Blade Runner. L’uomo distrugge ciò che non è più capace di controllare
- Anno di uscita: 1982
- Genere: Fantascienza, Noir
- Regia: Ridley Scott
- Sceneggiatura: Hampton Fancher, David Webb Peoples
- Produzione: The Ladd Company, Sir Run Run Shaw, Tandem Productions
- Distribuzione: Warner Bros.
- Durata: 116 min.
Il Cacciatore di Androidi
Ambientato in una Los Angeles cupa e piovosa in cui i palazzi si sviluppano sempre di più verso il cielo tenebroso e lontano, “Blade Runner”, diretto da Ridley Scott dopo una lunga fase di pre-produzione legata allo sviluppo dei concept per la creazione di personaggi, scenografie ed effetti speciali, rimane ancora nel 2017 uno dei cardini del cinema di fantascienza, tanto da ispirare un sequel che uscirà nel mese di Ottobre di quest’anno diretto da Denis Villeneuve (già divenuto celebre per “Arrival”).
“Blade Runner” è la storia di un progetto che nacque nel 1977, ispirato liberamente al romanzo di Philip K. Dick “Il cacciatore di androidi”, il quale non vide mai la versione finale della pellicola in seguito al decesso nel marzo del 1982. Il soggetto, che fu riscritto più volte, venne finalmente approvato nel 1980 quando la regia fu affidata a Ridley Scott dopo il successo riscosso con “Alien” (1979). Rick Deckard (Harrison Ford) è richiamato al suo servizio di “Blade Runner”, un agente speciale che si occupa di cacciare e punire i cosiddetti “Replicanti” che non sottostanno al loro ruolo di schiavi nelle colonie di extraterrestri. Quattro di essi infatti, fuggiti dalla colonia, sono alla ricerca del loro creatore, affinché possano allungare la propria vita ed essere sempre più simili agli esseri umani.
Un noir d’atmosfera, lento e riflessivo
Il ritmo è lento, l’attesa che accada qualcosa è snervante e la domanda che spesso vien da porsi è la seguente: “Quanto questi replicanti possano essere speculari all’essere umano e cosa li contraddistingue?”. Infatti, nonostante le numerose domande a cui sono sottoposti questi Replicanti (nel film viene utilizzata la macchina Voight-Kampf per determinare attraverso reazioni fisiologiche se questi siano umani oppure no), spesso si evince come la linea di separazione tra le due “specie” sia molto sottile, tanto che a volte sono gli esseri umani ad essere più violenti e crudeli dei Replicanti stessi, che si dimostrano in grado di provare sentimenti umani pur erroneamente credendo che questi ne siano impossibilitati.
Esattamente come una “trottola che gira”, Roy Batty (Rutger Hauer, autore capace di una performance che ha innalzato il valore del film a “cult”) si spinge al di là della sua servile esistenza quasi come un moderno Prometeo che vuol rubare il “fuoco della longevità”, che a differenza del mito non può esistere, nemmeno in un futuro dove tutto è possibile grazie alla tecnologia.
Tecnologia ed umanità
Il regista ambienta questa storia futuristica in una Los Angeles distopica dove la confusione e le tenebre sono diventati i padroni in questo triste 2019. I neon dai colori penetranti illuminano gli appartamenti in modo freddo e distaccato, andando a creare scenari ai limiti della realtà. L’oscurità ha ormai preso il posto della luce, rare infatti sono le scene in cui si intravede la filtrare dalle finestre degli appartamenti la luce fumosa di un giorno molto corto e privo di calore. Come privi di calore sono anche gli esseri umani: senza meta e senza identità, quasi perduti in questo mondo dove tutto quanto è sostituito da macchine e tecnologia.
Non esistono più forme di vita esclusive, tutto è stato a sua volta replicato, come gli esseri umani, ai quali si prelevano perfino ricordi da impiantare dentro degli “androidi”. Replicanti che vengono schiavizzati per servire una specie ormai arrivata ai limiti dell’esistenza, che ha paura di ciò che crea ma non ha il buonsenso di arrestarsi.
E ora, il commento finale…
[adsense][adsense]
Commento finale:
Blade Runner è questo, il giusto mix tra un visionario film fantascientifico e un cupo noir che spinge lo spettatore a riflettere sulla sua condizione infima di essere umano: sempre impegnato a creare qualcosa di materiale di cui a fatica si riescono mantenere le redini e che, una volta sfuggito dal proprio controllo, crea effetti catastrofici a cui nessuno può porre fine. Ridley Scott può annoverare questo film come una delle sue opere più riuscite in campo fantascientifico, così come lo era stato anche “Alien” (nonostante forse un poco più di superficialità nel contenuto), e bisogna sperare che Villeneuve colga questa pesante eredità per realizzare un sequel più che necessario.”
Vi lasciamo ai trailer: prima quello dell’originale, poi a quello dell’atteso Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve.