Life – Non oltrepassare il limite. La storia di una missione nello spazio che sarebbe anche potuta non cominciare.
Data di uscita: 23 Marzo 2017
Genere: Thriller, fantascienza
Regia: Daniel Espinosa
Sceneggiatura: Rhett Reese, Paul Wernik
Produzione: Columbia Pictures, Nvizage, Skydance Productions
Distribuzione: Warner Bros
Durata: 103 minuti
Non oltrepassare il limite… di citazioni
Togliamoci subito il pensiero dicendo che “Life” non centra nulla con Venom. E già togliamo di mezzo un possibile riferimento.
Perché per il resto “Life” è un film che di originale ha poco e pare piuttosto un collage di citazioni.
A partire dalle prime scene in piano sequenza, nelle quali si fluttua nella stazione spaziale così da percepire l’assenza di gravità: una tecnica molto efficace già vista in “Gravity”.
Il resto della storia è un mix di:
- Marzianità – ah, quanto fascino suscita il pianeta rosso sul mondo del cinema
- “Gravity” – la stazione spaziale in orbita attorno alla terra, i piani sequenza fluttuanti, il rischio dello spazio profondo sempre a portata di mano
- Ovviamente “Alien” – un mostro a bordo dell’astronave che terrorizza l’esistenza dell’equipaggio, impegnato in una lotta all’ultimo sangue per la supremazia
- “Passengers” – i protagonisti claustrofobicamente imprigionati a bordo di una nave nello spazio, senza apparenti vie di scampo
- “Interstellar” – il film che è ormai il riferimento per qualsiasi nuovo film di fantascienza. Emerge in “Life” il tentativo di riflettere sulla vita umana: è più importante salvare se stessi o gli altri? La Terra o l’equipaggio?
- “Deadpool” – non per il film, ma per Ryan Reynolds, che ha lo stesso carattere “cazzone” del suo personaggio Marvel Deadpool. Inoltre (anche perchè doppiato in italiano con la stessa voce) pare proprio di vedere il supereore immortale impegnato in una temporanea missione spaziale, con la differenza che in “Life” il povero Ryan è molto, molto mortale.
Tutto sommato il film ha personalità
Chiarito che la trama non è certo qualcosa di originale, possiamo sederci in poltrona e goderci un buon film di azione e suspance horror, capace in alcuni punti di scuotere chi guarda.
Assistiamo per esempio ad alcune morti interessanti a gravità zero, con annesso sangue che fluttua assieme al corpo nel vuoto della stazione spaziale. Abbiamo poi altre morti originali, come quella di un personaggio che soccomberà annegato nel proprio casco.
Finiamo quasi per affezionarci al mostro, carinamente chiamato Calvin, un polipetto gelatinoso a più zampe simile a volte ad un’orchidea carnivora fluttuante. Un essere molto carino, se non fosse assetato di sangue.
Ma è il finale a colpire di più: un finale che ammicca al classico horror con colpo di scena, senza lieto fine, in cui crolla ogni speranza ed ogni illusione. “Life” termina lasciando in bocca un’ironica amarezza, un senso di impotenza.
Attori? Oscar a Calvin
Non sono di certo le prove attoriali a colpire: ricordiamo un Gyllenhaal inespressivo e molto spento, non aiutato certo dai colleghi.
L’attore più bravo risulta essere forse… Calvin. Ma ci può stare, perchè un film del genere punta sulle atmosfere, sugli effetti, tutti magistralmente portati a compimento.
A livello tecnico infatti nulla da dire sul film, che però (forse volutamente) spesso cade nelle atmosfere e situazioni da B-Movie. Una caratteristica che non necessariamente è un difetto se ben eseguita.
Anche qui però emerge l’accozzaglia di elementi da cui è composto “Life”. Accanto alle scene da B-Movie infatti troviamo dei tentativi di innescare riflessioni profonde sulla vita, sulla sua potenza, attraverso i dialoghi degli attori, che non riescono però a colpire e a far riflettere davvero. Forse andava lasciata da parte questa vena “seriosa”, lasciando più spazio all’ironia.
Vi lasciamo al (breve) commento finale…
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Un film che funziona. Grazie ad altri fim.