttore
Made Up Stories, Arenamedia, Cornerstone Films, Film Victoria, Media Super, Pick Up Truck Pictures, Screen Australia
Durata
117 min.
Offerte
Data di uscita
11 novembre 2021
Chi è senza peccato, il thriller con Eric Bana ambientato in un’arida Australia
Una piccola città con dei grandi segreti, un poliziotto dal passato tormentato, un crimine irrisolto, una storia basata su un bestseller thriller. Chi è senza peccato, tratto dall’omonimo libro di Jane Harper, è un insieme di ingredienti già assaporati, già sentiti. Ma è anche un mix che risulta spesso vincente.
Aaron Falk (un buon Eric Bana) torna a Kiewarra, sua città natale, per il funerale del suo amico Luke Hadler, sospettato di aver ucciso sua moglie Karen e il loro figlio Billy e di essersi poi tolto la vita. Sono anni che Aaron non fa ritorno in quella cittadina. A tormentarlo è il ricordo di una morte accaduta vent’anni fa, una vicenda misteriosa che non ha mai trovato una spiegazione e una conclusione. Una morte per cui furono sospettati proprio Luke Hadler e lo stesso Aaron.
Un thriller lontano da Hollywood
Il cinema australiano torna a vestirsi di mainstream con un thriller adatto agli appassionati del genere. A distinguere Chi è senza peccato da tanti suoi predecessori hollywoodiani è lo stile asciutto, senza fronzoli e diretto tipico del cinema australiano. Poco sensazionalismo, poca estetica, molta coerenza e concretezza. Un’opera scritta con garbo e precisione, in cui, stranamente, i comportamenti umani sono plausibili, gli sviluppi di trama sensati e l’indagine è portata avanti con credibilità. L’unica nota stonata di questa narrazione è la convenientissima abitudine degli abitanti di Kiewarra di scrivere su carta annotazioni randomiche che si riveleranno (ovviamente) utili all’indagine di Aaron. Fin troppo facile, così.
A Kiewarra nessuno è senza peccato
Il grande pregio della scrittura non è soltanto l’apprezzabile credibilità, ma anche e soprattutto la creazione di un’ottima atmosfera di sospetto. Tutti, a Kiewarra, nascondono un segreto, nessuno è senza peccato. Ogni persona con cui Aaron parla è un possibile assassino, ai nostri occhi. Uno sguardo sfuggente, una frase già sentita, un dettaglio che non torna, un possibile movente ed ecco che nello spettatore viene instillato il tarlo del dubbio. A volte gli indizi sono fin troppo palesi e inseriti con ben poca grazia: dettagli ravvicinati di oggetti compromettenti, osservazioni accusatorie formulate chiaramente ad alta voce. Si ha l’impressione di venir trattati come ingenui, come se fosse necessario che ci venga esposto ogni indizio a lettere cubitali sullo schermo, privandoci un poco della gioia di giocare al piccolo investigatore. Ma questo, per fortuna, non accade spesso e non inficia la piacevole visione di Chi è senza peccato.
Il colpo di scena (d’obbligo in questo tipo di pellicola) non risulterà eclatante o mozzafiato. Si è preferita una svolta credibile e coerente al contesto al sensazionalismo facile in cui spesso cadono questi film ( l’inaspettato quanto improbabile finale de La donna alla finestra ne è un esempio). Una scelta che può convincere o meno, ma che ben si abbina allo stile asciutto e senza fronzoli della pellicola. La vera pecca di questo stile crudo e scarno è la regia totalmente sciapa e poco ispirata. Inquadrature fisse, primi piani o piani americani, pochissimi dettagli, un gusto estetico non pervenuto. A subirne maggiormente è il ritmo, pericolosamente vicino all’essere definito piatto. Ma quando, verso il finale, si ricerca il pathos con un goffo rallenty e una CGI poco convincente, si comprende come mai il regista abbia voluto lasciare l’opera il più asciutta possibile.
In un’Australia suggestiva
Anche il paesaggio arido australiano non esprime pienamente il suo potenziale. Kiewarra è desertica, dall’aspetto inospitale, abbandonata a sé stessa. A Kiewarra non piove da mesi e l’acqua inizia a scarseggiare. Dalle tubature scende il fango, i raccolti sono miseri. Nell’orizzonte, in lontananza, si alza il fumo di una foresta in fiamme. Ma l’impatto di questo disastro ambientale non occupa grande spazio nella pellicola. Da possibile personaggio della storia, con il suo essere poco accogliente, infeconda e quasi proibitiva per i suoi abitanti, che possono essere considerati i suoi figli, Kiewarra rimane un semplice scenario di contorno. La potente metafora può essere colta ed apprezzata solo in parte, l’ambientazione è suggestiva, fotografata meravigliosamente, ma poco comunicativa.
Commento finale
Chi è senza peccato è un’opera schietta, secca e a tratti fredda, nonostante l’arido scenario australiano, consigliata agli amanti del genere, a chi si diverte a cercare il colpevole, a chi non si aspetta niente di più che una buona storia di mistero. L’andamento non è concitato, l’indagine si prende il suo giusto tempo e non eccede in forzature. Una pellicola discreta a cui manca una buona regia e il giusto ritmo per diventare una piccola gemma del cinema australiano degli ultimi anni.
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Recensione di: Matilde Tramacere.

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Trivia
- Concreto, asciutto, ben scritto.
- Con la giusta atmosfera di mistero e sospetto.
- Kiewarra è splendidamente fotografata.
Goofs
- Regia poco ispirata.
- Ritmo disteso, può risultare noioso.
- Manca di originalità.