La vita in comune. Il film di Edoardo Winspeare, presentato il 2 settembre alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia, in Concorso a Orizzonti, ha riscosso grande successo.
«La vita in comune siamo noi, uomini generosi e miseri, quando decidiamo di stare insieme, magari provando a sognare».
– Edoardo Winspeare –
Forse non saranno i famosi “92 minuti di applausi” di Fantozzi, ma certo anche 8 minuti possono bastare. Soprattutto se riscossi alla 74esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
“La vita in comune“ di Edoardo Winspeare, già regista del film di successo di critica e pubblico “In grazia di Dio”, ha conquistato così il pubblico.
Il film
“La vita in comune” è una storia poetica e fiabesca. Si svolge nel Comune immaginario di Disperata, piccolo paese del sud Italia dimenticato da Dio. Il malinconico sindaco Filippo Pisanelli si sente terribilmente inadeguato al proprio compito. Solo l’amore per la poesia e la passione per le sue lezioni di letteratura ai detenuti gli fanno intravedere un po’ di luce nella depressione generale.
In carcere conosce Pati, un criminale di basso calibro del suo stesso paese. Questo con il fratello Angiolino sognava di diventare boss del Capo di Leuca. Ma l’incontro con l’arte cambia tutti, e così un’inconsueta amicizia tra i tre porterà ciascuno a compiere delle scelte coraggiose.
I due ormai ex banditi subiranno una vera e propria conversione alla poesia e alla bellezza del Creato. Il sindaco troverà il coraggio per difendere delle idee, forse folli, ma per cui vale la pena battersi. La ricomparsa della foca monaca sarà il segno che qualcosa è cambiato.
La vita del timido Filippo è ormai capovolta e lui ci si butta dentro con un tuffo, finalmente circondato non da paure ma da un silenzio pacifico.
Questa inconsueta relazione non cambierà solo i tre amici bensì sarà anche foriera di una rinascita civile per la piccola comunità di Disperata.
Parlano il regista e le immagini
Parla il regista Edoardo Winspeare.
«Pati, Angiolino, Eufemia, Biagetto e Filippo esistono veramente. Sono proprio così, o – forse meglio – potrebbero essere così come descritti nella sceneggiatura. Le loro ambizioni, i loro sogni. Come diventare i mammasantissima del più povero e depresso paesino di Puglia. Aspettare la foca monaca, iniziare alla poesia alcuni detenuti, desiderare di fare il bidello. Attendere con ansia una telefonata del Papa, costruire lo zoo di Disperata. Hanno il sapore di una visionarietà quotidiana, senza la retorica che spesso accompagna tali gesta quando compiute da eroi riconosciuti dal mondo intero.»
Parlano invece le immagini attraverso questa clip, estratta dal film “La vita in comune“.
Il film è ora nelle sale, distribuito da Altre Storie: andate a vederlo!