Dopo avervi introdotto nella categoria delle aesthetics del web (e avervi consigliato i nostri cinque film darkacademia preferiti), abbiamo deciso di entrare nel merito di un’altra tematica: il cottagecore. Per chi ancora non lo sapesse, il cottagecore è una delle inclinazioni estetiche lanciata sui social network di Tik Tok e Tumblr. Uno stile che caratterizza, proprio come il darkacademia, tutta una serie di contenuti, proponendo un ben determinato tipo di ambientazioni, attività e abbigliamento, che ritroviamo nelle immagini del web.
Cosa racconta l’estetica cottagecore
Il cottagecore (il cui nome deriva dai cottage inglesi, piccole villette di campagna, generalmente in pietra) è infatti l’aesthetic del ritorno alla vita semplice, rurale, del passato. Il sogno romantico di una realtà pastorale, caratterizzata da ambientazioni bucoliche e amene. Gli abiti da pastorelle e i prodotti caserecci (come il pane fatto in casa) sono il prototipo ideale di questa parte di internet. Che vede nell’artigianalità, nella placida tranquillità e nella vita vissuta in armonia con gli altri e la natura, la sua essenza. E noi di Cinewriting, ancora una volta, ci siamo chiesti: a quali film assoceremmo questo stile? Ecco i nostri 4 più 1.

Piccole donne
Beh, ovviamente non potevamo non partire con Piccole donne (Little Women), in particolare con l’ultima versione del 2019, diretta da Greta Gerwig. In questa pellicola, infatti, l’estetica cottagecore emerge in tutta la sua vitale essenza. Sullo sfondo delle vicende delle sorelle March troviamo meravigliose distese rurali, fiori, grano e casolari di campagna. Oltre ovviamente alla celebrazione dei piaceri della vita semplice, condivisa.

Jo, Meg, Beth ed Amy non raccontano solo problemi di cuore o la sofferenza della lontananza del padre. Ma mescolano tutti questi avvenimenti con i loro giochi, le letture in compagnia, le confidenze e la musica. Insomma, la tranquillità della vita in armonia, con sé stessi e gli altri. In più i loro vestiti, le acconciature, e i toni quasi ovattati degli ambienti rimandano in pieno ai canoni dell’estetica cottagecore. Non spendiamo ulteriori parole sulla trama del celebre racconto di Louisa May Alcott, nella speranza che i più sappiano, anche solo a grandi linee, i suoi sviluppi principali (in caso contrario vi consigliamo di recuperarli, magari partendo proprio da quest’ultimo adattamento!).
Orgoglio e pregiudizio
Ma associabile all’estetica cottagecore è anche Orgoglio e pregiudizio (Pride and prejudice), nella sua versione del 2005 diretta da Joe Wright. Keira Knightley è nei panni di Elizabeth Bennet, mentre Matthew Macfadyen interpreta il celebre Mr. Darcy. Anche qui, l’ambientazione prevalentemente rustica e i casolari di campagna, che fanno da sfondo alle dinamiche narrative, ci riportano al concetto di estetica cottagecore. Come i vestiti semplici delle protagoniste femminili, insieme alla passionalità delle loro azioni e la purezza dei sentimenti che raccontano.

Nuovamente, non ci divulgheremo troppo sulla trama: anche Orgoglio e pregiudizio, come Piccole donne, è sia l’adattamento dell’omonimo, famosissimo, racconto di Jane Austen, che il remake di pellicole precedenti. La famiglia Bennet trascorre le sue tranquille giornate nella campagna inglese di fine Settecento, nell’allegria del calore domestico. Ma quando, in una tenuta accanto alla loro, si trasferisce il giovane e affascinante Charles Bingley, le cose cambieranno radicalmente. Due delle sorelle Bennet, Jane ed Elizabeth, proveranno infatti i brividi e i tormenti dell’amore. Jane soffrirà del sentimento che prova per Charles, mentre Elizabeth conoscerà l’austero Mr. Darcy. Un incontro che darà il via a una delle più passionali e famose storie d’amore mai narrate.
Il giardino segreto
Il terzo film che ci sentiamo di proporvi è anch’esso ispirato da un racconto omonimo: Il giardino segreto, opera narrativa di Frances Hodgson Burnett e adattamento cinematografico di più registi (in particolare, qui vi proponiamo la pellicola del 1993, di Agnieszka Holland). A differenza degli altri film sopra proposti, Il giardino segreto non racconta drammi e gioie d’amore. Quanto, piuttosto, la meraviglia dell’amicizia e il tenero e sincero amore per la natura.

