COSA STA SUCCEDENDO NEGLI U.S.A?

Le proteste scoppiate in tutti gli Stati Uniti d’America a seguito della morte di George Floyd, ucciso per soffocamento da un agente di polizia bianco, chiedono che sia fatta giustizia. Per George, ammazzato mentre veniva arrestato. E per tutti gli appartenenti alla comunità afroamericana che per troppo tempo è stata vittima di soprusi, ingiustizie, torture, paura. Il motto è: Black Lives Matter.

Black Lives Matter
Si protesta perché non sia più normale che, a causa del colore della tua pelle, tu possa essere arrestato e incarcerato senza motivo. Perché i giovani afroamericani non vengano più arrestati ingiustamente e si smetta di distruggere sistematicamente le comunità afroamericane condannandole alla povertà. Si lotta perché anche gli afroamericani possano avere accesso alla sanità, all’istruzione, a un avvocato: perché vengano loro garantiti i costituzionali diritti di cittadini.

“When I was twelve, my parents had two talks with me.
One was the usual birds and bees. […]
The other talk was about what to do if a cop stopped me.
Momma fussed and told Daddy I was too young for that. He argued that I wasn’t too young to get arrested or shot.
“Starr-Starr, you do whatever they tell you to do,” he said. “Keep your hands visible. Don’t make any sudden moves. Only speak when they speak to you.”
I knew it must’ve been serious. Daddy has the biggest mouth of anybody I know, and if he said to be quiet, I needed to be quiet.
I hope somebody had the talk with Khalil.”
― Angie Thomas, The Hate U Give
NON SOLO GEORGE
I cittadini afroamericani sono sistematicamente soggetti a violenze, perquisizioni, sospetto, sentenze giudiziarie più aspre, difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e a trovare un lavoro. Rischiano quotidianamente di venire uccisi dalla polizia, di essere vittime di abusi a sfondo razziale, di venire arrestati senza motivo. Spesso questo si traduce in cauzioni dalle cifre ingiustificatamente così alte che chi viene arrestato finisce per accettare un “plea”, un patteggiamento: dichiarandosi colpevole pur senza esserlo solo per mettere fine a un incubo. Con tutte le conseguenze che questo comporta.
In questi giorni si lotta perché tutto ciò non sia più considerabile normale, perché i poliziotti che abusano della propria autorità vengano puniti, perché le discriminazioni non siano più tollerate. Si lotta per George, Ahmaud, Christian, Breanna, Athana, Kathryn, Anthony, Kevin, Walter, Jordan, Renisha, Tamir, Philando, Sandra, Trayvon, Oscar, I Charleston 9, John, Alton, Nicholas, Amadou, Eric e George, Terrence, Keith, Claude, Randy, Yvonne e tutte le persone della comunità afroamericana che sono quotidianamente vittime di abusi e, spesso di omicidi, a sfondo razziale. Si lotta perché finalmente le voci della comunità afroamericana vengano sentite e le loro richieste accolte. Se ognuno farà la sua parte, questa volta forse le cose cambieranno.

