Squid Game: giochi pericolosi arrivano su Netflix – Review

Suspense, azione, dolore: questo è ciò che nell’ultima decina di giorni sta catturando l’intero pubblico di Netflix. Squid Game è la nuova serie che la piattaforma streaming ha distribuito a partire dal 17 Settembre. Una storia di Hwang Dong-hyuk che lascia col fiato sospeso e che, una volta cominciata, cattura lo spettatore fino all’ultima scena.


La lore ricorda un po’ quella di Alice in Borderland, serie giapponese Netflix la cui trama ruota intorno al tema del survival gaming e di cui si è in trepida attesa per la seconda stagione già annunciata. In Squid Game, tuttavia, il contesto è meno distopico, seppur spinto verso una situazione decisamene estrema. Vediamo ora insieme di cosa parla.

Il primo protagonista è Seong Gi-hun, uomo divorziato e padre di una bambina che, senza lavoro e indebitato fino al collo, decide un giorno di ricorrere alle scommesse sui cavalli. La fortuna sembra essere dalla sua parte per una volta, fin quando, avendo smarrito la somma di denaro appena vinta, non si imbatte in un uomo misterioso che lo invita a prendere parte ad una serie di giochi. In palio c’è una somma così alta capace di risollevare Gi-hun dalla propria condizione e di aiutarlo a mantenere la propria bambina.

Squid Game

Ben presto Gi-hun si ritroverà ad essere il giocatore n. 456 e dovrà partecipare ad una serie di giochi per bambini. Il vincitore assoluto potrà portare a casa un ricchissimo montepremi. Ogni concorrente, spinto dalla necessità economica, non ha nulla da perdere nel provare a proseguire. Ciò che sembra un sogno, però, presto si rivelerà l’incubo peggiore a cui un essere umano possa mai assistere.

Red Light, Green Light

La scelta del primo episodio è solo uno degli elementi fenomenali dell’opera di Hwang Dong-hyuk, il quale decide di giocarsi subito un primo colpo di scena dall’impatto sconvolgente. Il titolo Red Light, Green Light (Un, due, tre, stella)  ad una prima occhiata, è ciò che di più innocuo possa esistere. Ricordiamo che i concorrenti dovranno partecipare ad una serie di giochi per bambini. Eppure questo inizio non è altro che il primo di una lunga serie di stragi e, purtroppo, di morti: coloro che non superano il gioco devono essere eliminati nel vero senso della parola.

Squid Game

Questo primo episodio ha chiaramente la funzione esplicativa di quello che ci si aspetta negli episodi successivi. Di volta in volta, infatti, il gioco cambierà con una dinamica tale da rendere l’ultima partita uno scontro faccia a faccia, così da poter determinare un solo vincitore. Lo spettatore, dunque, subito immerso in questo meccanismo malsano, capisce subito che dei 456 giocatori solo uno sopravviverà.

Spinto dalla voglia di sapere chi si nasconde dietro questi giochi e soprattutto chi si salverà davvero, il pubblico si incollerà inevitabilmente allo schermo. È proprio questo che Red Light, Green Light vuole ottenere: una curiosità capace di andare al di là del terrore. Non è forse lo stesso che accade agli stessi concorrenti, spinti dalla voglia di andare avanti al di là degli orrori verso cui andranno incontro?

Il potere dei soldi

Ogni personaggio è ben caratterizzato e ha un background che lo spinge inevitabilmente a partecipare. Disoccupazione, debiti, voglia di aiutare la propria famiglia: ci sono 456 storie che raccontano un bisogno reale capace di ignorare persino ogni altro singolo essere umano. Squid Game è una vera lotta per la sopravvivenza che non può essere portata avanti senza egoismo. Più vittime rappresentano più soldi per chi resta e, episodio dopo episodio, ci si chiede chi sia davvero disposto a spingersi così oltre. Chi cederà alla cattiva arte dell’inganno? Chi invece cercherà di salvare quante più vite possibili?

La disperazione negli occhi e nel cuore di chi non può andare avanti e di chi lo fa sinceramente a malincuore si può toccare con mano. Tante lacrime saranno versate – e non solo dai personaggi – ma sono più forti la tristezza e il dolore o la speranza individuale di una vita migliore? Sono tutte domande che lo spettatore può porsi. Può chiedersi “Cosa farei al posto loro?” e dunque, nonostante il contesto estremo, non manca occasione per immedesimarsi e sentirsi vicinissimi a coloro che, pur di migliorare la propria vita son disposti a rischiare di perderla. Una possibilità su 456 si rivela essere persino migliore della certezza di restare nella propria condizione.

Contrasti

La particolarità di Squid Game sta nella scelta dei contrasti, a livello sia visivo sia sonoro. Nel primo episodio, in modo particolare, si nota subito una consistente differenza tra i colori cupi usati nel “mondo reale” e quelli che caratterizzano il luogo in cui avvengono i giochi. La scelta di una palette di colori pastello appare paradossale in un ambiente di morte, eppure è proprio questo a rendere il contesto ancor più inquietante. Lo stesso vale per la musica: i primi giocatori eliminati, durante il primo gioco, vengono uccisi sulle note di Sul bel Danubio Blu di Johann Strauss, con un ritmo rallentato che trasforma la terribile sequenza in una vera e propria coreografia.

Squid Game

Commento finale

Squid Game è una di quelle serie TV che, una volta cominciate, non ci si può assolutamente rinunciare. Così come i protagonisti, anche lo spettatore è spinto ad andare avanti fino alla fine, rischiando tutto e mettendo in gioco le proprie emozioni. Ci si affeziona ai personaggi e alla loro storia, si soffre con loro e si spera per loro. La narrazione è davvero capace di coinvolgere talmente tanto il pubblico da lasciare un segno indelebile alla fine di ogni episodio. Tanti sono i messaggi che l’opera di Hwang Dong-hyuk riesce a trasmettere. Un’esperienza visiva ed emozionale difficile da dimenticare.


Per altri articoli, visitate la bacheca di CineWriting. Cercate @CineWriting e seguiteci anche sui social Instagram, Twitter, Facebook e Telegram.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.