Twin Peaks. Dal delirio surrealista dei primi venti minuti del terzo episodio fino ad arrivare al tradizionalismo.

Già le prime due parti erano, in alcuni punti, scevre dalla maglia della narrazione, del parlato. Con la terza parte siamo arrivati al più grande delirio surrealista (per ora) di questa stagione di “Twin Peaks”.

Twin Peaks

L’elemento (uno dei tanti) che più mi sta affascinando di questo revival è l’autoreferenzialità di Lynch. Il gusto pittorico che qui trabocca in ogni dove. Riesce a regalare, tramite questo, delle meraviglie che vanno al di là della serie tv, che vanno al di là del contesto cinematografico. Mi è difficile parlare anche di arte. Cooper è in fuga. In fuga dalla Loggia Nera, in fuga dalla vita (sia nell’anima che nel corpo). Cooper oltrepassa un mondo apparentemente incomprensibile. Questo mondo si presenta con uno scenario violaceo. Pennellate su uno schermo bagnate da un mare senza orizzonte. Ritorna il topos lynchiano delle deformità fisiche. Vie di fuga, cielo stellato, le parole del Maggiore Briggs in lontananza:

ROSA BLU

I primi venti minuti della terza parte di “Twin Peaks” sono estremamente affascinanti. Suggestivi, misteriosi, surrealisti. Si sente un’aria da Buñuel. Lynch è riuscito a rendere popolare il Surrealismo ed anche stavolta conferma l’estro di esser riuscito a portare il Surrealismo nel piccolo schermo di migliaia di telespettatori. E di questo dobbiamo solo che ringraziarlo.

La Rosa Blu apre a mille suggestioni, a mille riferimenti visivi. Per citarne alcuni: “Fuoco Cammina Con Me” su tutti e non va dimenticato che è anche l’elemento identificativo di alcuni casi del dipartimento di Gordon Cole.

Tra innovazione e tradizione

Twin Peaks

Cooper che si libera dal cosiddetto “impero della mente“. Il suo doppelganger che vomita la garmonbozia in un’ambientazione molto alla “Cuore Selvaggio“. C’è molta autoreferenzialità (mai arrogante ma piuttosto divertente e divertita). C’è spazio per una “creazione” nel corso della terza parte. Una creazione legata ai due Cooper, quello della Loggia Nera, e quello posseduto da Bob. Irrimediabilmente, uno dei due dovrà morire e questo viene ripetuto nel corso della terza parte.

La seconda parte dell’episodio dà spazio a momenti grotteschi decisamente esilaranti con un Cooper più passivo e spaesato che mai. C’è spazio anche per il ritorno alla classicità. Si torna a dare spazio ai vecchi personaggi della cittadina di Twin Peaks come quelli di Andy, Lucy e Hawk. Per non parlare della presenza di Gordon Cole e Albert, i quali, a fine terza parte, ricevono una telefonata. Dopo anni in cui era svanito nel nulla, Cooper è riapparso.

La Quarta Parte

Twin Peaks

La quarta parte è finora quella più vicina allo stile storico della serie. Ci sono solo piccoli sussulti delle stagioni precedenti. Il revival di “Twin Peaks” continua a mantenere la sua linea “in divenire” ben salda e decisamente suggestiva. Ci sono molte situazioni slegate, un po’ lasciate in sospeso, eppure animate da un’insolita unicità che affascina e che invogliano a proseguire la storia. Abbiamo a che fare con qualcosa di piacevolmente familiare. Un qualcosa, però, totalmente lontano dall’elemento “nostalgia”. L’omicidio di Laura Palmer era il perno centrale di tutta una serie di storie che venivano narrate nel corso delle due stagioni precedenti possibili. In questo caso, Lynch e Frost si svincolano da quel tipo di logica narrativa per giocare sempre di più sull’immediatezza, sulla massima varietà possibile e sulla purezza dell’immagine.

Ritorna “Mulholland Drive” con la duplicità intrinseca dello sceriffo Truman. Ritornano vecchi personaggi, come quello di Denise, interpretata ancora meravigliosamente da David Duchovny. Vengono presentati nuovi personaggi, come quello di Naomi Watts o il figlio di Andy e Lucy, interpretato da Michael Cera. Compare di nuovo Cooper. Sempre passivo. Sempre inebetito. Eppure, in questa quarta parte, incominciano ad intravedersi i tratti caratteristici che l’avevano reso iconico: il caffè e il pollice che fa l’ok.

Mille domande

Twin Peaks

Ma soprattutto tornano Gordon Cole (David Lynch) ed Albert (il compianto Miguel Ferrer, il sultano dei sentimenti). Altro che cammeo, o ruolino da guest stars! Gordon e Albert sono molto impelagati all’interno delle situazioni di questa terza stagione. I due, nel corso della quarta parte, incontrano il finto Cooper, fermato dopo l’incidente in auto. Nel racconto dell’uomo ritorna il nome di Phillip Jeffries (lo scomparso David Bowie), l’agente dell’FBI che appare all’inizio di “Fuoco Cammina con Me“. Scomparso a Buenos Aires alla fine degli anni ’80, ricomparso anni dopo e di nuovo svanito nel nulla. Non solo serietà, Gordon ed Albert sono protagonisti di alcuni siparietti comici piuttosto divertenti. Lynch, nel ruolo di Cole, appare molto invecchiato e regala un’interpretazione molto più sentita rispetto alle altre volte in cui è comparso come Gordon. Miguel Ferrer è semplicemente perfetto.

Twin Peaks

Ecco se c’è un difetto, che si può evidenziare in questo revival, è la quasi totale assenza della colonna sonora. Magari utilizzarla in modo così preponderante come nelle due stagioni classiche oggi non funzionerebbe, ma a piccole dosi fa piacere. Ecco perché la scena di commozione di Bobby sulle note del tema di Laura Palmer è uno dei momenti più forti della puntata. Uno di quei momenti che ti riporta alla tradizione. Uno di quei momenti che ti riporta al cuore delle stagioni precedenti. A quello che è stato Twin Peaks. Quello che è stato e sempre sarà.

Vi lascio con il commento finale…

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Commento Finale

Prosegue questo revival di Twin Peaks con ritmo molto rallentato. Eppure le sottotrame che vengono dispiegate e lasciate in sospeso sembrano legate da un’insolita unità. La terza e la quarta parte invogliano moltissimo a proseguire la terza stagione. La terza è arricchita dall’elemento surrealista che trabocca nei primi venti minuti dell’episodio. La quarta parte è più tradizionalista (ma neanche tanto). Si ritorna a qualcosa di antico, si ritorna a parlare di vecchie conoscenze del film prequel “Fuoco Cammina Con Me” (Phillip Jeffries) e si presentano nuovi personaggi. Chissà cosa ci prospetta per il futuro…

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