Sono usciti da pochissimo i primi due episodi di Snowpiercer, la serie prequel dell’omonimo film diretto da Bong Joon-ho nel 2013. I rimanenti 8 episodi avranno cadenza settimanale, seguendo un’interessante strategia distributiva che ultimamente Netflix usa sempre più spesso. Ecco le mie prime impressioni, ovviamente… SENZA SPOILER! 😀
Snowpiercer: la trama
Anno 2027. Il mondo è ormai un immenso deserto di ghiaccio, in seguito ad un tentativo fallito di porre rimedio al surriscaldamento globale. Gli unici sopravvissuti si trovano a bordo dello Snowpiercer, un rivoluzionario treno a moto perpetuo che percorre un tragitto completo attorno al pianeta ogni anno, ideato dal misterioso Signor Wilford. Mentre la vita dei ricchi scorre agiata e nel lusso nei vagoni di testa, i poveri, detti Fondai, si trovano in fondo al treno, dove malnutrizione e povertà regnano sovrani. La rivolta è dietro l’angolo ed è capitanata da Layton Well (Daveed Diggs). Quel che Layton non si aspetta è che, essendo l’unico ex detective a bordo, il braccio destro del Signor Wilford, Melanie Cavill (Jennifer Connelly), lo costringe a trovare il colpevole di un violento omicidio.
Ideata da Graeme Manson, Snowpiercer è una co-produzione Tomorrow Studios, una partnership tra Marty Adelstein, ITV Studios e Turner’s Studio T. Bong Joon-Ho è produttore esecutivo accanto a Park Chan-wook, Lee Tae-hun e Dooho Choi. La storia è tratta dalla graphic novel Le Transperceneige, fumetto di fantascienza post-apocalittica, ideato da Jacques Lob e Jean-Michel Charlier.


Una distopia in piena regola
Prima è cambiato il clima.
Titolo del primo episodio
Non solo il titolo, ma anche la prima frase pronunciata dalla voce narrante. Il primo episodio si apre, infatti, con una introduzione animata che spiega perché il pianeta sia diventato invivibile. Prima è cambiato il clima. Poi i negazionisti, poi gli scienziati hanno provato a trovare una soluzione, poi la catastrofe. Il nucleo attorno cui ruota l’intera vicenda di Snowpiercer, film o serie che sia, è il cambiamento climatico.

Snowpiercer è una distopia post-apocalittica. Come ogni distopia che si rispetti, si basa su un fenomeno che almeno in parte abbia radici verosimili nel nostro mondo attuale. Cambiamento climatico, mai sentito? Aggiungiamo a questo fattore anche la disuguaglianza sociale (altro tema ricorrente nella maggior parte delle distopie) e ci siamo. Una nuova società di sopravvissuti, chiusa (letteralmente: il treno è blindato) e con regole rigide per mantenere il nuovo, delicato, equilibrio. Come sempre, però, l’ordine viene minacciato da un fattore non previsto e il nuovo sistema inizia a disgregarsi.
La prima impressione

Dunque, tutto il discorso del clima e della critica sociale lo capiamo piuttosto bene nei primi 15 minuti circa.
La storia inizia 7 anni dopo la partenza del treno. Nel corso del primo episodio individuiamo i personaggi ricorrenti, ognuno caratterizzato diversamente in base al ruolo che ricopre. Seguiamo il protagonista, Layton, nel corso della sua indagine lungo tutto il treno. L’elemento che per primo rompe l’equilibrio è proprio l’omicidio in questione, perché essendo avvenuto in terza classe significa che il problema non sono solo i poveri, come si pensava: anche tra i ricchi inizia a farsi sentire il peso del viaggio infinto.
Quello che mi ha lasciata perplessa è che alla fine del primo episodio si scopre un “dettaglio” estremamente importante. Svelare allo spettatore qualcosa che per i personaggi deve rimanere un mistero è stata sicuramente una buona strategia per rendere appetibile il pilot ai compratori, ma a mio avviso sarebbe stato meglio se anche noi lo avessimo scoperto in un secondo momento.

Nel corso dei primi due episodi sono stati presentati alcuni personaggi secondari (ma anche terziari) che potrebbero rivelarsi interessanti. Personalmente, spero che i prossimi episodi diano tridimensionalità anche a questi ultimi e non li lascino solo sullo sfondo.
Forse è presto per dirlo dopo solo due episodi, ma a mio avviso per ora manca un po’ di mordente: non sono riuscita a provare empatia per nessun personaggio. Quella che nel secondo episodio era evidentemente pensata come una scena densa di pathos, a me è risultata completamente piatta. Il caso di omicidio, a differenza delle vicende personali dei personaggi, è l’unica cosa che rende interessante la narrazione. Da segnalare positivamente anche il personaggio di Jennifer Connelly, forse il più misterioso tra tutti: la responsabile delle pubbliche relazioni gentile con tutti ma che segue rigidamente la sue etica personale.
Neanche il film di Bong Joon-ho mi aveva particolarmente coinvolta, ma in quel caso avevo apprezzato molto (come sempre, quando si parla di questo regista) la sceneggiatura, il ritmo e soprattutto la caratterizzazione dei personaggi. Uno su tutti: Mason, interpretata da Tilda Swinton. A proposito di questo…
Non facciamo paragoni tra Snowpiercer
Il film e la serie condividono il titolo e una parte di trama. Inutile dire che i fatti del film avvengano otto anni dopo quelli della serie, perché vanno trattate come storie diverse. Nella serie non ci sono personaggi che ricalcano quelli del film, ad eccezione di Layton/Curtis (Chris Evans): l’uomo relegato nella classe più infima del treno e che ha la fiducia dei suoi compagni di carrozza, che vedono in lui la speranza della rivoluzione.

In conclusione
Snowpiercer è una critica all’ipocrisia della società, che privilegia i ricchi, nonostante alcuni di essi siano stati responsabili della distruzione del pianeta, e combatte i poveri, la cui unica richiesta è di condurre una vita decente. Sono curiosa di vedere come si evolve questa serie, che per ora ha mostrato potenziale ma non ha ancora ingranato tutte le sue marce.
Non perdetevi la nostra recensione del meraviglioso Snowpiercer di Bong Joon-ho!