Un costante e apparentemente infinito dualismo quello proposto dai classici film dell’orrore dello studio cinematografico Universal. Da un lato vediamo un mondo dominato dal macrocosmo morale dell’uomo e dal progresso tecnologico, e dall’altro uno guidato dagli istinti animali di temuti mostri provenienti dalla letteratura e/o dal grande schermo.
Una dicotomia semplice quanto efficace che ha però costituito le fondamenta della narrazione di questi classici intramontabili che possono farvi compagnia nella notte di Halloween.
Di seguito, la lista in ordine di preferenza della redazione di CineWriting:
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7) La Mummia (Karl Freund, 1932)
TRAMA: Una mummia egiziana attraversa le strade del Cairo alla ricerca dell’amata principessa scomparsa, reincarnatasi nel corpo di una scienziata chiamata Helen.
Inauguriamo questa classifica con il film più debole dell’arco mostruoso della Universal.
Come per altri casi, La Mummia propone come temi principali la paura della morte e il desiderio quasi primordiale dell’essere umano nel deviarla. Il film di Freund riporta in vita il funereo e agghiacciante attore Boris Karloff sotto il bellissimo (e impressionante) make-up apportato da Jack Pierce.
Nonostante però il buon livello tecnico-estetico, la regia di Karl Freund non riesce a decomprimere l’anonimità della messa in scena generale, non riuscendo a far emergere appieno le intenzioni poste alla base del genere.
Il risultato finale per noi spettatori è un’opera riuscita a metà.
6) Il Mostro della Laguna Nera (Jack Arnold, 1954)
TRAMA: In seguito al ritrovamento di alcuni resti animali misteriosi, apparsi in una giungla remota, un gruppo di scienziati è impegnato a capire se il rinvenimento sia associato solo ad un’anomalia o a alla scoperta di una razza precedentemente sconosciuta. Alcuni ricercatori affrontano i pericoli della natura selvaggia sud americana pur di venire a conoscenza della verità.
Dove l’occhio umano non riesce a scorgere ciò che si annida nei meandri lagunari, il temibile Gill-Man attacca!
La peculiare capacità di adattamento biologico del mostro marino, ideato da Bud Westmore e Millicent Patrick, restituisce allo spettatore un substrato di terrore misto al desiderio di vendetta.
Prima di Steven Spielberg e del suo Jaws (1975), Jack Arnold è il regista che più si pone il compito di rappresentare una figura minacciosa apparentemente invisibile che fa della gradualità delle sue uccisioni il suo grido di trionfo, il tutto all’interno di una macabra cornice narrativa.
L’ibridazione degli aspetti animali e umani costituisce il punto di forza del temuto Gill-Man, che può così ingannare le sue prede sia sulla terraferma che sul mare, dove in quest’ultimo contesto le performance motorie delle vittime umane vengono fortemente ridimensionate, rendendole più vulnerabili.
Penultima posizione nella nostra classica a causa, sfortunatamente, di alcuni inutili allungamenti e di situazioni ridondanti che rallentano il ritmo della pellicola, compromettendone in parte la sua fruizione.
5) La Moglie di Frankenstein (James Whale, 1935)
TRAMA: Mary Shelley racconta il seguito della storia: il mostro è sopravvissuto all’incendio del laboratorio e continua a vagabondare nelle campagne. Il dottor Frankestein, scampato alla morte, viene costretto a dar vita a un’altra creatura.
Sequel meta-narrativo dove l’autrice del racconto originale Mary Shelley (interpretata da Elsa Lanchester) si accinge a raccontare gli eventi successivi al racconto originale.
Ritroviamo quindi la figura iconica del Mostro del dr. Frankestein interpretato da Boris Karloff che, tornato dalle fiamme che lo avevano assediato alla fine del primo film, ricompone dalle ceneri la sua percezione del mondo, dei suoi abitanti e delle loro relazioni interpersonali.
L’incontro con l’eremita cieco e la seconda creatura, battezzata come La Moglie di Frankenstein, saranno i due eventi cardine che scuoteranno la morale del Mostro, fornendo allo spettatore una chiave di lettura inedita alla storia originale.

