Febbraio 2022 è segnato da un grande evento per i fan di Cuphead, prodotto videoludico di Chad e Jared Moldenhauer del 2017 (recuperate la nostra recensione). Un’incredibile serie TV prodotta da Netflix insieme a Studio MDHR e King Features Syndicate, rimescola le carte in tavola all’interno del catalogo della piattaforma, apportando un’assoluta novità che, al tempo stesso, è un grande omaggio all’animazione degli anni ’30. Si tratta di The Cuphead Show! (qui la recensione), creata da Dave Wasson. Dal 19 agosto ne è già disponibile una seconda stagione. È davvero l’anno di questo franchise, visto che lo scorso giugno è stato rilasciato il DLC del videogioco dal titolo The Delucious Last Course.

Cuphead
Mugman e Cuphead, i protagonisti di The Cuphead Show!

Dove eravamo rimasti?

Cuphead e Mugman, nipoti di Nonno Bricco, sono i due principali protagonisti della storia: due tazzine antropomorfe, così come tutti i bizzarri abitanti dell’isola di Calamaio, tra animali e oggetti animati. Quando, tra un’avventura e un’altra, si imbattono in Satanasso, l’anima di Cuphead è presto in pericolo. Il malefico diavolo farà di tutto per impossessarsene, mentre i protagonisti si imbatteranno in curiosi incontri e incredibili avventure nel tentativo di sfuggirgli.

La seconda stagione di The Cuphead Show! non si discosta molto dalla prima: Cuphead e Mugman sono ancora intenti a scappare da Satanasso, mentre nuovi personaggi, tra cui l’energica Chalice, entrano a far parte della loro vita. Il tutto incorniciato dal carattere slapstick comedy che permea questa buffa serie TV.

Quando arriva Satanasso?

The Cuphead Show!, come accennato, possiede una forte ispirazione al cinema d’animazione degli anni ’30; in particolar modo, si rifà ai lavori dei fratelli Max e Dave Fleischer e, in maniera piuttosto accentuata, alla Walt Dinsey. Così come i cortometraggi di Topolino e Paperino, anche i singoli episodi della serie riescono ad essere godibili nella propria assolutezza, senza un’apparente connessione tra loro. L’unico filo conduttore è, effettivamente, la linea narrativa che collega i due fratelli a Satanasso.

Cuphead
Satanasso

Mentre il pubblico, con l’arrivo dei nuovi episodi, si chiede come questa caccia andrà a finire, lo show tarda un bel po’ nel dare questa risposta. È come se la prima metà degli episodi ignorasse o dimenticasse questa importante questione lasciata in sospeso, e se è vero che l’attesa aumenta il piacere, d’altra parte qualche fan impaziente potrebbe dissentire.

Di contro, la seconda stagione di The Cuphead Show! propone una sfera molto ampia di nuovi personaggi della prima, anche se chiaramente sono gli stessi che i giocatori di Cuphead conoscono già. Tra i molti: Cala Maria, una gigantesca sirena che pietrifica chiunque con il suo sguardo, sulla scia della leggenda di Medusa; la Baronessa Von Bon Bon, la spietata sovrana della Terra dei Dolci; Werner Von Ratt, un topo ingegnoso che reclama la propria casa.

Cala Maria

Costanti e novità di The Cuphead Show!

Tutto sommato, non ci troviamo di fronte a nulla di così diverso dalla prima stagione. Ancora una volta la componente videoludica tende a tornare sullo schermo. Intendiamoci, un prodotto così articolato e complesso come quello di Cuphead non è facile da trasporre in una serie animata, anche se c’è un evidente impegno nel focalizzarsi spesso sulle boss fight, con modalità che richiamano quelle del gioco. Spesso i personaggi corrono inseguiti dal villain dell’episodio, saltano ostacoli, sfuggono a raggi e colpi, elementi chiaramente ispirati all’opera originale, così da non dimenticare mai le origini. Detto questo, è anche lecito che The Cuphead Show! non sia soltanto un “copia e incolla”. Insomma… Basta un solo gioco, non vi pare?

Cuphead
Mugman e Cuphead in fuga

Un’altra caratteristica che resta grossomodo invariata è la sua comicità. A tratti questo può apparire come un difetto, perché la struttura degli episodi e la gran quantità di situazioni indipendenti rischiano di proporre al pubblico gag non troppo dissimili ad alcune già incontrate, seppur sotto nuove vesti. Alcuni elementi nuovi arricchiscono di rado la serie: scene cantate, ironia sugli spoiler (un accenno di meta-teatralità?) e numerose citazioni cinematografiche, che lì per lì scatenano anche il riso.

Una tendenza, poi, è quella – tipica dell’animazione di un tempo – di basare la comicità su scene o azioni decisamente cruente. Prendiamo la classica gag del personaggio fulminato (qui su una sedia elettrica) che mostra il proprio scheletro ogni volta che la scossa lo pervade. Fatte le dovute eccezioni, la seconda stagione di The Cuphead Show! rischia di non fare alcun grande passo. Si è di fronte ad una semplice seconda fetta di episodi autoconclusivi con qualche piccolo extra che manda avanti la narrazione. Però fate attenzione al finale di stagione: quello sì che vi stuzzicherà.

Resta di ottima qualità l’estetica generale dell’opera. Dalla regia, che ci porta indietro di quasi un secolo, alla resa delle immagini in stile pellicola in filigrana. In tal senso, il prodotto riesce a restare fedele a sé stesso e a puntare sul suo vero elemento di forza: riuscire a proporre un’arte da noi ma, al tempo stesso, non così invecchiata da non essere apprezzata ai giorni nostri.

In conclusione

Pur trattandosi comunque di un’ottima serie TV, la seconda stagione di The Cuphead Show! tende a spegnere leggermente il proprio tono, rallentando un po’ troppo la trama principale e proponendo situazioni che, rispetto alla prima stagione, generano un entusiasmo un po’ più affievolito. Nel complesso resta un piacevole prodotto, riesce ad essere coerente sotto vari punti di vista rispetto a ciò che abbiamo visto finora, specie per quanto riguarda l’animazione e la regia. Una stagione che poteva dare di più, ma che riesce comunque ad intrattenere il proprio pubblico.


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