Super Mario Bros – The Movie si conferma tra i successi dell’anno con un incasso di oltre un miliardo di dollari al botteghino. Una grandissima vittoria commerciale per Nintendo, il cui scopo principale è creare una mascotte nota e riconoscibile per il brand anche al di fuori del mondo videoludico (e cancellare dalla memoria collettiva il disastro del 1993, il Super Mario Bros. live action di Morton e Jankel). Oltre che, ovviamente, spingere ancora di più sul nuovo merchandising, come confermano i 25 minuti di pubblicità prima del film dedicati ai due famosi fratelli.
Si può tuttavia davvero parlare di una vittoria – soprattutto per il mondo dell’animazione?

Quattro salti per Brooklyn
La casa di produzione Illumination (Cattivissimo me, Minions), grazie alle risorse prese in prestito, ha davvero superato se stessa. Lo spettatore è costantemente attorniato da un’orgia di colori sfavillanti, un montaggio frenetico, dei personaggi scattanti e una colonna sonora a tutti familiare in versione epica, con riarrangiamenti dalla saga originale.
La regia intelligente e puntuale, soprattutto nei tempi comici, non lascia in pace i nostri occhi. E come risultato, chiunque abbia mai giocato a Super Mario ritrova l’amata realtà videoludica nei toni e nel registro della pellicola, dove persino la grigia New York diventa una sfida a ostacoli.
Gli amanti dell’animazione e degli effetti speciali saranno sicuramente incantati dai mille dettagli nascosti anche all’occhio più esperto. Chi ha lavorato in questo mondo avrà rabbrividito all’idea di tutto il sudore versato in ogni singola scena. Il film è senza ombra di dubbio, a livello tecnico-qualitativo, una delle miglior perle dell’anno, e potrebbe tranquillamente concorrere agli Oscar.

… e qualche buca nel Regno dei Funghi
Circa la sceneggiatura, ecco che invece si notano i fini commerciali, e delle incrinature. È chiaro a tutti che la priorità fosse fornire un prodotto indimenticabile soprattutto da un punto di vista estetico, ma questo al prezzo di rendere il film veramente da Oscar su tutti i fronti.
Con la comoda scusa di creare una pellicola per bambini, quando in verità il target oscilla fra questi e i nostalgici, si è optato per un racconto pigro, prevedibile, visto e rivisto. Non fosse per l’iconicità di Super Mario il film sarebbe stato facilmente bollato come un’altra prova di moralismo americano sul “credere in se stessi”. La trama è davvero molto semplice, con diversi buchi e misteri ancora irrisolti. Ovviamente, data l’origine del film, questi sono del tutto voluti, per lasciare spazio ai futuri sequel oramai quasi assodati.
Questo però non sembra aver seccato il pubblico adulto. Forse un po’ perché già pregiudizievole nei confronti dell’animazione, forse un po’ anche a fronte di pretese ed aspettative molto basse. L’importante è vedere finalmente sul grande schermo IL gioco dell’infanzia, sentirsi bambini ancora una volta.
Infatti è inutile sprecarsi nella necessaria cascata di fanservice rovesciato senza riserbo; a partire ovviamente dalle ambientazioni fino ad arrivare a personaggi ultra-secondari, ma anche e soprattutto attraverso continui inside jokes e riferimenti ai diversi giochi. Ed è esattamente questo quello che ci si aspettava: il momento per ridere di quel che si conosce benissimo.

Conclusioni
Con Super Mario Bros. The Movie Nintendo e Illumination sono entrati a gamba tesa per competere con i giganti e hanno dimostrato di essere un bel team.
È stato però indispensabile l’elemento nostalgico di un personaggio già iconico da almeno vent’anni – per l’appunto Super Mario; difficilmente riusciranno a fare la storia dell’animazione (qualora a loro importasse, comunque) come la Disney o la Dreamworks se continueranno ad adagiarsi sugli allori. A sconfiggere la prova del tempo, al punto da creare una mascotte letteralmente centenaria come Topolino, sono le grandi idee, e questa di certo non lo era.
Intanto, l’animazione viene ancora una volta confermata come “un genere per bambini” (vi ricordate queste parole agli Oscar?), ma dove a creare incassi sono di fatto i millennials, e alla fine si evita di prendersi rischi per creazioni più complesse e originali, ancora di nicchia.
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