Buon compleanno Mr. Grape. Dramma rurale con un cast superlativo

Buon compleanno Mr grape
Canale: TV8
Orario: 23.15
Anno: 1993
Durata: 118 minuti
Genere: Drammatico
Paese: USA
Regista: Lasse Hallström
Interpreti: Johnny Depp, Leonardo Di Caprio, Juliette Lewis, Darlene Cates, John C. Reilly

Compassione per Gilbert Grape

Buon oompleanno mr grape
Gilbert (Johnny Depp) vive nella cittadina di Endora, nello Iowa. Dopo la morte del marito la madre Bonnie è diventata obesa e indifferente, quindi spetta al ragazzo occuparsi della famiglia, in particolare del fratellino ritardato Arnie (Leonardo Di Caprio). Il diciottesimo compleanno di Arnie s’avvicina, ma Gilbert nutre il desiderio di evadere da questa soffocante condizione. E l’arrivo in città della straniera Becky (Juliette Lewis) non facilita la situazione…

Anche i grandi hanno cominciato da piccoli

buon compleanno mr grape
Leo non lotta con gli orsi e non tira di coca. Johnny non indossa strani cappelli e non beve rum. Quanto ci sembrano definitivamente irrecuperabili queste due icone della contemporaneità. Impacciati, pietosi e dalle modeste ambizioni i fratelli Grape trasmettono le gioie e i dolori che si annidano nelle piccole azioni del quotidiano. Ma anche dello straordinario: il cambiamento è (alla Kubrick) paura e desiderio, fatalità e necessità, prigione ed evasione.

“L’ho visto in tv da metà in poi pensando che fosse un documentario, non avevo capito che fossero attori.” Il celebre Martin Scorsese così ha parlato di questo dramma che vive di forza recitativa e coerenza visiva. Americano ma universale, filtrato dalla sensibilità scandinava del regista Lasse Hallström (“Chocolat”, “Hachiko”) e del direttore della fotografia Sven Nykvist (“Persona”, “L’inquilino del terzo piano”). Concetti semplici, immagini essenziali e narrazione solida, ciò di cui avremmo bisogno più spesso.

Commento finale

Buon compleanno Mr. Grape è un film che riesce sempre a farsi voler bene. La recitazione genuina degli attuali divi avvicina lo spettatore ad un microcosmo eccezionalmente universale. Non è e non vuole essere un capolavoro, ma un amaro momento di pianti e sorrisi. E ci riesce.

 

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