Parliamo di make up.
Kósmesis: da cosmos, κόσμος, ordine. Abbellire, decorare.
Oggi su CineWriting vi proponiamo l’intervista con Maddalena Bondì (profilo Instagram) classe ’96 ed aspirante truccatrice cinematografica.
Si parla infatti tanto di registi, sceneggiatori ed attori, e spesso ci si dimentica alcune figure fondamentali ma laterali nella realizzazione dei film. Cosa ci sarebbe di iconico in Gamora, se non fosse verde? E negli alieni se non fossero, beh….alieni?
Oggi dunque vogliamo parlare con una ragazza che sta studiando per cominciare questa particolare professione, sperando di ispirare altri con lo stesso sogno a fare lo stesso.
Partiamo dalle basi.
Come hai cominciato ad interessarti al make-up?
Mi è sempre interessata la pittura, l’arte in generale. Ho fatto un liceo artistico di base ed ho sempre dipinto per gli affari miei.
Mi sono iscritta all’università di Beni culturali ma mi sono resa conto che mancava tutto il lato pratico e l’anno scorso ho lasciato. Ho quindi iniziato a cercare altri corsi, ho trovato varie scuole e ne ho scelta una.In realtà non sono mai stata una che si trucca o particolarmente appassionata al mondo del make up, però in generale la cosa è bella per il fatto che dipingi sulla faccia di una persona.
Che corso segui ora?
Frequento un corso annuale alla società umanitaria APTA (Accademia Professionale Trucco Artistico). Il corso è diviso in moduli, ossia make up diversi. Beauty 1, beauty 2, acconciatura artistica, trucco teatrale, effetti speciali e body painting. E’ un anno generico per capire in cosa specializzarsi, poi si segue un corso di formazione più specifico.
Il lavoro
Hai già in mente un futuro lavorativo? La scuola ti ha aiutata nella scelta del tuo futuro?
La scuola dà contatti, e fa fare molti stage.
Il lavoro però non è continuo, cioè non è assolutamente un lavoro d’ufficio. Devi farti i contatti, un portfolio, presentarti e poi la gente deve chiamarti. La scuola fa fare molta esperienza, ed attraverso questa appunto puoi farti i vari contatti.
Nel tentativo di farti conoscere credi che i Social siano importanti?
Sì, io non ho mai pubblicato quasi niente, ma ora ho dovuto farlo.
Primo perché mi infastidiva che la gente pubblicasse cose del tutto simili tra loro, e quindi scontate, e le spacciasse ogni volta per arte.
Non lo dico per tirarmela, ma perché dannazione io ho un sacco di quadri a casa, nascosti, e nessuno li ha mai visti. Mi sono resa conto che ciò non porta a nulla.
Però non bisogna comunque farsi mangiare dai social.
Hai collaborato a progetti maggiori con qualche artista?
Sì. Ho fatto un progetto per Tod’s, ed ho fatto i capelli per Thomas De Falco, artista internazionale che ha proposto la sua mostra, Wrapping, al PAC, padiglione d’arte contemporanea alla Fashion Week.
Nell’opera finale tra gli altri c’era anche Naomi Campbell. Io mi sono occupata delle acconciature, erano degli intrecci che simboleggiavano delle radici.
Addirittura? C’era qualcun altro di conosciuto, tanto per fare un po’ di gossip…?
E’ stato assurdo, hai mai visto “Memorie di una Geisha“? Mi sono girata un attimo e mi sono trovata l’attrice principale davanti.
Sono stati comunque giorni parecchio intensi….
Oscar, computer grafica e futuro
Passando ora più al cinema, volevo chiederti una cosa. Saprai che l’Oscar per il miglior make up è andato a “Suicide Squad”, e che c’è stato un dibattito perché per molti era immeritato. Tu che ne pensi?
Bhe… ecco… Anche Leonardo DiCaprio ha fatto molti altri film, ed ha vinto l’Oscar per l’ultimo [“Revenant”] che è bello, ma ne ha fatti di molto più interessanti, quindi beh, questa cosa degli Oscar… Insomma…
Io li ammiro tantissimo [truccatori Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini], hanno fatto dei lavori davvero davvero straordinari.
Ripeto, Leonardo DiCaprio ha fatto film fantastici e poi gli hanno dato l’Oscar per questo.
Cosa pensi invece del fatto che ora sempre più aspetti visivi siano aggiunti usando il computer?
Ho visto per esempio un servizio fotografico in cui Lady Gaga ha fatto le foto struccata e poi le è stato aggiunto il trucco col computer.
Io non sono molto da post-produzione… Ho lavorato per esempio con un po’ di fotografi che post-producono un sacco, secondo me troppo. Credo che nelle foto sia necessario mantenere la naturalezza, se no si perde tutto, diventano una cosa finta.
In altri casi però la penso diversamente. Per esempio stavo parlando con una mia professoressa ed avendo visto qualche video sulla stampante 3D le ho chiesto se si potesse utilizzare per creare per esempio delle protesi estetiche. Questo aspetto mi interessa decisamente di più.
I Social e la massa
Riprese le chiacchiere, siamo tornate a parlare di Social, e soprattutto della difficoltà di spiccare tra la massa di persone online.
Ora che hai intenzione di essere più attiva sui Social, dici che video tutorial sul make up potrebbe aiutarti a farti notare?
Sicuramente. Per ora però da quello che ho visto i video tutorial sono tutti uguali. Stesso trucco, sempre, non so se hai notato.
Sì, il contouring, oramai non si vede altro.
Hai mai fatto un trucco simile? Ora sembra andare tanto di moda, ma a me sembra importabile.
Sì, una volta, per un video specifico “da bambola”. Però non sono make up portabili, sono un po’ americanate direi. Dal vivo non rendono assolutamente, ma spesso neanche in camera.
Tutte le ragazze si fanno quel trucco, perché dovrebbe abbellire.
Ma rende tutte uguali…
Infatti quello per me non è vero make up, non lo considero proprio tale. E’ un po’ come la moda, vedi la tipa su Instagram con la fascia e i leggins alti che va a fare ginnastica e tutte la imitano.
Capisco che vuoi dire.
A parte questi lati oscuri, tutto questo mondo del make-up mi sembra molto interessante. E difficile.
Speriamo di riuscire a farlo fruttare!
Qualche anno fa dicevo, oh ma potevo nascere con la mentalità da ingegnere, andavo dritta a fare ingegneria e poi a lavorare…
Guarda… Mio padre è un avvocato. Lavora in questo studio in cui ci troviamo ora, ed io mi dico: perché non potevo farmi piacere legge e lavorare qui?!
Lo so. Mi sono detta, non sono così.
Ho pensato ma scusa, se io posso dare altro a questo mondo, perché non posso farlo?
Cioè nessuno qui vuole cazzeggiare, io voglio impegnarmi e voglio lavorare, perché non farlo?
Per un periodo quando ho lasciato l’università volevo andare a fare le pulizie. Nessuno sta sminuendo quel tipo di lavoro, assolutamente, però mi sono detta: io posso dare di più. So di poter dare di più, perché non darlo allora?
Voglio imparare questa cosa, e la voglio fare bene!
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Puoi mostrarmi foto di alcuni tuoi lavori?

Qui [ultima immagine] ho messo troppo grasso, in questa zona del corpo non ce ne è così tanto.
Quindi devi quindi anche studiare il corpo dal punto di vista “interno”?
Sì, è una parte fondamentale del lavoro.
Ne ho parlato con una mia professoressa, la quale mi ha detto che per esempio non riuscirebbe mai a riprodurre le autopsie per i film. Un suo collega infatti per farlo ha dovuto assistere ad una autopsia reale per poi realizzarla. Il che mi spaventa molto…
All’inizio del corso abbiamo visto immagini di corpi distrutti di persone reali per poter realizzare le ferite.
Questo perché io conoscevo sì gli organi del corpo, studiati a scuola, ma di certo non il tipo di ferita inferta da un’accetta, o da un martello; sono tutte diverse.
Progetto: il make up del “Principe Ranocchio”
Prima ho realizzato lo schizzo del trucco.
Poi ho realizzato il calco della faccia col gesso. E’ strano, ma il modello è vivo e respira giuro.
Si lascia asciugare, ed in questo modo viene il negativo del volto.
Lo si riempie quindi col gesso e si ottiene il positivo della faccia.
A questo punto ho ripulito il calco e sopra ho modellato con la plastilina quello che volevo realizzare.
Finita la scultura ho attuato lo stesso procedimento. Ho fatto un calco col gesso ed ho ottenuto il negativo, l’ho ricoperto ancora di gesso ed ho fatto il positivo. Sopra ho realizzato la maschera vera e propria, la protesi, con il lattice.
Poi l’ho applicata sul modello e l’ho colorata.
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