Daredevil. Marvel Television dimostra che le serie tv sui supereroi sono più che semplici prodotti commerciali per il grande pubblico.
1) La trama cruda e spietata
Eh no bambini. Questa serie non fa proprio a caso vostro… Daredevil è sempre stato il supereroe che usciva dalle gelide ombre di Hell’s Kitchen per riportare un po’ di luce nel quartiere irlandese. E di certo, nonostante un rigido codice morale (non uccide MAI nessuno), non accarezza ne bacia le sue vittime.
In “Marvel’s Daredevil” ossa rotte, costole fratturate e gambe spezzate sono una costante nelle puntate di quasi 60 minuti. Un eroe crudo che non combatte con nemici affascinanti e dalle tutine sgargianti. Murdock indossa una semplice maglietta a maniche lunghe da fitness, dei pantaloni da forze armate e una bandana. L’eroe con la tutina è morto. E Drew Goddard lo ha capito subito. Il risultato è incredibilmente reale e conquista il “pubblico del divano“.
2) La filosofia della giustizia
I supereroi e la giustizia sono un tema molto delicato. Quando ne “Il Cavaliere Oscuro” (2008) sentivamo il famoso Joker interpretato da Heath Ledger, o Harvey Dent inveire contro i metodi di Batman per la prima volta si sollevò la questione.
I supereroi da chi sono legittimati? Chi gli dice di operare in un certo modo? La giustizia dei tribunali è uguale alla loro? Il confronto sulla pesante tematica non si fa attendere in Daredevil.
Uno dei dialoghi più esemplari delle prime due stagioni è infatti quello tra Daredevil e Frank Castle, alias The Punisher.
Quest’ultimo infatti è abituato a lasciare una scia di vittime al suo seguito. Nella sua mente “malata” non c’è redenzione per chi commette un reato. Il sistema giuridico non funziona, le carceri non cancellano una vita di peccati, i criminali non cambiano. Lo sterminio delle bande è la soluzione per Frank, e solo in questo modo il mondo può essere pulito dalle impurità che lo sporcano.
Murdock è in contrasto con questa sua teoria, rabbiosa e sfiduciata nei confronti del genere umano, e più volte cerca di fermarlo nelle sue azioni vendicative. Chi ha ragione? Goddard divide il proprio pubblico, e tutto ciò è motivo di lunghe discussioni.
3) Il grande ritorno di Vincent d’Onofrio
Ma non si era sparato in bocca? Ma no! Il nostro Vincent torna a regalarci una prestazione memorabile come quella che ci diede ben 28 anni fa. Dove lo abbiamo già visto??? Continuate a leggere ragazzi…
Vincent D’Onofrio non è altro che “Palla di Lardo” il celebre soldato che osò ridere in faccia al Sergente Maggiore Hartman nel cult-movie “Full Metal Jacket” del maestro Stanley Kubrik.
Leonard Lawrence signori, come dimenticarlo. Come dimenticare gli insulti che gli caddero addosso in quel lontano 1987.
Ma in Daredevil il caro Vincent non tollera chi lo insulta. Il primo impatto che offre l’attore nei panni di Wilson Fisk non è decisamente dei più convincenti. Timido, riservato, indeciso sono le sensazioni che suscita a pelle un attore che avevo il timore fosse stato l’ennesimo buco dell’acqua nei panni di un villain.
Ma la sua prestazione fortunatamente è un crescendo continuo. Fisk impazzisce all’improvviso, schiaccia teste con la portiera della macchina, uccide a sangue freddo chiunque, e nonostante la stazza fisica ha un’agilità ed una potenza fuori dal comune. Vincent D’Onofrio regala a chi si sbrodola con il cibo cinese sul divano, l’ascesa del Boss più famoso della Marvel. Ne racconta i pregi, i difetti, debolezze e virtù fino a trasformarlo in un personaggio fortemente carismatico. La lezione del Sergente Maggiore Hartman evidentemente è servita.
4) La fotografia sublime
E’ un piacere ed un onore dedicare una parentesi alla luce in Daredevil.
Una luce che fin dalla prima puntata viene quasi messa da parte dai protagonisti e dal regista stesso. Celebre è la scena in cui Murdock spiega il motivo dell’acquisto del suo appartamento. Un loft che non voleva nessuno in quanto costantemente illuminato da un’enorme insegna a led.
La luce lascia spazio al sorgere delle ombre. In questo scenario dove spesso si vede poco o niente si narrano le vicende di Daredevil. Scorci di luce illuminano i profili dei protagonisti che spesso risultano come silhouette che si muovono sullo sfondo dell Grande Mela. Una Hell’s Kitchen oscura così come lo è anche la vita di Matt Murdock.
