Filmmaker, il festival milanese dedicato al documentario e al cinema di ricerca, compie i suoi primi quarant’anni. E per festeggiare, non poteva saltare l’appuntamento con i fedelissimi fan. Nonostante l’emergenza sanitaria, Filmmaker non si arresta. Dal 27 novembre al 6 dicembre è possibile visionare tutti i titoli partecipanti comodamente su MYmovies. Noi di Cinewriting vogliamo darvi un piccolo assaggio di cosa bolle in pentola in questa edizione sui generis, consigliandovi i film che più ci hanno colpito per la loro bellezza, originalità e sensibilità. Bon apetit!

Guerra e pace (Massimo D’Anolfi,
Martina Parenti, Italia 2020)

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La locandina del film

Film d’apertura di Filmmake Film Fest 40, Guerra e pace è stato presentato in anteprima mondiale a Venezia 77 nella sezione Orizzonti. Si tratta dell’ultima opera del duo registico formato da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, già autori di film come Spira Mirabilis e Blu, documentari pioneristici nel panorama italiano e internazionale. Guerra e pace è un found footage basato su una tesi tanto affascinante quanto urgente. Il cinema ha prodotto più immagini di guerra di qualunque altro medium: e allora perché l’umanità continua a combattere?

Diviso in tre parti (Passato remoto, Passato prossimo, Presente e Futuro), è una visione multiforme in cui le immagini di guerra , di per sè prive di un significato, si dispongono a formare una gabbia che minaccia e intrappola. Solo chi riesce a leggerle può riuscire a liberarsi. Invito alla responsabilizzazione dello spettatore, è una riflessione sull’ecologia delle immagini, in questo spaziotempo in cui si guarda troppo e si ascolta sempre meno.

Purple Sea (Amel Alzakout, Khaled Abdulwahed, Germania 2020) – CONCORSO INTERNAZIONALE

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Una scena del film

Tutto ha inizio con una storia d’amore. L’artista siriana Amel Alzakout e il compagno Khaled vogliono andare in Germania per sfuggire alla guerra in Siria. Khaled riesce ad arrivare a Berlino, Amel deve rimanere ancora un po’: le manca il visto. Dopo due anni anni di burocrazia e permessi negati, decide di affidarsi agli scafisti per raggiungere l’Europa. Decide di portare con sé solo un iPhone, un iPad e una GoPro per filmare il viaggio. Quando la barca si ribalta in mezzo al Mediterraneo, la telecamera continua a riprendere: quelle immagini diventano Purple Sea.

Primo film in concorso ad essere presentato a Filmmaker, Purple Sea è un film di immagini embrionali. La regista immerge (letteralmente) il pubblico nel rovesciamento del punto di vista mediatico, grazie a un’immagine prolungata, senza controllo (Leviathan docet), che volutamente lascia lo spettatore – desideroso di uno sguardo chiarificatore, in grado di mostrare – insoddisfatto. Solo chi c’era può capire, vedere davvero cosa accade sotto la superficie dell’immagine. Frammenti di suoni, di corpi, accompagnati dall’asincronia del voice over interiore, che racconta un altro film: quello della guerra, della partenza, del naufragio. Una distanza doppia che aliena dal momento e, allo stesso tempo, sentimentalizza il qui e ora. La storia di una donna raccontata con tutta la forza poetica della realtà. Indimenticabile.

El año del descubrimiento (Luis López Carrasco, Spagna 2019) – CONCORSO INTERNAZIONALE

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Immagine tratta dal film

Spagna, 1992. In un bar di Cartagena, centro industriale del sud, le persone discutono di quanto accade nella regione. Sono giorni di protesta, di chiusura delle fabbriche e cantieri navali. Un disagio che culmina il 3 febbraio con l’incendio del Parlamento. A partire da questo evento simbolico, con il fluviale El año del descubrimiento, il regista Carrasco costruisce un lavoro sulla memoria che diviene la chiave di lettura del nostro tempo.

Il film è un’opera monumentale: un vero e proprio video-manuale di socio-politica contemporanea. Girato con un’estetica che ricorda le videocamere anni 90, c’è un uso originale dello split screen, che va a sostituire il classico campo/controcampo, favorendo un moltiplicarsi di visioni e punti di vista in costante dialogo. Allo stesso tempo, il controcampo non scompare, ma si sposta al di qua: è lo spettatore, chiamato a contestare, a controbattere con la propria visione. I piani si confondono e si mescolano, come il fumo delle centinaia di sigarette che baluginano sullo schermo. Il risultato è il resoconto di un’unica, grande crisi. Una vera scoperta!

Continuate a seguire Cinewriting per tutte le ultime news da Filmmaker Film Fest!

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