Nella brughiera inglese, seguiamo infatti le avventure della piccola Mary, ritrovatasi improvvisamente sola nella casa di uno zio, e Colin, suo cugino, di salute troppo cagionevole anche solo per poter camminare. La forza dell’affetto che nascerà tra i due bambini, dediti a curare insieme un vecchio giardino abbandonato nella dimora, porterà il ragazzo verso una vita. E a un equilibrio ritrovato nell’intera famiglia. Anche Il giardino segreto, con i suoi elementi bucolici e le magioni della brughiera inglese, così come la sincerità e la purezza delle azioni dei due protagonisti, ci riportano in pieno ai canoni cottagecore.
Il cottagecore contemporaneo
Chiamami con il tuo nome
Chiamami con il tuo nome (Call Me by Your Name) è un film del 2017, diretto dal regista Luca Guadagnino e basato sull’omonimo romanzo dello scrittore egiziano André Aciman. Storia di un amore giovanile e passionale, racconta l’estate, nella campagna italiana, di Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer), giovanotto americano. I genitori del primo, infatti, trascorrono i mesi di ferie in una villa situata tra le distese rurali della Lombardia e ogni anno ospitano uno studente straniero, dedito alla scrittura della propria tesi (il padre di Elio è un professore). Nell’ anno 1983 è Oliver ad arrivare nella tenuta di campagna, conquistando, con il suo carattere intraprendente, il giovane Elio, anima timida e riservata.

La pellicola racconta con dolcezza e sentimento il rapporto estatico che nasce tra i due, nella tranquillità dei giorni caldi dell’estate, e ne celebra in pieno l’amore, accompagnato (come spesso accade) anche dai suoi lati più negativi. Le loro quotidiane avventure e il valore che assume lo sfondo bucolico in esse, ci fanno associare anche questa piccola chicca all’estetica cottagecore. A riprova del fatto che, non necessariamente, questo stile preveda solamente racconti campestri del XIX secolo.
Non solo nei film: una serie tv cottagecore
Chiamatemi Anna
Infine, il nostro più 1: non un film, ma una serie tv che dobbiamo, per forza, inserire nell’elenco su questo tipo di aesthetic. Già, perché più cottagecore di Chiamatemi Anna (Anne with an “E”), di cui i primi episodi sono usciti nel 2017, c’è ben poco. Ispirato dal celebre racconto Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, questa serie è il tripudio dell’idea romantica di vita pastorale e bucolica. A partire dalle ambientazioni, la realtà rurale dell’Isola del Principe Edoardo, fino ai vestiti dei suoi protagonisti (soprattutto quelli femminili, con il classico grembiulino campagnolo sopra il vestito e i nastri nei capelli), Chiamatemi Anna risulta la piena celebrazione dell’idillio della semplicità e di un passato ameno.

Seguendo gli eventi che coinvolgono la giovane Anna Shirley, un’orfana adottata dagli anziani fratelli Cuthbert, veniamo infatti catapultati nella vita di campagna di una volta, nelle amicizie d’infanzia e nella tranquillità dei piaceri rustici, caratterizzati dall’artigianalità e dal lavoro domestico. Anna è una ragazza incredibilmente sensibile e profonda, a cui capitano fin troppo spesso piccole e grandi disavventure, ma che riesce, comunque, a rendere ogni giorno speciale ed emozionante. Mostrandoci tutta la meraviglia, attraverso la sua estatica visione della vita campestre, di una terra che può regalare tanto. In pieno stile cottagecore.
E voi conoscevate l’estetica cottagecore? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati!