
Disney+ Italia compie un mese! Per quei pochi che se lo fossero perso, si parla della nuova piattaforma di contenuti in streaming di proprietà della Walt Disney Company. La “Scatola Magica” distribuisce principalmente film e serie tv, anche originali, più altri contenuti d’intrattenimento prodotti da casa Disney e tutte le sue filiali. Il lancio negli Stati Uniti è avvenuto lo scorso 12 novembre 2019 con enorme successo. Da allora, Disney+ è stato distribuito in Canada, Paesi Bassi, Australia, Nuova Zelanda, Porto Rico, diversi paesi europei e dell’America Latina. Il 24 marzo 2020 il servizio è arrivato anche in Italia, in piena quarantena Covid-19.

Subito migliaia di utenti hanno effettuato l’iscrizione per la prova gratuita di una settimana. Due sono le modalità di abbonamento: 6,99€ al mese o 69,99€ all’anno (5,83€ al mese). Alla fine mi sono convinta a provare l’abbonamento annuale. Ma, parlando con un’amica, si è sollevata una questione interessante. Vale davvero la pena pagare 70€ per vedere gli stessi film e classici d’animazione che potresti ottenere a piacimento attraverso altri “canali” streaming?
La magia del layout
La prima cosa che salta all’occhio è la bellezza del layout. Se paragonato alla grafiche più essenziali dei competitors Netflix e Amazon Prime Video, Disney+ stravince. Lo scroll è fluido, la navigazione ben studiata. La cura dei dettagli è impressionante: semplice ed essenziale, eppure si intuisce un’attenzione maniacale fino al più piccolo elemento. Ad esempio, l’immagine per identificare ogni categoria: basta passarci il cursore sopra, per vederle animarsi!
Cinque categorie, un unico catalogo
Una volta effettuato l’accesso a Disney+, l’utente può esplorare cinque categorie. I classici Disney, i corti e i lungometraggi d’animazione Pixar, i cinecomics Marvel, tutta la saga di Star Wars e i documentari di National Geographic. Una scelta d’ordine che conferisce una forte identità alla piattaforma. Il catalogo appare modesto solo in apparenza, data ancora la scarsità di contenuti originali. In realtà, la scelta è davvero vasta. Si possono, infatti, recuperare anche film, serie e corti non proprio recenti, tutti in Full HD, con la possibilità di scegliere tra moltissime lingue e sottotitoli. Una selezione che fa gola non solo a bambini e famiglie, ma anche a tutti i fan degli episodi galattici di Star Wars e dei supereroi Marvel, disponibili dal primo all’ultimo in un unico spazio.

