Beef – Lo scontro immancabile. Un centro per Netflix.

Intelligente, spiritosa, avvincente: Beef – Lo scontro è la recente serie Netflix prodotta da A24 (Moonlight, Midsommar, Everything Everywhere all at once). La casa di produzione e distribuzione ci porta nuovamente un capolavoro, affermandosi come sinonimo e garanzia di qualità.

Niente è lasciato al caso in Beef, dalla sceneggiatura, ai personaggi, ai dialoghi, alla regia. Un esempio calzante è la scelta stellare del cast: quasi interamente asiatico (senza i soliti preamboli sulla diversità etnica) propone come protagonisti l’esilerante stand-up comedian Ali Wong (Baby Cobra, Hard Knock Wife, Finché forse non vi separi) e il candidato agli Oscar Steven Yeun (Minari, The Walking Dead, BurningL’amore brucia). L’obiettivo è usare due facce della comunità asiatico-americana (la minoranza disprezzata e la ricca overachiever) per approfondire le contraddizioni del sogno americano.

Il nucleo della serie

La storia inizia da un pretesto banale: un “quasi” incidente, uno scontro, appunto, stradale, di quelli che ci fanno odiare la guida – o meglio, gli altri autisti. E così parte una vera e propria faida ai limiti dell’assurdo, tra Danny, un pover’uomo sensibile ma in grandi difficoltà economiche, e Amy, un’ansiosa ricca girlboss che sente tutto il peso della sua famiglia sulle spalle.

Due persone dai background simmetricamente opposti, eppure magneticamente attratte. Un’alchimia tuttavia tossica, che le costringe a vomitare la loro frustrazione, la loro rabbia nei confronti del contesto ingiusto e soffocante. L’uno vede nell’altro ciò che vede in se stesso, ciò che non vuole ammettere, accettare: desiderio di fallire e di autodistruggersi.

Un racconto bilanciato

Nonostante queste premesse importanti la serie risulta leggera e scorrevole, grazie a un registro sempre ottimista e dei toni ironici-surreali più che drammatici. Il perfetto dosaggio di dolce-amaro consente di accogliere anche gli eventi più spiacevoli e i lati controversi dei personaggi.

Ovviamente non mancano le grasse risate, soprattutto quando i due protagonisti interagiscono. Cosa che accade meno di quanto si vorrebbe, proprio per continuare a mantenere la tensione fino alla fine, senza mai però cadere nella frustrazione tipica dei prodotti seriali.

In sostanza ci si gode una catena di vendette dalle conseguenze sempre più catastrofiche – per quanto non tutte volute. E una volta raggiunto l’inconscio obiettivo, non può che nascere invece un incontro tra le due anime sofferenti, finalmente faccia a faccia con i propri demoni.

Consigliamo assolutamente la visione di questo bellissimo fiore. Il rinnovo per una seconda stagione potrebbe restituire a Netflix un po’ di quella qualità che la distingueva nei primi anni d’oro.

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