Scappa – Get Out. Un tranquillo weekend fuori città per conoscere i genitori di lei, cosa potrà mai andare storto? Beh, a quanto pare un sacco di cose.
Data di uscita: 18 Maggio 2017
Paese: USA
Genere: Thriller, Horror, Satira
Regia: Jordan Peele
Sceneggiatura: Jordan Peele
Produzione: Blumhouse Productions, QC Entertainment
Interpreti: Daniel Kaluuya, Allison Williams, Catherine Keener, Bradley Whitford, Caleb Landry Jones, Betty Gabriel, Marcus Henderson, Stephen Root, Lil Rel Howery
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 104 minuti
La trama
Chris Washington (Daniel Kaluuya), un giovane fotografo afro-americano di New York, accetta di conoscere i genitori della sua fidanzata Rose (Allison Williams), durante un weekend fuori città nella loro tenuta di famiglia. Nonostante Chris continui a ritenersi preoccupato dal fatto che la famiglia di lei non sappia che lui sia nero e, in aggiunta, il suo amico Rod (Lil Rel Howery) gli sconsigli vivamente di andare nella zona dove vivono i genitori di Rose, il ragazzo decide di proseguire, per l’amore che prova verso la sua compagna.
I genitori della ragazza Missy e Dean (Catherine Keener e Bradley Whitford) e il fratello minore Jeremy (Caleb Landry Jones) si dimostrano fin da subito gentili e accomodanti, forse per dissimulare l’imbarazzo generato dal rapporto interraziale della figlia.
Alcuni eventi e scoperte sempre più inquietanti, il comportamento enigmatico dei domestici afro-americani, la donna di servizio Georgina (Betty Gabriel) e il giardiniere della proprietà Walter (Marcus Henderson), e in seguito la scoperta delle sparizioni di alcuni ragazzi di colore avvenute nella zona, non fanno che aumentare il sospetto di Chris che in quella casa niente sia come sembri. Ciò lo porta ad una verità che non avrebbe mai potuto immaginare.
Vecchi temi, nuove forme
Di film su un tema delicato come la discriminazione razziale verso le persone di colore ne sono stati fatti a bizzeffe. E’ da diverso tempo ormai che questi si concentrano sulla vita di personaggi storici, personalità di spicco ed eventi significativi del passato (“Selma”, “12 anni schiavo”, “Il diritto di contare”, ecc.).
“Scappa – Get Out” invece è un’eccezione. Al posto di rappresentare casi distintivi, grandi personaggi che hanno segnato la storia della lotta contro la discriminazione, decide di lavorare sulla società contemporanea, sulle sclerotizzazioni e le trame nascoste che si annidano sotto la maschera di un’apparente normalità.
Quindi, per riassumere tutti questi bei paroloni, non aspettatevi campi di cotone, schiavitù e grandi personaggi storici, ma una storia completamente originale (nonostante il punto di partenza sia “Indovina chi viene a cena?” del 1967).
Il segreto è la polimerizzazione
Ancora più interessante è come ci viene raccontata questa storia. Il film infatti si presenta come una satira, esagerata e bizzarra. Allo stesso tempo presenta tratti da film horror, sequenze oniriche e appena un tocco di splatter.
Inquietante/ridicolo. Jumpscaroso/grottesco. Insomma, ci troviamo davanti a un’ibridazione di generi molto ben riuscita.
Se volessimo fare un paragone, la sensazione che si prova alla fine della proiezione è quella di aver appena assistito ad una lunga puntata di “Black Mirror“, serie Netflix conosciuta da tutti per le sue inquietanti e paradossali pillole di distopia. Nella quale per altro ha recitato lo stesso protagonista di “Scappa – Get Out”.
Cervi volanti e scene fantasma
Riassumendo, quindi, stiamo parlando di un piccolo congegno molto originale e ben costruito, in cui tutti i pezzi si ricollocano al loro posto. Almeno sulla carta.
Infatti durante la visione del film qualcosa non torna. Due cose principalmente: l’elmo da cavaliere e i cervi.
Per quanto riguarda l’elmo, questo ha una posizione di spicco su tutti i poster promozionali, mentre all’interno del film appare solo verso l’ultima parte senza una spiegazione adatta, quasi come se fosse una sorta di easter egg.
Invece i cervi sarebbero dovuti essere figure costanti nel film, una sorta di presenza inquietante che perseguitava il protagonista. A partire dal suo incidente con il “mammifero volante non identificato”, che vediamo anche nel trailer. Questi però, da un certo punto in avanti spariscono completamente, lasciandoci molte perplessità.
Dopo un po’ di ricerca sono riuscito a scoprire che alcune scene sono state inspiegabilmente escluse dalla versione definitiva del film. Questa non è una novità, infatti la Blumhouse aveva già fatto in precedenza mosse simili (“The Gallows”).
Probabilmente tutti questi buchi verranno riempiti nella versione blu-ray che arriverà prossimamente in commercio, ma il problema non viene così eliminato, poiché si parla non di scene accessorie ma, al contrario, di parti di una rete di concetti che si sviluppa per tutta la durata nel film.
Primi passi
Jordan Peele debutta alla regia con questo film. Si occupa, inoltre, anche della sceneggiatura e cerca subito di farsi notare.
Storia originale, lontana dagli altri film che hanno trattato in precedenza il medesimo tema. In più, una regia che ogni tanto mostra qualche scintilla (piano-sequenza iniziale).
Gli attori, quasi tutti sconosciuti con qualche eccezione (Bradley Whitford e Catherine Keener), svolgono un ottimo lavoro nel rappresentare le varie tipologie di ruoli presenti nel film.
Da una parte infatti c’è Chris, protagonista e personaggio più a tutto tondo rispetto ad altri, più stereotipati (Rod, l’amico di Chris). Dall’altra quel gruppo di figure grottesche, bizzarre ben rappresentate dalla cameriera Georgina e dal giardiniere Walter.
Il doppiaggio italiano è di buona fattura. Purtroppo però alcune battute/modi di dire/sfumature si perdono nella traduzione. Ma questo è normale, direte voi.
Il fatto, però, è che il film cerca esplicitamente di far sentire la differenza tra il parlato dei bianchi, a cui tutti siamo abituati, e lo slang tipico degli afroamericani, volgare e molto accentuato per l’occasione.
Vi lascio ora al commento finale…
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Commento finale:
In “Scappa – Get Out” Jordan Peele realizza, al suo debutto, un’opera creativa e interessante, che sfrutta una tematica ormai classica del cinema contemporaneo, riadattandola però in una forma del tutto nuova e originale. Il film non è perfetto. Considerando però il fatto che siamo solo al battesimo del fuoco per il regista, rappresenta un ottimo inizio.