Pronti ad immergervi in un mondo magico in cui tutto è possibile?

Dopo aver sviscerato appieno la nuova piattaforma streaming Disney+ nell’articolo che trovate cliccando qui, passiamo ora a parlare del prodotto più di qualità di questa casa di produzione: i Classici. Con il termine “Classico Disney” si intendono i 58 lungometraggi prodotti dalla Walt Disney Animation Studios (da non confondere con la Disney Pixar!) dal 1937 ad oggi. Da Biancaneve e i sette nani a Frozen II, grandi e piccoli hanno potuto godere di capolavori del cinema dell’animazione, opere ci hanno profondamente segnato e cresciuto. Scegliere le migliori cinque è una impresa che sfiora l’impossibile, ma noi ci abbiamo provato, sperando di regalarvi qualche aneddoto sconosciuto e spunto di riflessione innovativo. Ecco quindi, in ordine rigorosamente cronologico, la nostra Top 5 dei Classici Disney.
5) Dumbo (1941)
Il film preferito dallo stesso Walt Disney, che all’inizio non era nemmeno intenzionato a fare! La casa di produzione usciva da due flop commerciali cocenti (Fantasia e Pinocchio), la prossima mossa andava calibrata con cura. A Walt Disney la storia del piccolo elefante non convinceva. Gli sceneggiatori, allora, iniziarono a lasciare ogni giorno sulla scrivania dell’imprenditore parti della storia del piccolo elefante. Continuarono finché Walt non entrò di corsa nel loro ufficio: era troppo curioso di sapere come continuasse la storia.

L’uomo è il cattivo più temibile
Entrò così in produzione il film meno costoso della casa, ma anche uno dei più memorabili. Dumbo è ricordato insieme con commozione e gioia, una delle storie più toccanti, ma anche più di ispirazione. Dumbo ci insegna non solo ad accettare i nostri difetti, ma a renderli i nostri punti di forza. Sono quelli che ci rendono unici. La storia è anche un inno all’amore materno, alla diversità, all’ignorare il parere altrui. La pellicola è ricca di piccole chicche, come la scena delle visioni di Dumbo dettate dall’alcol, in cui inquietanti elefanti colorati si esibiscono in una parata surreale. Quei pochi minuti sono un piccolo capolavoro dell’animazione, anche se ancora causa di incubi per molti bambini. Come non citare poi i corvi, rappresentazione forse un po’ stereotipata del popolo afroamericana, ma indice di grande inclusione per l’epoca. Furono infatti doppiati da attori di colore in un periodo in cui l’industria del cinema non offriva grandi speranze di lavoro a gente afroamericana. Razzista e discriminatore, non a caso è proprio l’uomo il cattivo di questa pellicola, capace di una crudeltà come quella di togliere un figlio alla propria madre. Dumbo ci insegna però che con il coraggio e la forza volontà, però, si vince su tutti, perfino sul genere umano.
4) La spada nella roccia (1963)
Agli amanti della Disney non risulterà nuovo un nome: Wolfgang Reitherman, uno dei migliori registi ad aver collaborato con lo studios. Reitherman ha infatti firmato La carica dei cento e uno (1961), Il libro della giungla (1967), Gli Aristogatti (1970), Robin Hood (1973), e il suo fiore all’occhiello, La spada nella roccia. Insomma, il fautore dell’Epoca d’argento della Disney, uno dei periodi più fortunati e di successo. L’animatore introdusse uno stile di disegno riconoscibile, dal tratto grezzo e marcato, ma dalla fluidità sorprendente. I film si fecero più movimentati, le scene action più frequenti e dinamiche. Finalmente si rideva di gusto, grazie all’introduzione di personaggi comici, umorismo beffardo e situazioni assurde. La spada nella roccia è la pellicola che valorizza al meglio tutte queste caratteristiche.

Il capolavoro di Wolfang Reitherman
La storia di Artù è conosciuta, ma come sempre la Disney riesce a reinterpretare i grandi classici storici e letterari in chiave giocosa e accessibile a tutti. La narrazione scivola velocissima: Semola supera prove, Merlino compie magie spettacolari, avviene lo sfida più leggendaria del mondo Disney, quella tra Merlino e Maga Magò. Combattimento magico che risulta mozzafiato, spassoso, colorato e giocato sull’astuzia e non sulla forza. Il medioevo della pellicola è dipinto con colori accesi e accompagnato da una colonna sonora memorabile, composta dal grande George Bruns. La pellicola gli valse l’Oscar alla miglior colonna sonora, meritatissimo se pensiamo che a lui dobbiamo dobbiamo Higitus Figitus, l’incatesimo cantato da Merlino. Il vero cuore pulsanti di questo film, però, sono è i suoi protagonisti. Merlino è il primo personaggio tra i classici Disney a far ridere veramente di gusto, Semola subisce un percorso di coming of age di tutto rispetto, Maga Magò è perfida ed esilarante. Perfino i personaggi secondari sono memorabili, partendo da Pilade e i suoi baffi ballerini concludendo con Anacleto e la sua risata contagiosa.
3) Aladdin (1991)
La morte di Walt Disney fu un brutto colpo per la casa di produzione statunitense. Oltre a perdere il loro genio, iniziarono a perdere pubblico e mordente. Gli anni 80 vengono infatti chiamati gli anni del declino. Fino all’Epoca del Rinascimento. È La sirenetta (1990) ad aprire questa nuova fortuna era che ha prodotto i film più iconici della Disney. Non parleremo di Ariel, per quanto film decisamente di valore, ma di un cartone che ci ha portato in terre lontane. I film sono capaci di farci viaggiare per il mondo e scoprire culture e posti inediti. Basta un attimo per ritrovarsi ad Agrabah, paese arabo di fantasia, terra natia di Aladdin, il più simpatico dei ladruncoli.

