“Quando sei giovane pensi che nella vita conoscerai molte persone che fanno per te. Con gli anni poi ti rendi conto che capita poche volte”. Così afferma Julie Delpy nei panni di Céline, la protagonista di Prima del tramonto, film di Richard Linklater del 2004. E in questa frase si racchiude l’essenza di Normal People.
La trama
Normal People è una serie tv prodotta da Element Pictures per BBC Three e Hulu, composta da una sola stagione di dodici episodi, adattamento del romanzo di Sally Rooney, la quale si è occupata anche della sceneggiatura insieme ad Alice Birch e Mark O’Rowe. Segue le vite di Connell Waldron (Paul Mescal) e Marianne Sheridan (Daisy Edgar-Jones), due giovani irlandesi, nel loro percorso dal liceo al college.
Sebbene siano studenti della stessa scuola, i due non si frequentano, anzi: gli amici di Connell tendono spesso a prendere di mira Marianne, con battute di cattivo gusto e insulti neanche tanto velati. La madre di Connell lavora come governante per la famiglia di Marianne; i due inizieranno a parlarsi quando lui si ferma a casa di lei, aspettando che la madre finisca il turno di lavoro. Sarà in questi brevi momenti, in questi veloci scambi di battute che i due inizieranno a conoscersi, per poi creare quel legame che sarà il motore di tutta la serie.
Un legame indissolubile
Normal People parla di vita vera, con un tatto ed una sensibilità straordinaria. Sarebbe sbagliato ridurre questa serie tv alla semplice descrizione di una storia d’amore tra due giovani: è molto, molto di più. Liberazione dal proprio passato, sesso come strumento per determinare il proprio valore, relazioni complicate, senso di inadeguatezza sono solo alcuni dei temi che Normal People tocca.

Dal liceo di Sligo al Trinity College di Dublino, lo spettatore osserva la trasformazione di Connell e Marianne e li accompagna nella loro crescita. Il legame tra i due protagonisti è l’unico punto fermo di una serie in cui i personaggi sono in costante mutamento. La maturazione di Connel e Marianne è possibile solo grazie alla presenza dell’altro. La connessione che si stabilisce tra di loro diventerà sempre più forte, sarà un richiamo anche quando i due si ritroveranno lontani.
Sapere che esiste qualcuno su cui puoi contare sempre, che ci sarà sempre per te, che ti aiuterà a essere il meglio che puoi essere: questo è Normal People.
L’importanza della comunicazione
C’è un altro elemento di questa serie che va sottolineato, ed è il modo in cui viene evidenziata l’importanza della comunicazione.
Connell e Marianne sono molto diversi. Lei è ricca, ha girato il mondo, ha un carattere forte e deciso (anche quando viene maltrattata dagli amici di Connell, per quanto triste e arrabbiata sia, trova sempre la risposta giusta da dare). Lui è povero, non ha mai viaggiato, è fortemente insicuro. Solo quando entrambi impareranno a conoscersi e ad esprimersi, le differenze e i problemi verranno meno: quello che risalterà sarà unicamente il loro legame.

I problemi che affronteranno nel corso della stagione saranno legati a questa incomprensione, a queste loro differenze di fondo. In Normal People rivediamo la stessa azione proposta da due punti di vista diversi, percepiamo le piccole sottigliezze (di tono, di parole, di espressione) che costituiscono così tanti malintesi e problemi.
Il loro crescere e prendere consapevolezza di sé comporta anche una scoperta del potere della buona comunicazione, di quanto il saper dire ed esprimere quello che si vuole e quello in cui si crede sia fondamentale per la realizzazione della propria persona.
La famiglia e il passato
Ultimo, ma non per importanza, il tema della famiglia.
Connell e Marianne vengono da contesti diversi, non solo per quanto riguarda lo “status”, la classe sociale, ma anche per il rapporto che hanno con le proprie famiglie. Entrambi senza padre, Connell ha un forte legame con la madre Lorraine, che non esita a fargli vedere i suoi errori, pronta a rimetterlo in riga, ma sempre con profondo affetto e tenerezza. È il contrario invece per Marianne, orfana di un padre che picchiava la madre, la quale è diventata inerme, non riesce ad empatizzare con la figlia né ad aiutarla quando si trova in difficoltà. Anche il fratello Alan è il prodotto di una famiglia violenta, senza amore, e riversa la sua rabbia nei confronti della sorella, senza mai essere rimproverato dalla madre.
È quindi notevole osservare come Sally Rooney e Alice Birch abbiano saputo creare questi ritratti così profondi e complessi, trattando in maniera estremamente seria il tema della violenza domestica, le conseguenze psicologiche nelle loro diverse sfaccettature. Normal People non cade mai nella banalità nel descrivere queste situazioni, permettendo allo spettatore di comprendere fino in fondo tutta la psicologia dei personaggi, le motivazioni per i loro comportamenti, fornendo ritratti sempre diversi ma autentici di persone in tutte le loro complessità, in quello che alla fine le rende appunto normali, ordinarie.

Conclusione
Normal People è un gioiellino. Tutti gli elementi tecnici, come la fotografia di Suzie Lavelle e Kate McCullough, la colonna sonora, le scelte registiche di Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald, contribuiscono in egual modo all’efficacia di questa serie. Normal People crea uno spaccato di vita vera nel quale lo spettatore non può non trovare qualcosa in cui immedesimarsi. Senza parlare dell’ottima performance dei due protagonisti, la cui cosiddetta “chimica” è perfetta, tanto da far dimenticare che stanno recitando un copione, ma facendo sentire lo spettatore come se stesse assistendo in prima persona alla nascita e allo sviluppo di una storia d’amore.
Ci si trova quasi in difficoltà a riassumerlo in poche parole: per quanto la storia possa essere descritta brevemente, le emozioni e le sensazioni che suscita sono così forti che trovare un lessico adatto per racchiuderle è una missione quasi impossibile. Normal People prende lo spettatore e lo accompagna, non raggiunge mai livelli esagerati di finzione, non ricerca il colpo drammatico ad effetto: tutto è vero, originale ed autentico.

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