PREMESSA – L’ORIGINE
Primo in classifica mondiale Netflix per due settimane di fila, Sandman è un adattamento televisivo dell’omonima serie a fumetti di Neil Gaiman. L’origine dell’opera cartacea risale agli anni ’80 ed è considerata dai lettori esperti unica nel suo genere: lirica, altamente simbolica, avanguardista. Unisce con omogeneità la mitologia norrena, greca e cristiana.
Gaiman ha espresso fin da subito l’intenzione di modernizzare il suo vecchio lavoro, rimanendo tuttavia fedele alla materia originale. A detta della critica, la missione è stata compiuta con successo. Qui verranno risparmiati paragoni con i fumetti. Ci concentreremo invece sulla serie soprattutto in quanto prodotto Netflix, e su cosa ha da offrire.

LA SERIE – E LA MAGNIFICENZA UMANA
La stagione potrebbe definirsi divisa in due parti. Nel primo arco, il Re dei Sogni Morfeo si libera da cento anni di prigionia e tenta di ricostruire il suo regno. A seguire, una comune ragazza dal cuore d’oro acquista il potere d’interferire col mondo dei sogni. Infine, troviamo due episodi completamente slegati, dei veri e propri spin-off.
Regolarmente entriamo a contatto con altri personaggi ed eventi che potremmo definire accessori, se non fossero proprio quelli di maggior spessore e qualità, quasi indispensabili per capire il punto di vista del protagonista. Degli esempi sono l’incontro con la Morte, che ci guida in una giornata di duro lavoro; oppure quando i presenti in un locale, costretti ad essere sempre onesti, eliminano ogni filtro e sovrastruttura; o, ancora, a quando uno scrittore senza idee decide di intrappolare una Musa.
Salvo il momento di prigionia e ascesa, Morfeo si ritrova spesso ad essere più un testimone diretto ed eventualmente deus ex machina per gli altri personaggi: perfettamente in linea con il tema centrale della serie. Questa, infatti, come molte opere di Gaiman, è una lettera d’amore all’umanità, o ancor meglio alle sua potenzialità. Come non dimenticano di sottolinearci, Sogno, Morte, Desiderio, la religione e la mitologia, esistono “per servirci”. Secondo la visione antropocentrica di Gaiman, siamo il motore del mondo, la scintilla della fantasia, della giustizia, dell’amore. Per quanta oscurità, per quanta “anti-vita” possa generarsi, con la speranza si genera altrettanta luce pronta a sconfiggerla. Re dei Sogni perché è lì che l’incredibile prende forma. Dove si può guardare in faccia la propria oscurità, o si può evadere dalla realtà, ma anche dove si cela la versione migliore di noi stessi, che annaspa per trovare il suo spazio in un frammento di realtà.

…PUR SEMPRE NETFLIX
A livello estetico, tecnico, registico, attoriale, Sandman mostra il meglio che il famoso servizio streaming riesce a confezionare. Allo stesso tempo, alle volte è evidente la propensione di Netflix a infilarsi anche nelle opere più autoriali: palette di colori equilibrate e armoniose (in una serie nota originariamente per l’irrequietezza estetica), regia e montaggio dai ritmi più concisi possibili. Sono obbligatorie poi battute sarcastiche sulla vita amorosa dei personaggi, o stralci di dialogo senza sottotesto.
Tuttavia chi consce Gaiman ne riesce ad avvertire lo spirito, a riprova che un buon compromesso sembra essere possibile.

UNA SERIE PER LASCIARVI ISPIRARE
Al netto delle scene macabre e angoscianti, Sandman è in verità una delle poche serie che esplora il nostro Io senza troppo giudizio né cinismo, alternando con buon gusto momenti lugubri, leggeri e sublimi. È indubbio l’enorme impegno per fornire una qualità da film ad alto budget, motivo per cui, nonostante il successo, è ancora dubbia una seconda stagione.
Grazie a un adattamento apprezzato quasi all’unanimità, Gaiman dimostra di rispettare i suoi fan e il suo stesso lavoro, ma soprattutto di portare avanti progetti ambiziosi spinto dall’amore per l’immaginazione e della creatività.
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