Hunger Games – Il Canto della Rivolta parte 2: Recensione

Hunger Games – Il Canto della Rivolta: parte 2. La seconda parte della trilogia young-adult contemporanea più famosa cerca di concludere i “giochi della fame”, cadendo però nell’elemento chiave della pellicola: l’intrattenimento.

  • Data di uscita: 19 Novembre 2015
  • Genere: Azione, Fantascienza
  • Anno: 2015
  • Regia: Francis Lawrence
  • Sceneggiatura: Danny Strong, Peter Craig
  • Produzione: Lions Gate Entertainment, Color Force
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Durata: 137 Min.

Dopo la liberazione di Peeta e le continue ribellioni degli abitanti dei vari distretti, Katniss Everdeen in veste di Ghiandaia Imitatrice, sostenuta dai ribelli del distretto 13 e soprattutto dai suoi amici, porta avanti la ribellione per la liberazione di Panem dal sistema dittatoriale del presidente Snow per un futuro pacifico.

The End

Ultimo film della quadrilogia cinematografica e tratto dal terzo libro della scrittrice statunitense Suzanne Collins, Hunger Games si avvia alla sua conclusione portando avanti l’elemento innovativo che è stato introdotto con la prima parte: la tematica politica legata all’instaurazione di un sistema differente orientato alla soppressione dei cosiddetti giochi della fame, gli Hunger Games. Se con i primi due film ci si è voluto giustamente concentrare sugli orrori di tali giochi trasmessi sugli schermi (chiara critica nei confronti dei media) e sui rapporti tra i concorrenti in gara, entrambe le parti de “Il Canto della Rivolta” assumono un aspetto decisamente più adulto e meno digeribile per i più giovani.

Il film però, dal punto di vista della messa in scena, presenta diversi problemi: come si può capire già dal titolo, quest’ultimo film è stato diviso in due parti portando avanti così la strategia di marketing diventata ormai una tradizione per Hollywood, iniziata con l’ultimo Harry Potter, per poi essere portata avanti da altre saghe per ragazzi come Twilight o Divergent. Se però con il mago britannico tale mossa ha avuto il valido motivo di coprire le evidenti lacune lasciate dal regista David Yates, responsabile degli ultimi film della saga, con Hunger Games questa motivazione viene a mancare, e la visione della prima parte ne è stato un esempio perfetto, realizzata in modo tale da essere rappresentata come anteprima per gli eventi della seconda parte, ma risultando lenta e priva di climax, elemento che dovrebbe essere uno dei punti principali della pellicola.

Andare sul sicuro

Con queste due parti il regista Francis Lawrence, conosciuto per aver diretto “Io sono leggenda” e “Costantine”, non vuole rischiare e si aggrappa totalmente alle descrizioni del libro, con una sceneggiatura estremamente fedele al romanzo ma che manca di coraggio e d’ispirazione. Così come le scene di battaglia, che dovrebbero essere il fulcro del film, e che invece risultano lente e soprattutto corte. Tutto ciò è sicuramente un’occasione mancata, data la presenza di un budget di ben 125 milioni di dollari che poteva essere gestito diversamente. Lo spettatore si ritrova quindi con l’amaro in bocca e con la classica osservazione “è capace, ma non si applica abbastanza”.

Tra le interpretazioni quella che spicca più di tutte è sicuramente quella di Jennifer Lawrence che cerca di tenere in piedi il film con molta fatica, anche a causa della mancanza di carisma da parte del cast che l’accompagna per le strade pericolose di Capital City ma che, inspiegabilmente nel corso del film, viene pian piano dimenticato.

Vi lascio al commento finale…

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Commento finale:

Il finale di questa trilogia/quadrilogia ha sicuramente giovato in termini economici cast e produzione, investendo sempre più soldi ma meno energia e passione: ciò purtroppo non gli permetterà di essere ricordato, se non nei primi anni grazie a una schiera di giovani fan. In questo caso si sperava che la ghiandaia imitatrice prendesse il volo in alto, differenziandosi da diversi film dello stesso genere, ma invece è rimasta tra le macerie. Quello che è sicuro è che Katniss Everdeen non riuscirà nell’impresa di mettere fine ai “giochi della fame” di Hollywood.

 

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