Caro Evan Hansen
6.0/10

Caro Evan Hansen

Regista

Stephen Chbosky

Genere

Drammatico , Musical

Cast

Ben Platt, Julianne Moore, Kaitlyn Denver, Nik Dodani, Amy Adams

Sceneggiatore

Steven Levenson

Produttore

Universal Pictures

Durata

137 min.

Offerte
Data di uscita

02/12/2021

Evan Hansen, un liceale affetto da disturbo d'ansia sociale, affronta il suo viaggio alla scoperta di sé e all'accettazione in seguito al suicidio di un compagno di classe.

Con “Caro Evan Hansen“, Stephen Chbosky torna a parlare di adolescenti problematici raccontando temi come il senso di colpa e la depressione sotto forma di musical. Dal 2 Dicembre nelle sale italiane.

Caro Evan Hansen

Si può mantenere una grande bugia, all’oscuro di tutto e tutti, per il bene di tanti ragazzi? Si può reprimere un forte senso di colpa? Fino a quando si potrà continuare a mentire a se stessi senza un processo di autocoscienza? Sono passati quasi una decina d’anni da “Noi Siamo Infinito“, film cult scritto e diretto da Stephen Chbosky, e la produzione teen, il teen drama nello specifico, è drasticamente cambiata.

Caro Evan Hansen, tra Noi Siamo Infinito ed il teen drama contemporaneo

Caro Evan Hansen

Specialmente grazie alla serialità televisiva/streaming che ha saputo svelare e raccontare un sottobosco di forte malessere e problematicità adolescenziale, ed ansia sociale. “Thirteen Reasons Why” o l’acclamata “Euphoria” alcuni degli esempi più rappresentativi nell’immaginario collettivo. Ma il teen drama ha anche saputo lanciato nuove prospettive del racconto della vita nelle high schools statunitensi: il sesso che diventa educazione sentimentale in “Sex Education“, persone affette da forme di disabilità che cercano il loro spazio nel mondo (es. “Atypical“), o l’amore omosessuale mai così tanto sviscerato e raccontato in modo così sentito come in una serie come “Love, Victor“. Senza dimenticare poi l’apporto videoludico nelle dinamiche teen da parte della pregevole prima stagione della saga antologica targata Dontnod di “Life is Strange“.

Paradossalmente, nonostante la matrice teatrale e musical del film, adattamento di uno spettacolo teatrale di grande successo del 2015 e che ha fatto incetta di premi tra Grammy e Tony Awards, “Caro Evan Hansen” s’inserisce come parte di questo periodo di forte cambiamento delle produzioni teen. Stephen Chbosky ritorna sul “luogo del delitto” e rilegge a ruota libera il suo modo d’intendere il drama young adult. Tutto questo però legandolo ad una forma di musical più intimista e poco sgargiante. Il mix è interessante. Ed è curioso come un musical che finalmente prende in considerazione temi scottanti, e li mette in scena in tale maniera, essere osteggiato così eloquentemente da stampa e pubblico statunitense.

La forza delle canzoni di “Caro Evan Hansen”

Caro Evan Hansen

 

Caro Evan Hansen” è sicuramente imperfetto. Delle volte è fin troppo musical, ed altre volte del musical non se ne vede nemmeno l’ombra. Il minutaggio è eccessivo ed i toni melodrammatici della vicenda sono eccessivamente accentuati nella parte finale del film. Quello che però il film non perde nel corso della sua durata è la capacità del trasporto emotivo della vicenda raccontata. Veder raccontati temi come la fobia sociale, la salute mentale, l’ansia adolescenziale, la depressione, il suicidio attraverso le canzoni, e quindi attraverso un genere così artificioso, sospeso ed intenso come il musical, apre le strade a nuovi modi di raccontare, a nuovi modi di far percepire il punto di vista di una persona.