Inoltre, Disney+ potrebbe rivelarsi una preziosa risorsa per gli abbonati. L’emergenza COVID-19 ha gettato l’azienda in una profonda crisi, in quanto riprese e produzioni sono bloccate, così come i parchi divertimenti. Non si esclude che Bob Chapek, nuovo CEO Disney, possa decidere di far uscire i nuovi contenuti, comprese le attesissime nuove serie del Marvel Cinematic Universe, direttamente in digitale sulla piattaforma. Ma, al momento, si tratta solo di un’ipotesi.
I più popolari su Disney+
Nonostante la scarsità di contenuti originali, Disney+ offre delle vere chicche per cinefili e non solo. Spicca in testa The Mandalorian, serie ideata da Jon Favreau, regista di molti successi Disney tra cui il live action de Il re leone (2019). Al secondo posto, Star Wars: The Clone Wars, una serie animata spin-off creata nel 2008 da George Lucas e arrivata all’ultima stagione. Sul podio anche High School Musical: The Musical – La Serie, pensata per il pubblico adolescente. Segue Il Mondo secondo Jeff Goldblum, prodotta da National Geographic, una docuserie che racconta la visione del mondo del protagonista di Indipendence Day e Jurassic Park. Uscito direttamente in digitale, c’è il live action di Lili e il Vagabondo, remake del classico del 1955, con le voci di Tessa Thompson e Justin Theroux.
The Mandalorian High School Musical: The Musical – La Serie Il mondo secondo Jeff Goldblum Lili e il Vagabondo Star Wars: The Clone Wars Star Wars Rebels I Simpson Duck Tales Darkwing Duck In viaggio con Pippo
Tra i contenuti d’animazione più popolari, la cima della classica ospita I Simpsons, la leggendaria serie ideata da Matt Groening che nel 2019 ha festeggiato 30 anni. Su Disney + è possibile rivedere tutti gli oltre 600 episodi, per la prima volta tutti insieme on-demand. La 31esima stagione arriverà sul servizio streaming nel corso di quest’anno. Dopo il già citato Star Wars: The Clone Wars, al terzo posto si segnala Star Wars Rebels, serie del 2014 arrivata alla quarta stagione, con più di 70 episodi all’attivo. Da non perdere gli episodi (non tutti, ahimé!) di Duck Tales (compreso il film di Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta), Darkwing Duck, Ecco Pippo (con il film In viaggio con Pippo) e tanti altri. Imperdibili i corti targati Pixar, uno più bello dell’altro.
Disney+: storia di un brand
Quando si dice Disney, si dice un vero e proprio brand. Disney+, benchè un investimento che non sta ancora generando ingenti entrate, è un’enorme e strategica vetrina pubblicitaria. Il portale sponsorizza esclusivamente i propri prodotti, comunicando i propri valori in autonomia. Si nota un’attenzione speciale a tutti gli aspetti del brand, con contenuti sui parchi divertimento Disney, nonché documentari sui film d’animazione e la loro storia. Emblematico e stupefacente in tal senso, è Dietro le Quinte dei Parchi Disney: The Imagineering Story, un documentario suddiviso in sei parti diretto e prodotto da Leslie Iwerks, regista nominata agli Emmy e agli Oscar. , e le raccolte di corti animati SparkShorts e I Perché di Forky dei Pixar Animation Studios.
Possibili criticità
Nonostante la qualità dell’offerta, molte delle iscrizioni a Disney+ non sono andate oltre la prima settimana gratuita. Il motivo principale, oltre alla mancanza di interesse, è proprio quella forte identità di brand che caratterizza la piattaforma. Poiché i contenuti originali sono troppo pochi per ora, la maggioranza sono titoli che tutti hanno già visto almeno una volta, facili da reperire su altri canali se a qualcuno venisse effettivamente voglia di guardare qualcosa nello specifico.

I più lamentano la scarsa ricchezza ed eterogeneità del servizio. Il target principale, infatti, sono i bambini e gli adolescenti, accompagnati dai genitori. Inoltre, molti ex-abbonati percepiscono la suddivisione in cinque categorie come limitante. Spesso salta fuori un errore. Errore 83, per la precisione, che blocca lo streaming per più di una volta. Anche i consigli di visione non sono il massimo di Disney+. Alla fine di un contenuti, i consigli per proseguire la visione appaiono spesso una volta sola; se si decide di tornare indietro per aprire la scheda di un altro, quello è già scomparso e bisogna andare a setacciare il catalogo per ritrovarlo. Il tutto sommato ai bugs che appaiono per tornare alla home page. In questo, Netflix è di gran lunga migliore.
Infine, qualcuno potrebbe decidere di non abbonarsi per boicottare il colosso dell’entertainment, non condividendone le strategie di acquisizione. Per questo si rimane fedeli ai canonici servizi on-demand, comunque di qualità e con un’offerta più differenziata, inedita e sperimentale.
Voto finale: 7
Discreto. Disney+ si presenta come un buon servizio, con un’ampia gamma di potenzialità, ma anche incongruenze che non convincono. Sotto il magico layout, curatissimo, la qualità dell’offerta cozza con l’esigua quantità. Non è ancora possibile un confronto alla pari con i competitors. Tutto sembra fortemente targhettizzato per dei pubblici molto specifici: bambini, famiglie, adolescenti, persone cresciute con i classici Disney e Pixar, mainstream fandoms, ecc. Il che può essere un bene, ma anche un male. se da un lato si dimostra di conoscere bene i gusti del proprio pubblico, dall’altra si esclude una grossa fetta della massa. Insomma, tutto molto bello, ma manca ancora qualcosa. Per il momento non si boccia nessuno. Tempo al tempo. Disney + riuscirà a fare di meglio?