Snowpiercer – la serie giunge al capolinea dopo 10 episodi, gli ultimi due dei quali sono usciti questa settimana. È già stata confermata la seconda stagione con tanto di teaser, ma ne abbiamo davvero bisogno? Cominciamo ad analizzare le ultime due puntate. Se avete perso i commenti precedenti, qui li troverete tutti. ATTENZIONE: questo articolo contiene spoiler sulla prima stagione.

Episodio 9: il treno ha voluto sangue
Ormai sappiamo bene che ogni episodio si apre con un prologo (che finisce sempre con “…lungo 1.001 carrozze“) e in quello del nono episodio scopriamo come funziona la pena di morte sullo Snowpiercer, mai menzionata prima. Inutile ripetere che questa sia la serie dei buchi di sceneggiatura: dobbiamo completare noi gli spazi vuoti in cui cadono i personaggi. È solo così che arriviamo a capire che i prigionieri di guerra vengono giustiziati uno dopo l’altro attraverso il congelamento dei polmoni, pratica apparentemente non nuova a bordo del treno.

Quando Melanie finisce sulla sedia della morte sembra che tutto sia davvero perduto. Ma è proprio lì, in un enorme buco di sceneggiatura, che si salva: il macchinista Javier cambia nuovamente fazione e decide di salvarla all’ultimo secondo, grazie all’aiuto di personaggi mai visti prima d’ora. Noi spettatori siamo costretti a dare per scontato che certe cose siano accadute, e questo è -a mio avviso- veramente fastidioso. Comunque, nel momento in cui la coprotagonista si salva abbiamo la certezza che a vincere questa battaglia non sia la Prima Classe ma il Fondo. Palese.
Tra questo momento e il finale dell’episodio ci sono tempi comici fuori contesto che sarebbero anche divertenti ma perdono significato nella piattezza dei personaggi che li fanno, uso di camera a mano che fa ballare le inquadrature fino a renderle fastidiose, eccessivi punti macchina che rendono frastagliato il montaggio di scene anche semplici e, ovviamente, personaggi che stanno da una parte e poi dall’altra senza giustificazione.
L’escamotage di staccare 7 carrozze del treno per liberarsi di alcuni passeggeri è così fastidiosamente assurdo che, paradossalmente, diventa la cosa più interessante della serie.
Episodio 10: lungo 994 carrozze
Addio alla frase finale di ogni prologo: ora le carrozze dello Snowpiercer sono solo 994. Grazie a leggi fisiche degne di una distopia post apocalittica, la locomotiva riesce a suddividere il treno in tre pezzi, dirottare quello centrale e riattaccarsi a quello finale. Ovviamente, sempre all’ultimo secondo.

Se per nove episodi abbiamo sperato nella riuscita della rivoluzione, il decimo si apre mostrandoci solo i lati negativi della democrazia. Le persone non vanno d’accordo, c’è troppo disordine, razzie, saccheggi e malcontento. D’altronde, ricordiamoci che alla base di questa “novella” (tratta dal fumetto Le Transperceneirge) c’è una metafora della società. Personaggio sempre più odioso è Ruth, che farebbe di tutto per ristabilire un ordine dittatoriale e liberarsi della “gente”, come dice lei. Layton, uomo che vive di grandi ideali, sembra non riuscire a gestire la situazione. La serial killer Lilah Junior, da poco rimasta orfana dei due pazzi genitori, quasi ci fa provare pietà per lei. Insomma, confusione.
Il momento wtf?! non poteva mancare: consiste nell’intero finale di stagione. Più precisamente, però, nella camminata di Melanie sul tetto dello Snowpiercer. A parte la grafica da videogame e le leggi della fisica ignorate come in un cartone animato (credete seriamente sia possibile camminare in posizione eretta andando a quella velocità?), a parte che lei si mette addirittura a correre togliendosi il cavo di salvataggio, a parte il fatto che un secondo treno si stia agganciando all’improvviso alla coda dello Snowpiercer… stiamo parlando comunque di centinaia di carrozze e lei le percorre in un baleno.

Non è la prima volta che noto con fastidio che i personaggi si muovono lungo le carrozze dello Snowpiercer con una velocità inverosimile. Credo che questa serie soffra della Sindrome di Game of Thrones durante le sue ultime tre stagioni: lo spazio-tempo si è fot**to. Stiamo parlando di un treno lungo chilometri: percorrerlo da cima a fondo è un’impresa e farlo dall’esterno, sul tetto, lo è ancora di più. Ma non per Melanie a quanto pare, che nel finale di stagione riesce anche a cadere dallo Snowpiercer senza farsi niente. Insomma, dai. Aggiungiamo anche un colpo di scena riguardo una sottotrama scritta apposta per far andare avanti la serie: sua figlia è viva, il Signor Wilford esiste ed è vivo, ed entrambi sono sul treno di cui nessuno ha mai fatto parola prima e che ora sbuca dal nulla (o da un buco di sceneggiatura). Dai.
Snowpiercer 2: ne avevamo bisogno?
No. Poteva finire così, con la rivoluzione vinta e una democrazia nascente ma no, ecco la seconda stagione. Ecco il teaser:
Il Signor Wilford sarà interpretato da Sean Bean (e qui potremmo già provare ad indovinare la sua sorte). Non sappiamo ancora quando uscirà di preciso, ma si ipotizza nella primavera del 2021. Saranno sempre 10 episodi, probabilmente a cadenza settimanale.
Snowpiercer: è un sì o un no?
La risposta è soggettiva e dipende anche da gusti personali. Personalmente ritengo che sia un grande no: dal punto di vista tecnico non ha niente di speciale, anzi. Oggettivamente, gli effetti speciali sono in CGI a livello imbarazzante, il montaggio, spesso, è appesantito e sincopato, i personaggi non sono affatto approfonditi e soprattuto la sceneggiatura è piena di buchi. Non ho mai provato hype per l’uscita del nuovo episodio, cosa che sarebbe stata invece molto avvantaggiata dalla cadenza settimanale scelta per questa serie. Unica cosa che ho trovato interessante è la metafora della società, che in questa serie è approfondita in modo più evidente rispetto al film (per ovvi motivi di tempo), di cui questa è la recensione.
Volete vedere serie di qualità in cui i personaggi sono approfonditi a 360 gradi e l’aspetto tecnico non vi deluderà praticamente mai? Guardatevi Breaking Bad, le prime 4 stagioni di Game of Thrones, Peaky Blinders e Chernobyl, solo per citarne alcune.