L’INCARCERAZIONE DI MASSA
The New Jim Crow di Michelle Alexander è il libro che vi serve se volete avere una idea chiara e precisa di cosa sia il fenomeno dell’incarcerazione di massa negli Stati Uniti d’America. In Italia se ne parla poco ed è un sistema molto complesso, su cui è bene informarsi per capire meglio la situazione attuale negli U.S.A. Oltre al libro di Michelle Alexander, tratta di questo tema in modo chiarissimo anche il documentario di Ava DuVernay XIII emendamento (2016), disponibile su Netflix. L’incarcerazione di massa è il sistema che mantiene le classi sociali rigide, assicurando all’elettorato bianco che nessuno prenderà il loro posto nella società, assicurando ai bianchi che ci sarà sempre qualcuno più povero di loro. Molti americani non sono al corrente di questo sistema, che quindi continua a perpetrarsi. E’ il motivo per cui negli U.S.A. gran parte dei cittadini afroamericani ha perso il diritto di voto e di conseguenza non viene rappresentata. Ed è una delle ragioni per cui l’oppressione va avanti.
Michelle Alexander, autrice di The New Jim Crow
The New Jim Crow di Michelle Alexander
Nell’era della colorblindness non è più socialmente permissibile usare la razza, esplicitamente, come una giustificazione per la discriminazione, esclusione e disprezzo sociale. Quindi non la si usa. Invece di basarsi sulla razza, usiamo il nostro sistema criminale giudiziario per etichettare le persone di colore come “criminali” e poi mettere in pratica tutta quella serie di azioni che avremmo dovuto abbandonare. Oggi è perfettamente legale discriminare i criminali in quasi tutti i modi in cui un tempo era legale discriminare gli afroamericani. Una volta che sei stato etichettato “criminale”, le vecchie forme di discriminazione – discriminazione lavorativa, discriminazione nel trovare alloggio, diniego del diritto di voto, diniego di opportunità educative, diniego di buoni pasto e altri benefici pubblici, ed esclusione dal servizio giuridico- diventano improvvisamente legali. In quanto criminale, si hanno pochi diritti in più e meno rispetto di un afroamericano che viveva in America all’apice della legge Jim Crow.
The New Jim Crow, Michelle Alexander
AUDIOVISIVI PER EDUCARSI:
Una delle cose migliori che si possa fare in questo momento dall’Italia è studiare: educarci sulla lunga storia di razzismo sistematico negli U.S.A., renderci conto che il privilegio bianco esiste e cominciare a cambiare le cose a partire dal nostro modo di pensare. Tutti i cinefili del mondo possono contare su una ricca quantità di film che trattano il problema della supremazia bianca in U.S.A., della polizia violenta contro gli afroamericani, di cosa vuol dire essere vittime di razzismo ieri e oggi. Citerò alcuni prodotti audiovisivi che mi hanno personalmente colpita e altri di cui invece ho sentito parlare per la loro importanza ma non ho ancora mai visto:
Film
–XIII emendamento di Ava DuVernay : si trova su Netflix
–When They See Us di Ava DuVernay (è una miniserie): si trova su Netflix
-Selma di Ava DuVernay: si trova su Chili
–BlaKkKlansman di Spike Lee: si trova su Primevideo
–Fa’ la cosa giusta di Spike Lee: si trova su Chili
-What Happened, Miss Simone? di Liz Garbus: documentario sulla vita di Nina Simone, si trova su Netflix
-12 anni schiavo di Steve McQueen: si trova su Netflix
-Il diritto di opporsi di Destin Daniel Cretton: si trova su Chili
-The Hate U Give (Il coraggio della verità) di George Tillman, Jr.: si trova su Chili
-Moonlight di Barry Jenkins: si trova su Chili
-If Beale Street Could Talk di Barry Jenkins: si trova su Chili
-Django Unchained di Quentin Tarantino: si trova su Chili
–I am not your negro di Raoul Peck: si trova su Chili
–Mudbound di Dee Rees: si trova su Netflix
-Il diritto di contare di Theodore Melfi: si trova su Chili
–Get Out di Jordan Peele: si trova su Primevideo
Serie tv:
–Truth Be Told: serie tv, si trova su Apple Tv+
-Dear White People: serie tv, si trova su Netflix
-Pose: serie tv, si trova su Netflix
–Mindhunter: la 2° stagione, si trova su Netflix
-Il caso O. J. Simpson: serie tv, si trova su Netflix
I LIBRI PER EDUCARSI:
Cito i titoli che ho letto personalmente e penso possano aiutare, ma ce ne sono tantissimi altri.
Romanzi, disponibili anche in lingua italiana:
-The Hate You Give di Angie Thomas
-On The Come Up di Angie Thomas
-Il colore viola di Alice Walker
-Americanah di Ngozi Adichie
–Amatissima di Toni Morrison
-tutti i libri di Toni Morrison
Saggi:
–The New Jim Crow di Michelle Alexander
–So you want to talk about race di Ijeoma Oluo
–Stamped from the beginning di Ibram X. Kendi
LE PLAYLIST
Black Lives Matter su Spotify: playlist, quasi 3 ore di riproduzione. L’ho ascoltata in loop mentre scrivevo questo articolo e direi che ha aiutato molto.
We Shall Overcome su Spotify: playlist con i discorsi dei più importanti leader afroamericani, dove si sente la loro vera voce dare coraggio alla comunità.
Black History Salute su Spotify: playlist che raccoglie le canzoni degli artisti che hanno parlato di orgoglio afroamericano.
PERCHE’ CI RIGUARDA TUTTI

Il razzismo non è il problema sociale di qualche lontana nazione oltreoceano. C’è in Europa, c’è nel Regno Unito, c’è in Italia: basta pensare ai cori negli stadi, al sospetto con cui spesso vengono guardati gli stranieri, agli sfruttamenti della manovalanza agricola africana in Italia. Tutti possiamo fare qualcosa e metterci a disposizione per aiutare, il primo passo è renderci conto dei privilegi che ci vengono garantiti per il semplice fatto di essere bianchi. E capire che una società che abbia queste basi sociali non è più accettabile.