La storia la fanno i personaggi
È difficile trovare un difetto a questa pellicola diretta dal duo Clements/Musk. Aladdin soddisfa gli amanti dell’azione, addolcisce i cuori con una storia d’amore per niente sdolcinata e fa ridere di gusto. Il Genio è la spalla comica perfetta, doppiato in originale da uno scatenato Robin Williams (e in italiano da un sempre strepitoso Gigi Proietti). L’attore statunitense aveva totale carta bianca e improvvisò la gran parte delle battute del Genio. Robin stravolse così tanto la sceneggiatura da non renderle possibile la candidatura all’Oscar alla Miglior sceneggiatura non originale. Ci ha però regalato il personaggio della Disney più divertente di tutti i tempi. Cosa dire anche di Jafar, villan senza scrupoli, al contrario totalmente privo di senso dell’umorismo? Solo crudeltà e serietà per lui e scopi incredibilmente umani e realistici: i poteri e i soldi. Per fortuna c’è Aladdin che insegna i valori e principi a cui tutti dovremmo aspirare. La scrittura dei personaggi è talmente convincente da donare una personalità adorabile per fino a un tappeto. Proprio al tappeto volante dobbiamo la scena più emozionante del film, quella in cui i due protagonisti cantano “Il mondo è mio” sopra una città illuminata e sotto un cielo stellato.
2) Il re leone (1994)
Arriviamo al titolo più scontato di questa Top 5, quello che moltissimi indicano come il loro classico Disney preferito. Ispirato alla commedia di Shakespeare Amleto, vincitore del Golden Globe come Miglior film commedia o musicale e vincitore degli Oscar alla colonna sonora e alla canzone originale (il premio al miglior film d’animazione è stato introdotto solo nel 2001). Nel 1997 diventa un musical e debutta con estremo successo a Broadway, nel 2019 ne esce una (brutta) versione live action, mentre l’originale è tuttora il film d’animazione tradizionale di maggior incasso. Il re leone è senza alcun dubbio un’opera che ha segnato non solo la storia del cinema, ma anche profondamente tutti noi.

Il classico più amato e citato
Proprio per questa forte legame affettivo che ci lega a questa pellicola è difficile cercare di essere oggettivi. È di certo innegabile l’impatto emotivo che Il re leone ha sullo spettatore. Una delle forze di questa pellicola è proprio quella di alternare e calibrare i momenti di grande pathos a quelli più leggeri e divertenti. Grazie anche all’opera da cui è tratto, il film ha un’aura di epicità che manca agli altri classici Disney. Indimenticabili la canzone di Scar, lo scontro finale sotto la pioggia e ovviamente la scena della morte di Mufasa, talmente potente e ben fatta da riuscire a far piangere anche dopo anni di distanza e anche dopo la centesima visione. Tutto concorre a creare un’atmosfera decisamente diversa rispetto alle altre pellicole della Disney. Senza però dimenticare il lato comico: Timon e Pumba sono i veri mattatori del film. Il loro inno a vivere senza pensieri ha reso un modo di dire swahili conosciuto e usato in tutto il mondo. Un’impresa a livello culturale e linguistico straordinaria. Il re leone ha segnato una generazione e concorre a pieno diritto per essere incoronato uno dei migliori film d’animazione della storia del cinema.
1) Mulan (1998)
Concludiamo questa Top 5 dei Classici Disney (ricordiamo stilata in ordine cronologico) con un altro film del periodo della rinascita, periodo che si concluderà l’anno dopo con Tarzan (1999). Come protagonista una principessa Disney, ma si tratta di un film che è da subito stato amato dal pubblico maschile e femminile. A bando gli stereotipi di genere e i pregiudizi, finalmente un film con scontri e combattimenti con una protagonista donna. E che protagonista!

Un nuovo tipo di principessa Disney
Mulan non è la solita principessa Disney. Non aspetta di essere salvata, è lei a voler salvare prima il padre e poi la Cina. È una donna indipendente che fa fatica a rientrare nei canoni che la usa famiglia e il suo paese vorrebbero imporle. Mulan non è composta, non è servizievole, non è leggiadra. È una combattente. L’incarnazione del “girl power” prima che questa definizione fosse ampiamente usata. Un modello e un simbolo per tutte le ragazzine che non si identificavano nelle principesse Disney e che cercavano un altro modello di femminilità. Anche la sua storia d’amore non è convenzionale. Niente colpo di fulmine, Mulan si presenta al capitano Li Shang travestita da uomo e si fa apprezzare prima per il suo carattere. La coppia è la più sottovalutata nel panorama disneyano, ma è in realtà quella che si forma e cresce sulle basi più solide. Storyline dimenticata anche perché la narrazione si concentra, giustamente, su altro: la battaglia contro gli Unni. Ancora una volta vengono trattati temi storici e violenti in maniera ottimale, senza che perdano la loro potenza. A tenere alto il divertimento ci pensa Mushu, spettacolare spalla comica doppiato in italiano da un sorprendente Enrico Papi.
Mulan sarà la prossima pellicola ad essere soggetta a un rifacimento in live action, ne abbiamo parlato in un articolo che puoi leggere cliccando qui. I suoi precedessori fanno mal sperare in una buona riuscita del remake, anche se basterebbe un terzo della forza cartone a cui si ispira per ottenere un buon film.
Voi cosa ne pensate?
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