Split. Un film frammentato e solido allo stesso tempo: il grande ritorno di M. Night Shyamalan

  • Data di uscita: 26 Gennaio 2017
  • Genere: Horror, Thriller
  • Anno: 2017
  • Regia: M. Night Shyamalan
  • Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
  • Produzione: Blinding Edge Pictures, Blumhouse Productions
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Durata: 116 min

Dopo il successo de Il Sesto Senso (1999) che lo ha lanciato agli occhi del grande pubblico, si prospettava per M. Night Shyamalan una carriera scintillante. Eppure, negli anni a seguire egli è arrivato a deludere le aspettative. Film come Signs, The Village, Lady in the Water per molti non hanno mai sfiorato il livello del suo film d’esordio. Dopo il recente buon successo di The Visit (2015), horror low-budget apprezzato dalla critica, era giunto il momento di rischiare il tutto per tutto.

La prova corale… di uno solo!

Probabilmente grazie a “The Visit”, il regista ha riscoperto la sua capacità di dar vita ad un ottimo film con poco, puntando tutto sulla creatività del soggetto. Split si serve infatti solo di un paio di location e un pugno di attori, di cui solo tre sono protagonisti: il risultato è però incredibilmente corale. Senza ombra di dubbio il merito va ad un sorprendente James McAvoy, capace di rendere non tanto l’idea di essere un uomo singolo con 23 diverse personalità, ma ben 23 persone diverse (se anche in realtà nel film egli ne interpreta solo alcune), tutte dalla medesima faccia.

Si aggiunga la difficoltà di rendere queste personalità non in singole scene, ma anche nella stessa, quasi in contemporanea, attraverso il cambiamento minimo ma fondamentale dell’espressione facciale. E se ancora non bastasse a dare una misura della bravura di McAvoy, si pensi che interpreta addirittura una delle sue personalità mentre cerca di mentire imitandone un’altra. Non serviva solo un bravo attore, ma anche un bravo scrittore prima e regista poi, per cui non lasciamo ogni merito al protagonista: diamo a Cesare quel che è di Cesare. Onore a M. Night Shyamalan!

Un film dalla forte identità

So sa che il cinema dei nostri tempi, quello postmoderno, dove domina la non-linearità, ha una certa difficoltà nell’assumere una forma propria e nel creare contenuti davvero nuovi. Per provare ad ottenerli, ecco che assistiamo da anni e anni ad un remix di generi e film, a sequel e prequel, a reboot, ad un citazionismo estremo e chi più ne ha più ne metta… Anche Split è figlio dei suoi tempi (il montaggio ricco di flashback lo testimonia), ma questa volta il mix ha una valenza diversa, appare giustificato.

La moltitudine di film che parla di personalità frammentate diventa cosa necessaria, ed ecco che il passaggio da horror a grottesco, da simil-comico a thriller assume un significato: sbalzi nel tono che vanno a braccetto con gli sbalzi d’umore del protagonista. A questo proposito diventa quasi assurdo e paradossale (e geniale) come un film simile risulti avere più forte identità di tanti altri. “Split” funzione. Ha una trama valida, che ammicca soltanto a cose già viste (come inevitabile) per poi sorprendere e lasciare in sospeso fino alla fine.

ATTENZIONE: SPOILER

Saltate al commento finale se non avete già visto il film!

Il film attinge pienamente alla unica e solida personalità del suo creatore, in un colpo di scena usuale ma da maestro. Sembra succedere tutto, e invece non succede niente, o quasi.  Il tutto però senza lasciare strane ed amare sensazioni di insoddisfazione. Ma non è finita. Oltre al finale della storia, il film ci propone qualcosa di ancor più inatteso e unico: l’ultima scena mostra un Bruce Willis nei panni del protagonista del secondo film “big” di Shyamalan, Unbreakable – Il predestinato (2000). Ci accorgiamo così che il film non è altro che un sequel o una sorta di spin-off che si inserisce nell’universo filo-fumettistico di “Unbreakable”, giustificando ulteriormente il tutto.

Personalmente, in un’epoca di saghe supereroistiche che dominano i botteghini con prequel di sequel di spin-off di remake, trovo geniale la scelta di creare un proprio personale universo per la propria saga. Un universo low-budget fatto di eroi urbani in contesti e vite normali, che spezzi la oramai monotona effettistica ed epicità del genere. Si intende che ci sarà un ulteriore seguito, in cui presumibilmente assisteremo allo scontro tra l’invulnerabile Willis ed il malvagio ed inquietante McAvoy. Insomma un finale del tutto inaspettato, forse il primo caso di sequel che rivela di essere tale solo nel finale. E forse, la prima volta dove un film di estrazione horror e thriller diventa “pseudo-supereroistico” (che termini!). Non resta davvero che attendere quanto ci riserverà in futuro il rilanciato Shyamalan.

Vi lascio al commento finale…

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Commento finale:

Senza tirarla per le lunghe, essenzialmente questo Split è un film che va visto. Punto. Forte di una prova attoriale d’eccezione e di un ottimo ritmo che dona grande tensione, risulta uno dei lavori migliori di Shyamalan. Assolutamente da non perdere per ogni cinefilo che sappia apprezzare il genere thriller/horror.

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