Matt Lloyd (direttore della fotografia) traccia un parallelismo tra il suo modo di illuminare il set e la vita del diavolo del quartiere irlandese, che nasconde la propria identità per il bene della città. Il risultato è un bellissimo affresco di chiaroscuri perforati dai gelidi LED che sono solo da ammirare.
5) La fedeltà ai fumetti
La storia di Matt Murdock non è affrontata in modo superficiale come nel film con protagonista Ben Affleck.
Molti erano i difetti di allora cheDrew Goddard ha dovuto far dimenticare ai fans. Il personaggio di Daredevil nasce, cresce e corre durante tutta la prima stagione. Ogni personaggio del fumetto trova spazio in questa narrazione mai lenta e sempre più intrigante.
Abbiamo l’ascesa della bella Ellen Page (Deborah Ann Woll) che diviene gradualmente da segretaria dello studio Nelson & Murdock una reporter.
Foggy Nelson (Elden Henson) si evolve, da ragazzino alle prime armi ad avvocato con il pelo sullo stomaco.
Ben Urich (Vondie Curtis-Hall) gradualmente inizia a collaborare con Daredevil come nei fumetti.
Ogni personaggio è al posto giusto in questa serie tv che non ha mai neanche lontanamente deluso i fan sfegatati di Devil. Chi voleva finalmente che le storie dei fumetti fossero trasposte con fedeltà sugli schermi (in questo caso non cinematografici) ha avuto pane per i suoi denti.
6) Sceneggiatura epica, regia TOP
Daredevil è la prova che anche i Marvel Studios hanno preso le misure per non cadere nel “già visto”. La sceneggiatura non solo presenta diversi colpi di scena inaspettati, ma riesce anche con alcune sequenze ad innalzare il livello del semplice dialogo tra due personaggi.
L’epicità che era stata la chiave del successo di film come la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro” di Batman, trova un posto fondamentale nella serie tv di “Daredevil”.
E si vede che Drew Goddard è riuscito sapientemente ad usare questo “modus operandi” per i suoi personaggi. La scena in cui Ben Urich scrive l’articolo di denuncia a Kingpin, o la scena finale della prima stagione con in sottofondo “Nessun dorma“, fanno apprezzare il buon lavoro degli scrittori della serie. Mai una parola fori posto, ma sempre la frase giusta che fa esaltare chi si gode le puntate.
Che dire poi della regia. Scene d’azione mai confusionarie, utilizzo di svariati piani sequenza che esaltano i ruoli di stunt e comparse, nulla sembra finto ma parecchio inerente alla realtà.
Le scene di combattimento di Devil contro i russi, o gli inseguimenti sulle scale sono una vera goduria per gli occhi. Goddard ha saputo farci apprezzare gli scontri come mai nessun regista aveva fatto per un prodotto Marvel.
7) Daredevil come “Cavaliere Oscuro” di Hell’s Kitchen
Nei punti precedenti ho citato diverse volte i “Batman di Nolan“. Più si riguardano alcune scene della serie di Daredevil e più la somiglianza è palese.
Plagio? Non credo.
Anzi, un lavoro cosciente del fatto che i migliori film sui supereroi finora realizzati siano quelli sul “Cavaliere Oscuro“. Drew Goddard come Christopher Nolan ha saputo rivestire di problemi reali il proprio supereroe. Daredevil come Batman è alle prese con la realtà di una società complessa. La corruzione ha devastato Hell’s Kitchen come in Batman aveva devastato Gotham.
Daredevil non ha quasi nessuno su cui possa fare affidamento e sa che la giustizia spesso non può aiutarlo a dovere. Perciò indossa una maschera come Bruce Wayne per ergersi al di sopra della legge e ristabilire l’ordine in un posto dove Kingpin vuole regnare da “homo novus” magnanimo e corretto.
Ellen Page e Ben Urich sono simili ai personaggi rappresentati da Rachel Dawson e Jim Gordon in Batman.
Così come Foggy Nelson sembra sempre di più Alfred nel dare consigli al proprio amico ed a tratti possiamo notare somiglianze tra i ruoli di Melvin Potter e Lucius Fox, entrambi fornitori di equipaggiamenti speciali per i difensori della città.
Daredevil inoltre combatte come un ninja addestrato da Stick. Così come Bruce Wayne ha imparato le arti marziali dalla Setta delle Ombre. Numerose sono le somiglianze tra la serie e la trilogia. I sostenitori di Nolan avranno sicuramente apprezzato!
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Conclusione…
Dopo queste lunghe considerazioni, possiamo solo sperare che “The Defenders” in uscita il prossimo 18 Agosto (ecco altre informazioni: The Defenders) possa strabiliarci come Daredevil, nell’attesa della terza stagione sul Diavolo di Hell’s Kitchen. E voi cosa vi aspettate?
Intanto vi lasciamo al trailer di “The Defenders”!