Negli ultimi tempi, una nuova app ha catalizzato l’attenzione del mondo social: Tik Tok, la piattaforma che permette di caricare simpatici e irriverenti video, sugli argomenti più disparati. Ma, contrariamente a quello che si può pensare, su Tik Tok non si trovano solamente trend sciocchi o balletti accattivanti. Anzi, è tutto il contrario.
Con il crescere della popolarità dell’app sono aumentate anche tutte le sue funzionalità. Sempre più spesso capita di trovare, infatti, contenuti divulgativi, di stampo storico o scientifico. O i famosi POV: i point of view, sketch teatrali in cui il tiktoker del momento inventa una storia, verosimile o fantastica, e la interpreta in pochi secondi. Insomma, una nuova frontiera del racconto online. O ancora, i diy – Do It Yourself – fai da te con artisti che improvvisano bozzetti, ricamano o compongono meravigliosi dipinti.
Le categorie
Ma soprattutto, Tik Tok sta spingendo sempre di più verso la realizzazione di vere e proprie categorie di stile. Definizioni per descrivere e organizzare tutti i possibili stimoli che possono interessare all’utente. Ad esempio, se clicchi sull’hashtag ASMR verrai catapultato nella sezione dei suoni mirati al rilassamento mentale. Mentre andando su #witchtok troverai i contenuti più esoterici dell’app. Così da associare i tuoi interessi a un nome e uno stile ben definito, rintracciabile in qualsiasi momento.
Ed è proprio a questo proposito che il social network cinese è arrivato a creare le famose aesthetics: le categorie estetiche, basate su ben definiti principi di gusto. Troviamo tra queste il cottagecore, l’estetica basata sulla vita bucolica e il ritorno ai piaceri semplici, rurali, del passato. O il fairycore, il lato più fantastico e favolistico, particolarmente caro al genere fantasy. Fino ad arrivare, dulcis in fundo, al dark o lightacademia.
In che cosa consiste il darkacademia?
Con questo nome Tik Tok (e successivamente Tumblr) ha indicato tutti i contenuti che richiamano la poesia, l’architettura e l’oggettistica in stile gotico. In questa sezione troviamo, ad esempio, le visuali di cattedrali o edifici in pietra, ricchi di archi e pinnacoli (elementi che caratterizzano, tra i tanti, le vecchie scuole o i collegi inglesi, chicca di questa parte del web). O il mito delle biblioteche, della letteratura e della poesia ricca di slancio emotivo. Ma sotto l’hashtag darkacademia vediamo anche le giornate di pioggia e i lumi di candela. O il culto dell’arte antica, come le statue greche. Tutto rigorosamente velato da un’atmosfera gotica e dai colori ovattati, che vuole rimandare (in extremis) al desiderio romantico mischiato alla consapevolezza della morte.
Il darkacademia, con il tempo, è stato associato su Tik Tok anche a un determinato tipo di vestiario. Come cardigan, gonne scozzesi o scarpe Oxford. A libri: ritroviamo tra questi Dio di illusioni (The Secret History) di Donna Tartt, emblema del genere. Un racconto su un gruppo di studenti di lettere all’Università di Bennington, nel Vermont, che vengono coinvolti in un omicidio. Insomma, contenente un po’ tutti gli elementi dell’estetica darkacademia.

E quindi, noi di Cinewriting, ci siamo chiesti: possiamo applicare il filtro darkacademia anche a qualche film? E la risposta, ovviamente, è stata positiva! Ecco, quindi, a voi i cinque film che noi inseriamo in questa categoria. E che vi consigliamo assolutamente di vedere.
L’attimo fuggente
Beh non potevamo non partire dal capolavoro di Peter Weir: L’attimo fuggente (1989), che già dal suo titolo originale, Dead Poets Society, rimanda in pieno ai canoni del darkacademia. D’altronde l’ambientazione da collage con architetture gotiche c’è. Il tema della morte o del lutto, pure. Vestiario in stile british: anche. In più nel racconto la letteratura e la poesia ricca di slancio romantico hanno un ruolo centrale. Mentre i protagonisti aspirano a essere giovani esteti. Insomma le caratteristiche principali le abbiamo tutte.