L’indifferenza è comunque una presa di posizione: quando sei indifferente in situazioni di ingiustizia, hai scelto il lato dell’oppressore.
-Desmond Tutu
COSA POSSIAMO FARE
Educarci:
ci sono molti modi per farlo. Per quanto riguarda gli audiovisivi, ho elencato alcuni dei titoli più importanti o di mia conoscenza nel paragrafo dedicato, ma ce ne sono moltissimi altri. Ecco i link ad alcune delle più importanti liste di Letterboxd (piattaforma per cinefili che si è schierata a favore del movimento Black Lives Matter) legate al tema:
– https://letterboxd.com/millyi/list/black-lives-matter/
– https://letterboxd.com/mollycolleen/list/black-lives-matter/

C’è inoltre un’ampia bibliografia per chi volesse leggere saggi o romanzi che trattino del problema. Qui le liste di Goodreads che vi consigliano alcune letture mirate.
– https://www.goodreads.com/list/show/96449.Black_Lives_Matter_Library_
– https://www.goodreads.com/list/show/120866.Black_Lives_Matter_Library_Ideas
Parlarne:
in famiglia, sui social, a scuola, al bar, sui forum, sui blog e su qualunque piattaforma si possa far sentire la propria voce. Non abbiate paura di dire la cosa sbagliata: io stessa, per anni, nonostante fossi sensibile alla causa e mi fossi informata molto, sono rimasta in silenzio per paura di parlare “al posto di qualcun altro”, di combattere una battaglia non mia, o di dire qualcosa di sbagliato. Beh, meglio sbagliare che stare in silenzio.
Informare i giovani:
perché ci sia un cambiamento duraturo e veramente efficace bisogna credere nei giovani, nei giovanissimi, nei bambini: educarli e informarli.
Donare:
ci sono tantissime associazioni di supporto che in questo momento si occupano di raccogliere donazioni per pagare le cauzioni dei manifestanti in U.S.A. o di quanti della comunità nera sono vittime di arresti a sfondo razziale. Eccone una, ma ce ne sono moltissime:
–https://blacklivesmatters.carrd.co/#donate
BLACK LIVES MATTER.

Anche se non posso nemmeno lontanamente immaginare cosa voglia dire essere quotidianamente discriminata per il colore della mia pelle o alzarmi la mattina e aver paura che i miei figli vengano arrestati e uccisi dalla polizia mentre tornano da scuola, in un sistema che considera tutto questo completamente normale, sono con voi. Questa redazione è con voi. Riposa in pace, George.
#blacklivesmatter
“You can destroy wood and brick, but you can’t destroy a movement.”
― Angie Thomas, The Hate U Give

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L’idea è socialmente interessante ma il pugno chiuso, simbolo del comunismo che ha fatto milioni di morti per “razzismo” politico è la peggior scelta che potevate fare.
I say no to “black live matter”, instead, I say “all live matter!”
Ciao Giorgio,
Il simbolo del pugno levato in aria, in America, è associato ad ogni tipo di minoranza sin dagli anni ’60 ed è poi diventato in particolare un elemento chiave della lotta per i diritti degli afroamericani grazie al movimento delle Black Panthers. Ancora oggi è l’immagine ufficiale del movimento Black Lives Matter e viene giustamente utilizzata ovunque se ne parli per la sua potenza e forza espressiva.
Detto questo, ovviamente “all lives matter”, ma non è questo il punto; il punto è affrontare di petto e risolvere una questione figlia di una problematica storica e ben radicata per poi procedere con tutto il resto.
Un bianco, in America, non rischia la vita quotidianamente quanto lo fa un afroamericano. E soprattutto non la rischia per mano delle forze dell’ordine.