7.5/10

Army of the Dead

Regista

Zack Snyder

Genere

Azione , Fantasy , Horror

Cast

Dave Bautista, Ella Purnell, Omari Hardwick, Ana de la Reguera, Theo Rossi, Matthias Schweighöfer

Sceneggiatore

Zack Snyder

Produttore

Zack Snyder, Wesley Coller, Deborah Snyder

Durata

148 min.

Offerte
Data di uscita

2021

Un gruppo di mercenari viene assoldato per derubare un casinò all'interno di una Las Vegas in quarantena, nel mezzo di un'epidemia zombi.

Army of the Dead è uscito il 21 maggio su Netflix, primo capitolo di una saga che vede già in progetto un prequel.

Un’epidemia zombie colpisce Las Vegas. La città del denaro viene messa in quarantena, insieme ai residenti non-morti. Un gruppo di mercenari verrà quindi assoldato per tornare nella morente metropoli, allo scopo di ideare la più grande rapina della storia: rubare i 50 milioni rimasti ben conservati in un caveau di uno dei casinò fantasma. L’accoglienza riservata ai visitatori non sarà certamente cordiale.

Army of The Dead: ZombieComic

army of te dead

Snyder non si ferma più. Dopo il discusso e divisivo kolossal Zack Snyder’s Justice League, l’amante dello slow motion torna alle origini, ponendo di fronte alla cinepresa nuovamente un’epidemia zombie. Non abbandona lo schema narrativo fumettistico, a cui pare legatissimo, visti i numerosi adattamenti. Army of the Dead si sviluppa analogamente al precedente cinecomic, con la presentazione dei protagonisti come veri e propri soldati uniti da un unico scopo: fuggire dalle proprie vite oscure con un bel malloppo di verdoni. Nessun adattamento stavolta. Snyder produce, scrive e dirige un soggetto originale, ma ricco di problemi da tanti punti di vista.

Army of the Dead mostra – ancora – una presa di posizione fin troppo seriosa, un tentativo di autorialità inesistente che annega nel suo stesso sangue. Da non fraintendere con l’apporto umoristico utilizzato per alleggerire l’atmosfera orrorifica e la violenza – stavolta – accettabile.

Fermarsi in superficie

I grossi problemi non sono visibilissimi, ma ci sono. Ancora una volta Snyder ricerca con insistenza un pathos mai nato proprio a causa del suo artefice principale. Dave Bautista sembra l’unico a impegnarsi davvero – sentendo le sue dure parole sul gran desiderio di far parte di un cinema autorevole – ma anche lui cede alle gravi mancanze estetiche del direttore.

army of the dead

Tanti tempi morti, sequenze allunate e citazioni facili da cogliere, ma sfruttate con superficialità. Snyder si prende anche la responsabilità della direzione fotografica, per la prima volta in carriera (e si vede, purtroppo). Army of the Dead è un continuo ripetersi di cambio di fuoco, con una mancanza quasi totalizzante di profondità di campo, se non nei pochi campi lunghissimi sulla città, portando alla morte stessa dello sfondo, insieme ad un’aberrante patina soprattutto nella prima parte. La scarsa cura degli spazi e dei tempi è conseguenza di una disattenzione poco accettabile, considerando il minuscolo miglioramento rispetto al passato. I dialoghi noiosi, pedanti e gli avvenimenti prevedibili mostrano quanto lontana sia la nomea d’autorialità a cui Snyder tanto ambisce, conseguenza anche di una gigantesca armata – non della morte – di spettatori fermi alla superficie di una trama risicata e ingannevole.

Zombie Town

L’ambientazione fa quel che può per farsi accettare, riproponendo una città fantasma simile alla New York di Io sono Leggenda. Ponendoci come esempio proprio la pellicola con Will Smith, le creature assetate di sangue in Army of the Dead paiono una miscela tra i malati del film di Lawrence e quelli del più recente World War Z. Gli zombie di Las Vegas sono anche l’aspetto più interessante del lungometraggio: due categorie, tra cui spiccano i cosiddetti Alpha. Interessante sì, ma tutto poco originale. Snyder non ama osare se non nelle parti più action, dilungandosi per due ore e mezza (decisamente eccessivi) ripetendosi e copiandosi in continuazione, soprattutto nei momenti in cui la sceneggiatura deve colmare tipiche lacune.

Commento finale:

 

army of the dead

Snyder appartiene ai videoclip e alle pubblicità. La sua carriera inizia proprio da lì. Lo si nota in quasi tutta la sua filmografia, ma soprattutto dall’introduzione di Army of the Dead (tra i momenti più apprezzabili del film). Nessun abuso di slow motion che si conferma però come la firma ormai incancellabile di Zack Snyder.

Un regista fortunato. Con moltissimi fan dalla sua, il regista pop è ora arrivato al nono film; ciò mostra come l’elemento ludico e spettacolare della settima arte percorra spesso strade sicure di successo, a prescindere dal tipo di distribuzione (in sala o in streaming)

Army of the Dead è solo qualcosa in cui fermarsi per un secondo e riposare, ma a cui poi non si vuol più ritornare.

 

Cinewrting vi invita a dirci cosa ne pensate voi dell’ultima pellicola di Zack Snyder.

 

Recensione a cura di: Lorenzo Genna.

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4.5

Brutto

Trivia

  • Effetti speciali ben realizzati
  • Colonna sonora

Goofs

  • Piattezza dei personaggi
  • Sceneggiatura poco originale e ricca di lacune
  • Numerosi tempi morti