Per chi non avesse ancora visto questo film semplicemente spettacolare, ecco qualche linea guida sulla trama. Siamo nel 1959 in un college maschile, il Welton, nel Vermont. Qui un gruppo di giovani ragazzi, ispirati dall’arrivo del nuovo docente di letteratura (John Keating, interpretato da niente poco di meno di Robin Williams), decide di ricreare un circolo clandestino di poesia – di cui lo stesso professore, durante i suoi anni scolastici, aveva fatto parte. La poesia si rivela un modo per unire i compagni e permettergli di scoprire la propria vera natura. Neil, il principale sostenitore dell’iniziativa, grazie a queste riunioni capirà infatti l’amore che nutre per l’arte, insieme al desiderio di diventare attore. Un sogno che lo farà scontrare con il padre, troppo chiuso per capire l’essenza di una tale vocazione.
Giovani Ribelli
Sotto alcuni punti di vista abbastanza simile a L’attimo Fuggente, troviamo anche Giovani Ribelli – Kill Your Darlings (uscito nel 2013 e diretto da John Krokidas). Protagonisti di questa vicenda, realmente accaduta, sono tre grandi poeti della Beat Generation: Allen Ginsberg (nel film interpretato da Daniel Radcliffe), Jack Kerouac (Jack Huston) e William S. Burroughs (Ben Foster). La pellicola racconta infatti dei loro anni universitari e del coinvolgimento nell’omicidio di David Kammerer, avvenuto per mano di Lucien Carr.
Justin Chang, critico cinematografico, definì il film come caratterizzato da “immagini cupamente poetiche e una vivida resa del mondo accademico degli anni ’40”. Elementi che richiamano in pieno lo stile darkacademia.

Maurice
Il terzo film che vi proponiamo è Maurice, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di E. M. Forster. Uscito nel 1987, ha come protagonisti Hugh Grant, nei panni di Clive Durham, e James Wilby, alias Maurice Hall. La pellicola racconta la travagliata storia d’amore tra i nostri due personaggi principali, entrambi studenti, nei primi anni del 900, dell’Università di Cambridge.

Oltre alla caratteristiche prettamente fisiche delle ambientazioni e del vestiario, questo film può essere caratterizzato come darkacademia per via delle tematiche che racconta. Clive vive con Maurice un rapporto amoroso prevalentemente platonico, mentre al contrario quest’ultimo soffre della mancanza di fisicità. Entrambe le posizioni, a loro modo, richiamano così lo slancio emotivo e il desiderio romantico quasi estatico tanto caro a questa categoria di estetica.
L’inganno
Ma, l’errore più comune che può intercorrere se si parla di estetica darkacademia, è quello di ridurre questa categoria solamente ai film ambientati nei collegi inglesi o nei primi decenni del 900. Parlando di darkacademia, come abbiamo spiegato nell’introduzione a questo articolo, non si vuole solamente indicare, infatti, ciò che concerne i blazer in tweed o gli ambienti di studi british. Quanto proprio tutta una logica di gusto e colori che semplicemente in questi ultimi emergono maggiormente.
Un esempio, per intenderci, che si scosta un po’ dalle pellicole sopra riportate è L’inganno (The Beguiled), uscito nel 2017 e firmato da Sofia Coppola. Tratto anche questo da un romanzo, racconta la storia di sette donne – sì ammettiamolo, anche qui ci ritroviamo in un collegio, ma siamo nell’800 e quindi anche l’estetica di quest’ultimo è più in stile coloniale che gotico – che, durate la guerra di secessione americana, accolgono tra loro un soldato nordista. Da questo incontro scaturiranno una serie di peripezie, amorose e non, sino alla macabra conclusione. Le scene, i toni delle inquadrature e lo stile della narrazione, richiamano propriamente quelle immagini cupamente poetiche di cui parlava Chang. E che ci fanno quindi pensare che anche L’inganno possa essere inserito tra i film darkacademia.

Harry Potter
Infine, anche se la categoria darkacademia potrebbe essere associata a molti più film di quelli che noi abbiamo proposto, ci teniamo a parlarvi del caso di Harry Potter. Non ci divulghiamo nemmeno sugli snodi della trama di queste pellicole, dando per scontato che i più di voi sappiano già (anche solo a grandi linee) la natura delle avventure del famoso maghetto. Ci teniamo però a inserirlo in questa classifica per mostrare come, in realtà, l’estetica della darkacademia sia applicabile a storie anche notevolmente distanti tra loro.
Se infatti nelle quattro pellicole precedenti le caratteristiche di questo genere emergevano anche, e soprattutto, nella trama stessa dell’opera (vedi gli slanci poetici o l’attenzione per il sentimento sublime e totalizzante), nella saga di Harry Potter questi elementi si manifestano prevalentemente a livello estetico (un po’ come per L’inganno, e non dimentichiamo che darkacademia è proprio una descrizione estetica, oltre che tematica). Certo, anche qui ritroviamo il concetto della morte o le architetture gotiche, ma sicuramente più legate al fantasy che all’indagine stessa dell’indole umana (anche se non escludiamo che anche HP abbia le proprie importanti dosi di riflessione) e all’estetica in senso proprio. Gli otto film – e in particolare il sesto: Harry Potter e il principe mezzosangue – condividono, a livello stilistico, di colore o ripresa, molte più cose con i film sopra analizzati che con opere dello stesso genere fantastico.

E voi cosa ne pensate? Conoscevate il darkacademia e concordate con la scelta di questi titoli? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati!