Power Rangers. I mostri ora muovono anche la bocca. E diamine se picchiano.
Data di uscita: 6 Aprile 2017
Genere: Azione, avventura
Regia: Dean Israelite
Sceneggiatura: John Gatins
Produzione: Lionsgate, Temple Hill
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 124 minuti
Siamo stati invitati all’anteprima italiana di “Power Rangers”, che uscirà nelle sale il 6 Aprile. Eravamo partiti con aspettative che non erano delle più alte, ma siamo rimasti abbastanza sorpresi. Ecco la nostra recensione!
Trama che vince non si cambia
La serie tv dei “Power Rangers” nasce nel 1993 ad opera della Saban Entertainment, e viene prodotta fino al 2002. La storia è quella di un gruppo di ragazzi che ottengono dei superpoteri e compiono mirabolanti azioni per salvare il mondo.
Le puntate sono caratterizzate da una trama fissa; i ragazzi sono immersi nella vita quotidiana, spunta un mostro malvagio e gli eroi intervengono, uscendo sempre vincitori.
Ecco, questa è più o meno la storia raccontata nel film “Power Rangers”.
Il film infatti ci introduce i futuri Rangers mostrandoli nella loro quotidianità. Sono tutti ragazzi in un momento di crisi, soli e in cerca di qualcuno come loro.
Il primo ad essere presentato è Jason, futuro Red Ranger e leggenda del football nella cittadina. A causa di una bravata finita male è costretto a frequentare a scuola lezioni aggiuntive, alle quali incontrerà alcuni suoi futuri compagni.
Conosciamo infatti Billy, che pur essendo molto impacciato nelle interazioni sociali è dotato di un acume incredibile, e che diventerà il Blue Ranger.
Vediamo poi l’ex ragazza immagine della scuola, Kimberly, la Pink Ranger, che dopo aver perso le amiche e la reputazione è rimasta sola.
Per vie traverse, i ragazzi si ritroveranno alla miniera della città dove incontriamo gli ultimi due membri del team.
Zack, il Black Ranger, un ragazzo estroverso che si definisce un folle senza pensieri, ma che accudisce la madre gravemente malata.
Infine abbiamo Trini, la Yellow Ranger, definita “la stramba”: una ragazza chiusa e solitaria, sempre l’ultima arrivata.
Nella cava i ragazzi troveranno delle misteriose pietre colorate con le quali acquisiranno poteri sovrumani, e un’astronave aliena nella quale scopriranno il loro destino.
A questo punto si scopre la minaccia. L’aliena Rita Repulsa è intenzionata a distruggere la città per impossessarsi della pietra della vita del pianeta Terra. I ragazzi dovranno sventare il suo piano.

Un target ben azzeccato
Il film ha un target giovane, come giovani sono i suoi protagonisti. Tutta la parte iniziale infatti è dedicata alla presentazione dei personaggi e dei loro problemi.
Problemi che sono quelli tipici degli adolescenti, l’incomprensione con i genitori, la popolarità, la mancanza di amici, la solitudine.
La presentazione però è un po’ troppo lunga, molti problemi vengono solo abbozzati e poi sono lasciati a se stessi.
Il che d’altronde è anche comprensibile, quando si scopre che la vita sulla terra potrebbe finire per colpa di una aliena pazza.
Si poteva fare molto di più comunque, questo è sicuro.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, questa è decisamente semplice.
I 5 giovani sono molto stereotipati, su questo non c’è dubbio. Il giovane di talento ma ribelle, la ragazza popolare e tosta, il nerd intelligente, l’emarginata dura ma in realtà dolce e il ragazzo estroverso che nasconde le sue debolezze.
Su questo punto sicuramente si poteva fare qualcosa di meglio, così da far ricordare i personaggi non solo come team, ma anche come individui.
Volendo dare un’interpretazione però, questa caratterizzazione può forse essere un rimando ai personaggi della serie tv, contraddistinti più o meno in questo modo. Un rimando quindi per far sentire i “vecchi fan” a casa.
Ancora però viene da pensare, sarebbe stato davvero così difficile rendere questi personaggi un minimo più originali?
Anche i personaggi secondari risentono di questa leggerezza. Per esempio ciò riguarda Zordon, il precedente Red Rangers con il quale i ragazzi comunicano. Viene infatti presentato come il saggio maestro da cui imparare, ma gli scambi che ha con i teenagers sono per lo più insignificanti.
I genitori infine, che compaiono come antagonisti nella prima parte del film, senza alcun tentativo di dare loro una personalità propria.
Nel dubbio, fallo esplodere
La vicenda dei “Power Rangers ” nel complesso è comunque ben narrata.
Il nemico è interessante e soprattutto molto ben realizzato dal punto di vista visivo, come del resto lo è l’intero film. L’aspetto scenografico infatti è molto curato e salta subito all’occhio. Dalle armature dei Power Rangers, riadattate al secondo millennio, all’astronave aliena, al nemico finale e alle straordinarie macchine che i Rangers possono controllare, i Dinozord.
La grande cura visiva si estende alle scene di combattimento, uno dei punti focali del film.
Non convincono del tutto i Rangers nel corpo a corpo, che è realizzato molto bene, anzi, troppo. Nel giro di 11 giorni infatti sembra abbiano imparato le arti di combattimento meglio di Bruce Wayne nella Setta delle Ombre (“Batman Begins”, di Nolan).
Il combattimento con i Dinozord invece è per assurdo più realistico e coinvolgente. Si compone di sequenze molto veloci, scambi rapidissimi di punti di osservazione e in generale una coreografia ben orchestrata e coinvolgente.
Epico poi nel suo genere il combattimento finale, soprattutto per gli amanti dei cartoni anni ’90: i Rangers utilizzano la mossa finale delle loro macchine, in un tripudio di richiami alla serie originale.

Oltre ai combattimenti ci sono altre scene di azione che colpiscono sia per il contenuto che per la cura che gli è stata dedicata. Il film stesso si apre con una di queste.
Quando facciamo la conoscenza di Jason lo vediamo intento in uno scherzo che lo porterà a fuggire dalla polizia in macchina. Durante la fuga ad un certo punto ci ritroveremo con lo stesso Jason, a guardare quello che vedremmo se fossimo nel sedile posteriore. Questo piano sequenza è eseguito in modo davvero brillante, e dimostra le capacità del regista.
Sarebbe stato interessante utilizzare lo stesso meccanismo per riprendere una scena con i Dinozord: chi non vorrebbe guidarne uno dopotutto?
Dal passato con amore
Il film “Power Rangers” appare come un riadattamento della serie tv al XXI secolo e soprattutto ai nuovi standard tecnologici. Nelle armature dei supereroi e nei Dinozord si vedono chiaramente i costumi originali, mentre alcune scene riprendono quelle della serie, come anche alcune musiche.
Gli sceneggiatori hanno volutamente insistito su questo punto, così da rendere il film adatto anche ai fan più legati agli episodi dei “Power Rangers” degli anni ’90.
Più volte infatti nel corso del film ci sono citazioni dirette alla serie, che puntano a far crescere la nostalgia in chi guarda, meccanismo che nei vari remake sembra andare per la maggiore.
Le persone dietro al film
Guardiamo infine gli interpreti di “Power Rangers”.
Gli attori principali sono: Dacre Montgomery, il Red Rangers, nel suo debutto ad Hollywood, Naomi Scott, Pink Ranger (“The 33”, “The Martian”), R.J. Cyler, Blue Ranger (“War Machine”), Becky G., Yellow Ranger (“Empire”), e Ludi Zin, Black Ranger (“Marco Polo”).
Hanno tutti fornito prove adatte al film, anche se di tanto in tanto si notano espressioni forzate o un pò vuote.
Chiudiamo con un commento del regista Dean Israelite, che spiega qual è stata la linea guida della produzione:
Restare fedeli alla serie televisiva è stato fondamentale. Siamo qui grazie ai fan che ci hanno sostenuto in tutti questi anni. E’ imperativo che escano dal cinema con la sensazione che tutte le caratteristiche della serie che amano siano state riprese in modo più contemporaneo, ma sempre nel rispetto dei loro miti originali.
Missione più meno riuscita.
Vi lasciamo al commento finale…
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Commento finale:
Possiamo dividere “Power Rangers” in due sezioni. La prima di presentazione dei personaggi, che francamente delude. Ricorda un pò troppo un teen drama fatto neanche troppo bene, e alla fine la conoscenza che abbiamo dei personaggi rimane superficiale. Abbiamo poi la parte più action, che invece soddisfa di più sia per come è organizzata che per gli effetti speciali utilizzati. In definitiva, “Power Rangers” è un film di 2 ore piacevole da guardare, soprattutto per chi conosce già il marchio. Ha sicuramente delle potenzialità, che magari potranno essere valorizzate in un sequel. Per ora però, lascia in bocca un sapore abbastanza neutro.