Zodiac. Un killer tra lettere e misteri.
Tra il 1968 e il 1969, la California settentrionale fu sconvolta da delitti rimasti ad oggi irrisolti. Il panico generale si diffuse e sette furono le vittime degli attacchi: ne sopravvissero soltanto due. Si dice, tuttavia, che le vittime siano state molte di più, ma le prove non furono mai sufficienti per attribuire gli omicidi al Killer dello Zodiaco.
Gli omicidi
Il 20 dicembre 1968 i fidanzati Betty Lou Jensen e David Faraday accostano in una piazzola in Lake Herman Road, alle 23:15. Poco dopo, si affianca un’altra vettura e, infine, gli spari mortali.
Mesi dopo, nella notte tra il 4 e il 5 luglio 1969, con la stessa modalità sono assaliti Darlene Ferrin e Michael Mageau, che sopravvive. Il dipartimento di polizia riceve una chiamata anonima da una cabina telefonica vicina al luogo del delitto. A parlare è un uomo che rivendica sia questo attacco, sia il duplice omicidio dell’anno precedente.
Il 27 settembre 1969 le cose cambiano: Bryan Hartnell e Cecilia Shepard si trovavano sulle rive del Lago Berryessa per un pic-nic. Gli si avvicina un uomo vestito da boia, con occhiali scuri a coprirne gli occhi e una croce celtica disegnata sul petto. Pugnala i ragazzi e incide sullo sportello dell’auto di Bryan un inquietante elenco: i luoghi e le date dei precedenti omicidi e di quello appena commesso, a cui aggiunge il dettaglio “by knife“.
Di nuovo una chiamata anonima, che viene subito rintracciata e permette agli agenti di recarsi sul posto. Non trovano altro che impronte digitali senza proprietario. Bryan sopravvive.
L’11 ottobre 1969 è la volta del tassista Paul Stine, che viene freddato da un colpo alla testa. Tuttavia dei ragazzini assistono all’omicidio, chiamano la polizia e forniscono un identikit del presunto killer. Questo identikit sarà utile l’anno successivo a Kathleen Johns, che a sua volta riesce a salvarsi da morte certa dopo aver accettato un passaggio dal killer.
Il Killer dello Zodiaco
Nel 1974 la stampa riceve alcune lettere firmate “Zodiac“, scritte, a quanto sembrava, proprio dall’autore degli omicidi, che si firma con una croce celtica. La sua intenzione è quella di sfidare media e polizia a risolvere gli enigmi, ad andare oltre il proprio ingegno, tramite quattro messaggi cifrati: ne viene decifrato soltanto uno.
Ad oggi, Zodiac è ancora senza volto e senza nome, anche se nel tempo numerosi sono stati i sospetti e ne fu fornito addirittura un identikit, che non ha comunque portato a nulla. Il caso è tuttora aperto.
Zodiac e il mostro di Firenze
Ma prima di passare ad analizzare l’influenza che Zodiac ha avuto su cinema e televisione, soffermiamoci su alcune similitudini. Il modus operandi del suddetto è, infatti, assai simile a quello del nostrano Pacciani, conosciuto ai più come il Mostro di Firenze. Questi era un killer di giovani coppie che, la notte, si appartavano nelle campagne del fiorentino.
Ad avvalorare questa ipotesi c’è il fatto che, attorno al 1974, l’attività criminale (e quindi la corrispondenza con la stampa) di Zodiac si interruppe, mentre iniziò quella del Mostro. Quest’ipotesi, avanzata nel maggio dell’anno corrente, scagionerebbe Pacciani ed accuserebbe un italo-americano, già superteste nel processo del Mostro: Giuseppe “Joe” Bevilacqua, detto Ulisse (forse la stessa persona citata da Mario Vanni, anch’egli coinvolto nel caso, in un’intercettazione del 2003).
Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (Dirty Harry, 1971)
Considerato una pietra miliare del poliziesco e primo della serie dedicata all’ispettore di polizia di San Francisco Harry Callahan (Clint Eastwood), il film è liberamente ispirato agli accadimenti di pochi anni prima.
Il nostro Clint interpreta un ispettore che dà la caccia al killer Scorpio, che minaccia di uccidere l’intera città al solo scopo di lucro, pur avvalendosi di metodi poco ortodossi e al limite della legalità. Come Zodiac, anche qui il killer agisce perlopiù nell’ombra.
Zodiac (2007)
David Fincher basa il suo film sui libri che Robert Graysmith (qui interpretato da Jake Gyllenhaal) scrisse a proposito della vicenda. La pellicola vede anche la presenza di Robert Downey Jr, che interpreta il giornalista di nera Paul Avery.
La storia inizia quando il San Francisco Chronicle viene informato, tramite la prima lettera (precedente a quelle del 1974). Avery e Graysmith iniziano dunque a lavorare al caso.
In questo film viene evidenziato come Zodiac si sia sempre maggiormente accanito sulle donne, poiché agli attacchi sopravvissero due uomini. Inoltre, viene qui avvalorata la tesi del primo sospettato, Arthur Leigh Allen (interpretato, manco a farlo apposta, dal nostro amico di vecchia data John Carroll Lynch), che nella vicenda reale fu l’unico su cui la polizia indagò seriamente e contro cui avesse delle prove sufficienti, ma non certe, per incastrarlo. Allen, sebbene venne rilasciato (in quanto la sua calligrafia non corrispondeva con quella di Zodiac), per tutta la vita venne comunque ritenuto responsabile degli omicidi.
American Horror Story: Hotel (2016)
Come già visto nell’articolo precedente riguardante John Wayne Gacy, anche Zodiac presenzia alla cena di James March, che vede riuniti grandi serial killer americani ormai defunti. Zodiac è rappresentato con il costume da boia utilizzato nell’attacco al Lago Berryessa.
American Horror Story: Cult (2017)
Zodiac viene qui ripreso, ma in una nuova veste: utilizzando la figura dell’estremista femminista Valerie Solanas, Ryan Murphy la fa portavoce di una nuova verità sul killer, che in realtà non sarebbe un uomo ma Solanas stessa, aiutata da un gruppo di donne seguaci dello SCUM manifesto; come il nome della serie suggerisce, queste donne altro non sono che componenti una setta sopravvissuta fino ai giorni nostri.