4) Dracula (Tod Browning, 1931)
TRAMA: Un agente immobiliare viene soggiogato da Dracula e rinchiuso in manicomio, mentre il conte, una volta arrivato a Londra, inizia a cercare tra i vicini di casa la prossima vittima sacrificale.
Pensiamo non ci debbano essere ulteriori spiegazioni riguardo al mostro più noto in assoluto, nonché 1°film di questo filone della Universal.
Soggetto a numerosi adattamenti, Dracula di Bram Stoker è riuscito a declinare il suo mito e la sua eredità anche in opere surrogate, dal film muto Nosferatu di Murnau (1921) fino al manga Hellsing, di Kōta Hirano. Il Dracula di Bela Lugosi e i suoi primi piani simbolici hanno contribuito a inserire il suo personaggio con prepotenza nella storia del cinema horror.
Inoltre, vi consigliamo caldamente la visione di Ed Wood di Tim Burton per approfondire la vita e carriera dell’attore dopo il suo iniziale successo.
Una figura iconica per la letteratura e il cinema, che continua ancora oggi ad avere un suo perché e una sua ineluttabile influenza.

3) L’uomo Lupo (George Waggner, 1941)
TRAMA: Il famoso scienziato James Brewster è misteriosamente scomparso. Il dottor George Randall, suo collaboratore, conosce la verità ed è preoccupato: Brewster è divenuto un uomo scimmia dopo un oscuro esperimento.
Un affascinante quanto teatro parallelismo visivo quello proposto dalla pellicola di Waggner. Le ambientazioni urbane e quelle lugubri e mortifere che accompagnano gli eventi chiave e più spaventosi della pellicola costituiscono un sottobosco gotico più vicino con lo spirito halloweeniano.
Questo suo riuscito bilanciamento fa guadagnare al film di Waggner il terzo posto nella nostra classifica.

2) Frankenstein (James Whale, 1931)
TRAMA: Il barone Henry Frankenstein da vita ad un mostro terribile utilizzando cadaveri ed il cervello di un assassino.
Ma è qui che si pone il fatidico quesito: anche lo scienziato Frankenstein può essere definito un mostro per aver decostruito uno degli assoluti paradigmi della vita, la morte? Si tratta di pazzia o razionalità?
Il Mostro e il suo lungo cammino nel nuovo mondo incarna perfettamente il percorso (apparentemente infinito) del dr. Frankenstein nello sfidare le leggi della natura umana.
Con questo secondo film di James Whale (primo in questa classifica) ha contribuito a collocare il Mostro nell’immaginario collettivo per sempre.

1) L’Uomo Invisibile (James Whale, 1933)
TRAMA: Uno scienziato organizza un piano per conquistare il mondo dopo aver scoperto una formula che gli permette di diventare invisibile.
Finora ci siamo concentrati su mostri da estetiche raccapriccianti e da intenti imprevedibili. Ma cosa c’è di più spaventoso e ansiogeno se non il totale disorientamento generato dalle ignote azioni di un altro essere umano? Quale “mostro” più pauroso se non quello che fa dell’intangibilità il suo punto di forza per arricchirsi alle spalle del prossimo?
Un film che svincola il potere dal successo e dalla notorietà tipici della società dello spettacolo, il terzo film di James Whale in questa classifica si aggiudica il premio CineWriting per il miglior regista Universal in termini di Classic Monsters!

SPECIAL GUEST: Vincenzo De Luca

Come si poteva non menzionare la creatura più spaventosa e temuta del 2020 italiano? Una figura a metà tra Boris Karloff e Igor di Frankestein Junior, il temuto governatore campano non si fa scrupoli nel distruggere la gioia dei pargoletti e dei ragazzi che si accingono a festeggiare la festa di Halloween importata d’oltreoceano.
Noi di CineWriting non vediamo l’ora di vedere in sala un suo biopic in un futuro non troppo distante. O un crossover con Mario Giordano intenti a demolire qualsiasi zucca esistente.
Ovviamente si scherza!
La redazione di Cinewriting vi augura un buon Halloween, che possiate passarlo in tutta sicurezza in questi tempi incerti e insoliti!