Le canzoni di “Caro Evan Hansen” non corrispondono mai a dei grandi momenti di danza. Le canzoni diventano veri e propri momenti di riflessione per i personaggi, momenti in cui i loro sentimenti e le loro sensazioni sono amplificati, elevati ad una sensibilità universale capace di colpire qualsiasi spettatore (“For Forever” miglior momento musicale dell’intero film). Il risultato è un sistema che ricerca l’emozione dello spettatore senza mai essere però ricattatorio. Lungimirante nel racconto di quelle diverse emozioni messe in scena e nella brutalità per come racconta allo spettatore qualcosa che ha fatto parte o che potrebbe fare nella nostra vita, anche grazie alla regia di Chbosky che infonde vigore cinematografico al materiale teatrale.

L’importanza di Ben Platt

Caro Evan Hansen

Ben Platt riprende il ruolo che l’ha portato al successo, il timorato ed introverso Evan Hansen. Anche Colton Ryan riprende il ruolo di Connor, il compagno di scuola morto suicida e per il quale Hansen viene scambiato per suo amico. Ma è la scelta di Ben Platt quella più simbolica, evidente omaggio del materiale originale e del successo teatrale. La figura più rappresentativa del musical che si trova a rifare il personaggio ed a reinterpretare le canzoni su un piano stavolta cinematografico.

La “vecchiaia” dell’attore (28 anni) nell’interpretare un liceale può essere mal accolta, come accaduto negli States, ma è indiscutibile la sua voce, il modo in cui interpreta Evan Hansen in ogni dettaglio, dalla performance alle canzoni, il tono dismesso del ragazzo, il problema a relazionarsi con i suoi coetanei, il suo rapporto con la famiglia, il rapporto con la sorella di Connor nonché sua cotta, Zoe, così come le bugie che il personaggio racconta agli altri ed a se stesso, l’evoluzione del rapporto con il suo migliore amico.

Se “Caro Evan Hansen” funziona, è anche grazie a Ben Platt, ma tutto il cast di giovani attori è apprezzabile (meno ispirati gli adulti), da Kaitlyn Dever, una delle due protagoniste di “Booksmart“, nei panni di Zoe e Nik Dodani, interprete dell’amico Jared, che si è ormai ritagliato lo spazio di spalla comica nel teen drama contemporaneo, è lui infatti anche il divertente Zahid nella sopracitata “Atypical“.

Recensione di Ettore Dalla Zanna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Golden Globe

Com’è iniziata la stagione dei premi?

Il 10 gennaio scorso si sono tenuti i Golden Globe, tradizionalmente considerati come precursori degli Oscar insieme ai premi del…

SANDMAN, UNA SERIE PER ISPIRARE

PREMESSA - L'ORIGINE Primo in classifica mondiale Netflix per due settimane di fila, Sandman è un adattamento televisivo dell’omonima serie…

Countdown per Halloween: otto film da vedere per prepararsi alla notte più spaventosa dell’anno

Manca una settimana ad Halloween e vuoi prepararti alla notte più spaventosa dell’anno? Non sai cosa guardare durante questi giorni,…

Broker: la famiglia di Kore-eda

“Non fai un figlio se poi lo abbandoni”. È questa la battuta iniziale di Broker - Le buone stelle, il…

“Jurassic World? Non sono un fan” – Per un’analisi di Dominion

Questo articolo non vuole essere né una recensione né tantomeno un'opinione a caldo sull'ultimo e conclusivo capitolo di Jurassic World,…

7.5

Buono

Trivia

  • Il drama young adult miscelato al musical. Eccelso come mix.
  • Le canzoni sono momenti di riflessione, estensioni dei sentimenti dei personaggi. Struggenti e ben riuscite.
  • Ben Platt e la sua splendida voce.
  • Il cast dei giovani attori.

Goofs

  • Sgangherato nel centellinare i momenti musicali. Il ritmo non è sempre esaltante.
  • A lungo andare, il melodramma diventa più marcato, specialmente nella parte finale.
  • Meno ispirate le interpretazioni degli adulti rispetto ai giovani attori, da Julianne Moore ad Amy Adams.