Petyr Baelish è uno dei personaggi più controversi di Game of Thrones. Aidan Gillen: “Sono contento di aver concluso tutto con una buona storyline nella settima stagione”.
ATTENZIONE: l’articolo contiene enormi spoiler sul finale della settima stagione di Game of Thrones. Siete avvisati!
Sapevamo che prima o poi Ditocorto sarebbe morto, tuttavia la scena in cui Arya Stark lo ha ucciso per ordine della sorella Sansa, nel finale di stagione, è stata una sorpresa. Il web si è subito diviso in due: chi gioiva e chi si rattristava per la morte del proprio personaggio preferito. Tuttavia è innegabile la complessità psicologica di una figura come Petyr Baelish. Re dei complotti, disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi (non sempre troppo chiari).
Dopo il finale shock della settima stagione di “Games of Thrones”, “The Dragon and The Wolf“, Aidan Gillen è stato intervistato da EW e ha potuto dire la sua sull’enigmatico personaggio di Petyr Baelish.
“La chiamata infame”
L’attore irlandese ha raccontato di quando ha ricevuto “la chiamata infame” da David Benioff e Dan Weiss (showrunner di “Game of Thrones”).
La chiamata infame ed è davvero evidente cosa sia. Gli shorunner di “Game of Thrones” non ti chiamano mai, forse a me hanno chiamato una volta in sei anni. Ho appreso di cosa fosse “la chiamata infame” da Michael McElhatton (interprete di Roose Bolton ndr.) quando mi ha parlato della sua e di come essa lo abbia fatto sentire. In quel momento ho pensato di come sarebbe stato per me riceverla e che sarebbe accaduto prima o poi ad un personaggio come Ditocorto. “Game of Thrones” è una parte della mia vita da tanti anni e ho cominciato a pensare: “Che cosa sarà la mia vita come fuori da questo?” È una grande perdita.
“Un fiume di sangue”
In quella telefonata non ci sono stati giri di parole.
Nessun giro di parole. Mi hanno promesso letteralmente un “fiume di sangue” per la mia uscita di scena in “Game of Thrones”. Beh, alla fine non era proprio un fiume di sangue, ma mi avevano promesso più di quanto sia accaduto al povero Michael McElhatton. È stato meglio per me uscire di scena alla fine della stagione con un buon percorso rispetto a quanto successo per lui nell’episodio due della sesta stagione di “Game of Thrones”. Anche se ho recitato soltanto alcuni episodi. Una volta che è stata stabilita la morte del tuo personaggio è come se fosse sempre stato quello il punto di arrivo per lui in “Game of Thrones”. Quindi non è davvero un problema per me la quantità delle scene fintanto che queste sono di qualità e organiche tra di loro portando un buon contributo alla storia di “Game of Thrones”. Poi la gente sicuramente prova quello che provi tu alla fine. Sono contento di aver concluso tutto con una buona story line nella settima stagione di “Game of Thrones”.
Per Gillen non è stata una sorpresa
Già dopo aver ricevuto il copione dell’ultima stagione di “Game of Thrones”, l’attore aveva cominciato a sospettare la dipartita del suo personaggio.
Con piani così articolati e studiati accuratamente c’è comunque sempre un po’ di rischio. Si è messo in una situazione sapendo che avrebbe potuto indebolirlo, però gli piace. I suoi piani non sono mai sicuri, ma cerca di attuarli come un buon giocatore d’azzardo. Ho rilasciato un’intervista e mi hanno chiesto come sarebbe morto Ditocorto. Ho detto che secondo me sarebbe morto per mano di Arya e così è stato. E perfino all’interno della scena, appena lui cammina in quella stanza e Arya sfodera il pugnale che lui conosce bene capisce che il gioco è finito. Sospettavo che sarebbe finito nell’episodio quattro quando Bran gli disse: “Il caos è una scala“. Quella frase va oltre una semplice coincidenza e fu allora che il pavimento cominciò a muoversi sotto i miei piedi. A quel punto sapevo che ciò che avevo ordito e fatto in segreto non era propriamente così segreto.
Il rapporto con Sansa Stark
Ovviamente non poteva mancare un commento sui sentimenti contrastanti di Ditocorto nei confronti di Sansa Stark (Sophie Turner) in punto di morte.
Non voglio dire troppo a proposito della scena in sé del finale di “Game of Thrones”. Non voglio svelare le carte. Voglio conservarle. C’erano molti più sentimenti per Sansa che avevo messo da parte in passato e diventa ovviamente un addio emotivo. Ditocorto si trova in una posizione umiliante. È tornato al punto di partenza in “Game of Thrones” in cui aveva subito molte umiliazioni. Il rifiuto di Catelyn Stark, l’umiliazione di Brandon Stark (quando lo ha tagliato dall’ombelico alla clavicola e non l’ha ucciso in un duello per amore di Catelyn da giovani). È tornato purtroppo per lui al punto da cui tutto ha avuto inizio.
L’ultimo giorno di riprese
La morte di Ditocorto non è stato l’ultimo giorno di riprese per Gillen e di questo ne è stato felice.
Il mio ultimo giorno sul set di “Game of Thrones” non era quella scena. L’esecuzione è stata la seconda scena che ho girato per la settima stagione. Ho apprezzato molto di fare le cose in questo modo girando prima la morte di Ditocorto e man mano ciò che è accaduto prima. Quando sai cosa sta per accadere sei più rilassato nel modo di relazionarti con gli altri. Vivi la tua performance con una sorta di serenità. Ho trovato la mia scena finale in “Game of Thrones” molto emotiva, ma ciò non significa necessariamente che sia stata triste. È un momento emotivo per il personaggio, ho provato anche io quello che provava lui.
Sul set c’era anche suo figlio
Il mio vero ultimo giorno di lavoro Dan e David non c’erano, ma Bryan Cogman (lo sceneggiatore ndr) ha chiamato le persone e ha detto alcune parole su di me, c’era anche mio figlio. Mi sono anche portato a casa la spilla con la ghiandaia imitatrice. Avevo già fatto sapere che la volevo, e ho lavorato con intelligenza, quindi ne ho portate a casa due. Una presa dal mio mantello e una dalla mia tunica. Quindi ho il formato grande per me e il piccolo per mio figlio.
La scena preferita
Aidan Gillen ha anche descritto qual è stata la sua scena preferita da girare. Quella della seconda stagione in cui Ros e Ditocorto parlano.
È una delle mie scene preferite di Ditocorto in “Game of Thrones”. È stato un buon momento di collegamento nella seconda stagione e noi impariamo di più su Ditocorto. C’erano altri momenti in cui mi sono divertiti tanto, probabilmente uno di questi è la scena con Sansa nel cortile dove l’ho baciata mentre parlo di sua madre. Ecco dove cominciamo a vedere come sia tutto mescolato nella sa testa. Ho continuato a cercare di portare un po’ di calore e amore a un personaggio che è ombroso, cattivo e perfino traditore. Pensavo che fosse il mio compito fare questo per una persona come lui.
“La fine arriva quando arriva”
Indubbiamente Aidan Gillen è stato un grandissimo attore per “Games of Thrones”. Tuttavia la sua morte chiude alla perfezione la storia di uno dei personaggi meglio riusciti della serie ed è stato giusto così.
Conclude l’attore:
Sai, ho fatto molto bene in “Game of Thrones”. Il personaggio ha fatto abbastanza bene. Hanno bisogno di ridurre il cast. Non è un problema, davvero. La fine arriva quando arriva e non penso ad altro oltre a questo.